Nei giorni scorsi il sindaco di Casale Cremasco Vidolasco, Antonio Grassi ha posto un tema
su cui è quanto mai opportuno e giusto ri-accendere i riflettori (vittoriano zanolli.it, 11 agosto). E
farlo come territorio. Per aiutarci tutti insieme ad individuare senza ulteriore indugio le
azioni da mettere in campo.
Si tratta della spesa che i Comuni devono sostenere per l’allontanamento dei minori dalla
propria famiglia disposto dai Tribunali per i Minorenni e il loro affidamento in strutture
esterne. Un fenomeno in costante crescita negli ultimi anni, con un carico economico in
molti casi insostenibile per alcuni Comuni (il costo medio per l’inserimento in comunità
supera i 100 euro al giorno per minore) e senza alcuna possibilità di programmazione da
parte degli enti locali data l’imprevedibilità della spesa.
Aggiungo che questo tema si intreccia con altri bisogni sociali relativi alla tutela dei minori
che, anch’essi, necessitano di interventi importanti e significativi a carico dei Comuni.
Mi riferisco al SAAP (Servizio di Assistenza per l’Autonomia Personale) per gli alunni in
possesso della certificazione della condizione di handicap, il cui costo ad esempio per il
Comune di Crema è passato negli ultimi 5 anni da 700 mila euro a 1,3 milioni di euro.
Oppure per i centri estivi per i minori con handicap, un salasso per le famiglie coinvolte e
una difficoltà enorme per i Comuni a dare garanzie di una copertura certa all’esborso che
queste devono sostenere.
Resta inteso che è sacrosanto il diritto per i minori e le loro famiglie di ottenere servizi
qualitativamente e socialmente adeguati e appropriati. E’ sacrosanto il diritto di garantire
loro inclusione, protezione e presa in carico. E’ sacrosanto che il personale e gli operatori
dedicati a questi servizi siano qualificati e correttamente inquadrati e remunerati. E’,
insomma, sacrosanto il “dovere della società di farsi carico di questi interventi”, come
scrive Grassi. Ma è proprio in funzione di questi sacrosanti diritti e doveri, peraltro sanciti
nella nostra Costituzione e nella Convenzione ONU, che gli enti locali non possono essere
lasciati soli.
Certo, viviamo in un territorio in cui i nostri Comuni riescono comunque a offrire risposte
solide ai bisogni sociali, in cui l’esperienza ormai decennale della gestione dei servizi
tramite Comunità Sociale Cremasca ci ha permesso di fare rete e di lavorare insieme, di
sperimentare progettualità in sinergia con i soggetti del terzo settore, di praticare
corresponsabilità come territorio cremasco. Ma se alla gestione comune ci siamo allenati e
allineati, occorre ora agire come soggetto territoriale che metta sul tavolo degli altri livelli
istituzionali la questione.
Perché la preoccupazione di un autunno che rischia di metterci di fronte ad un ulteriore
aumento delle fragilità sociali e contemporaneamente a bilanci comunali che faticheremo a
far quadrare nella parte corrente ci impone, oggi ancora più di ieri, di chiedere con forza al
livello regionale e nazionale di trovare soluzioni adeguate e strutturali.
Cinzia Fontana
Assessora Comune di Crema al Territorio