Cremona trascurata e sporca, colpa non solo del Comune ma anche di noi cittadini

27 Ottobre 2022

Cremona è sporca. E’ in disordine. E’ brutta. E’ invivibile. Non solo per l’inquinamento del sottosuolo e dell’aria che respiriamo, ma anche per la gestione degli spazi urbani, compreso il verde pubblico. La colpa? Non possiamo sempre dare la colpa agli “altri”, in questo caso ai nostri amministratori che, evidentemente, hanno un’idea di “città” diversa dalla mia. La colpa è anche nostra che con ignavia sappiamo solo lamentarci (come sto facendo io); ma è anche vero che la nostra amministrazione comunale (ma non solo quella attuale) non ha mai permesso al cittadino di partecipare alla gestione della città, della nostra città. Già, nostra di chi? A chi appartiene Cremona? Cremona, certamente, è di chi la ama: e forse non siamo in tanti a farlo. La globalizzazione ha portato in città, ormai da anni, gente che per morfologia non assomiglia all’homo cremonensis : persone con storie diverse, cultura e istruzione differenti, altre forme di religione, altre abitudini. Cremona per loro è una città che “serve” per viverci (e non per viverla), soddisfa alla perfezione quella richiesta, pertanto non è necessario amarla. Ma, al contrario, è pur vero che il cremonese doc non sempre si comporta verso la propria città come farebbe un buon padre verso il proprio figlio. Ci sono storture che al cremonese attento fanno arricciare i peli del naso e che, in molti casi, sono figlie di scelte politiche partorite ai piani alti (vedi nuovo “ospedalino”) che con Cremona non c’entrano nulla e che
non renderanno mai un ritorno favorevole per chi l’abita e la ama.

Dunque, Cremona è sporca. In un recente editoriale pubblicato su questo blog, Ada Ferrari torna, fra le altre cose, a parlare delle ingenti quantità di evacuazioni canine che si incontrano sui marciapiedi della nostra città. Vero. La responsabilità, però, non si può addebitare ai “quadrupedi” (che da qualche parte dovranno pur espletare le loro necessità fisiologiche, ma non davanti alle vetrine dei negozi o sulla soglia delle abitazioni) bensì ai “bipedi”, ai loro padroni, che hanno l’obbligo per legge di raccogliere il prodotto dei loro cani per riporlo negli appositi contenitori per i rifiuti (art. 7 bis, comma I del decreto legislativo 267/2000 e regolamento di Polizia Urbana locale). Rifiuti di altro genere (per lo più della categoria “umido” e “indifferenziato”) li troviamo trionfare proprio in questi contenitori (o al di fuori) appena calata la sera complice la nostra maleducazione ma anche la scarsa organizzazione di chi gestisce il servizio di nettezza urbana. Sembra davvero un problema irrisolvibile. Ci penseranno i cinghiali.

Sulle infiorescenze che deturpano i lati delle nostre strade e ingombrano i marciapiedi si è già detto più volte su questo blog. Le infiorescenze richiamano insetti e in particolare flebotomi di ogni specie, portatori di malattie non solo virali, la cui disinfestazione non sembra sia stata praticata nei mesi canonici secondo regole già descritte su questo blog. A Cremona lo sfalcio della flora infestante e la manutenzione delle fioriere è coordinata da AEM in base a disposizioni ricevute dall’assessorato al Verde. Forse il problema meriterebbe a ben vedere un po’ più di attenzione: ad esempio, le fioriere nel centro cittadino non possono trasformarsi in cestini per i rifiuti. Certo, nulla si può contro la maleducazione.

Qualcosa invece si  potrebbe investendo risorse per la manutenzione della nostra città a trecentosessanta gradi. La città ha bisogno di essere accogliente per chi la abita e per chi la vuole visitare. La pulizia e l’ordine sono un buon biglietto da visita per tornarci, non solo per le sagre paesane del salame, del formaggio e del torrone (ho dimenticato qualcosa?) che portano in città torme di gente festante e ondivaga che disturba, sporca e danneggia, così pare, il lavoro dei negozianti nel centro cittadino, con vetrine sempre più vuote come in una vera città fantasma.

La salute in città è tutto questo. L’aria, l’acqua, gli spazi urbani e la gestione del verde pubblico sono fondamentali per una buona qualità di vita. Giova ricordare che la figura del sindaco è considerata autorità sanitaria locale e responsabile della salute del territorio che gli compete insieme al consiglio comunale. Sono doveri a cui il primo cittadino non può sottrarsi. Ma tanto, noi parliamo, scriviamo, manifestiamo il nostro dissenso ma le cose continuano ad andare in una direzione diversa, quella del profitto di pochi a scapito di tanti.

 

Fernando Cirillo

 

 

 

10 risposte

  1. ….e il sindaco tace….ma sindaco sei anche un professore stimato e, dicono buon parlatore…cosa ti costa rispondere ai tuoi cittadini….dai facci la grazia. E bravo al sig. Cirillo per sollevare tematiche pratiche e di buon senso ….e come direbbe Renato Pozzetto 7+ !!!

    1. Mi spiace deluderti, ma il galimba è impegnato a sfilare nel corteo, tra le prime file, non vede quello che succede in fondo…🙄​

  2. Buongiorno dott. Cirillo, la sua valutazione, al solito precisa e azzeccata, dovrebbe essere illuminante per taluni, purtroppo non è così. Siamo ciò che siamo sulla base del rispetto che abbiamo degli altri, di noi stessi e di ciò che circonda, il resto non è altro che il frutto dell’atteggiamento che viviamo direttamente o di riflesso da parte di coloro che dovrebbero decidere. Dal mio punto di vista la città non è semplicemente sporca o invivibile, è decadente, lasciata a se stessa quasi nella speranza che, nel nulla che ci circonda, anche i pochi che ci tengono la piantino di rompere le scatole perché “i problemi sono ben altri”. Magari sarà vero, ma dai piccoli problemi non risolti nascono sempre enormi problematiche. Oltre all’assenza di quella civiltà personale e dei servizi di base per mantenerla in ordine l’abitato dimostra una fragilità enorme nel proporsi come tale, in una sorta di scontata e accettata sciattezza socio economica che mai avrei pensato di poter vedere. Gli studenti non imparano mai bene da pessimi insegnanti, quando poi gli insegnanti non solo non sono capaci di fare il loro lavoro ma decidono anche come impostare quello di una classe nella vita quotidiana allora anche il più talentoso e motivato scolaro non potrà fare altro che accettare il progressivo declino di ciò che lo circonda. Ciò che non abbiamo ancora capito è che recuperare il terreno perduto sarà sempre più difficile, quando anche persone che amano e rispettano la propria città perdono la fiducia in ciò che vedono quotidianamente (io in primis) allora vuol dire che sarà sempre più difficile riacquistare valori perduti. In maniera un pò perfida, con la possibilità che sia un mio pensiero fallace, mi viene da pensare che questo punto di arrivo, per alcuni, era l’obbiettivo da raggiungere. Le auguro una buona giornata

  3. Per rispondere al signor Giacomo, io sono fra quelli che non credono che la responsabilità di ciò che accade nella nostra città in tema di sanità pubblica sia da addebitare al signor Galimberti in quanto persona. Purtroppo ormai da troppo tempo è in atto uno svilimento della politica che si è fermata agli interessi di partito escludendo da questi le necessità e i problemi del cittadino. È in atto una congiuntura di eventi che hanno portato la nostra società a nascondere nel cassetto delle cose dimenticate anche i più semplici fra i valori etici. I nostri politici e noi cittadini abbiamo perso il senso dello Stato che ci riconduce a piccole o grandi responsabilità commisurate al nostro impegno nella società. E si potrebbe proseguire denunciando una ridda di cose che potrebbero procedere in una direzione migliore, ma si andrebbe fuori tema.

  4. Signor Bragazzi, la ringrazio per le sue osservazioni. E’ tutto vero e condivisibile ciò che scrive. La denuncia per ciò che vediamo, e non solo a Cremona, potrebbe generare un lungo elenco di cose che non funzionano e un altrettanto lungo elenco di responsabili dove, vicino al politico/amministratore, che ha potere decisionale, troveremmo anche noi che nella filiera “del prodotto finito” siamo purtroppo solo i fruitori dovendo accettare nostro malgrado un’offerta spesso non gradita. Credo sia proprio questa passiva accettazione che condiziona alcune manifestazioni di protesta incivile (come fanno i bimbi per ripicca dopo una sgridata per qualche marachella) che è figlia della maleducazione e della mancanza di rispetto per gli altri e per noi stessi. Ma chi insegna nella nostra società l’educazione e il rispetto? La famiglia da un lato, la scuola dall’altro. Dobbiamo dire altro? Sono anch’io della sua opinione: gli ultimi decenni sono stati il trionfo di una sottocultura che ha volutamente portato a ciò che vediamo. Ci vorrà tempo, impegno e passione per recuperare il tempo perduto.

  5. Cremona brutta, dici, eppure potrebbe essere bellissima, pensiamo a Piazza del Duomo, a Palazzo Trecchi, al lungoPo presso le canottieri..E poi al verde, di piante non ne mancano di certo..Sarà che quando si è innamorati della propria città, da “homo cremonensis”, si tende a vederla più bella di quella che è, ma si tende anche, per converso, a scoprirne le magagne e non tutte, come giustamente scrivi, attribuibili agli amministratori locali. Se il problema degli escrementi canini cade indiscutibilmente sotto la responsabilità dei loro padroni, quello dei piccioni che tappezzano ampi pezzi di marciapiedi, sotto quale responsabilità cade? E allora cosa ci vuole per risolverlo? Una segnalazione? Tante ne ho fatte, vincendo l’ignavia, dalle querce a brandelli dello Zaist, alla situazione apparentemente disastrosa del vecchio Ospedale, con l’edera che lo sta divorando..non ho saputo nulla ma nulla sembra essere stato fatto. Il dottor Pan parlava di piantare delle querce in memoria di medici caduti per Covid. Basterebbe riattare quelle già esistenti, sarebbe già molto. La tempesta di luglio ha svelato la fragilità del nostro ambiente rispetto alla violenza dei cambiamenti climatici, oltre un centinaio di alberi abbattuti, ed è andata bene che non c’è scappato il morto; eppure era stato fatto uno studio per eliminare quelli a rischio, o presunti tali. Si vede che non è bastato.. o che la nostra “scienza” è ancora molto limitata in quanto a capacità previsionali..Attrezziamoci meglio allora, facendo studi più seri o completi e, operativamente ad es,piantando più arbusti che alberi: se cadono fanno senz’altro meno danno, almeno lungo le vie trafficate. Le piante infestanti disturbano e richiamano insetti pericolosi? C’è anche l’altra faccia della medaglia. Distruggerle con i diserbanti potrebbe essere problema più grave di quello che si vuol eliminare. Meglio lo sfalcio come hai detto e poi non dimentichiamo che gli insetti favoriscono la vita con l’impollinazione. Ma non son tutti uguali, vedi la cimice asiatica, le zanzare della febbre del Nilo e quanto fastidio han dato anche le mosche quest’estate ed ancora adesso? Si parla tanto di lotta biologica,senz’altro migliore degli insetticidi.. Problemi ampi e complessi, dunque, quelli dell’equilibrio uomo/ambiente già solo nella nostra piccola città. A maggior ragione sarebbe non solo utile ma necessario che l’Amministrazione si aprisse al confronto con i cittadini, come da te auspicato, perchè quella di ritenersi autoreferenziali, ed infischiarsene dell’opinione di chi si amministra, in una scala di colpe, stà ai gradini più alti.

  6. Caro Stefano, potremmo pubblicare una Treccani in 12 volumi con supplementi di aggiornamento se volessimo raccogliere tutte le testimonianze e le denunce trascritte attraverso questo blog, tra sporcizia, polveri sottili e inquinamento del sottosuolo fino alla gestione del verde pubblico; tra la nostra incuria e gli interessi personali delle amministrazioni che si sono succedute in città e in provincia negli ultimi decenni indifferenti alle ragioni del cittadino. Ma la domanda resta sempre una: a chi appartiene Cremona?
    Questo blog interpreta al meglio quello che si chiama giornalismo di denuncia. Ma molti di noi, ma anche voi che leggete, vi sarete stancati di condividere nella speranza che cambi qualcosa. Carta e penna si fermano qui perchè questi sono gli strumenti di chi denuncia scrivendo, con la speranza che i destinatari delle nostre missive leggano e interroghino le loro coscienze.

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