Riapriranno le scuole dopo Pasqua. Fino alla prima media anche in zona rossa. L’ha annunciato il premier Draghi. Le famiglie, genitori e nonni, hanno vissuto le limitazioni imposte con difficoltà, visti e sperimentati i problemi organizzativi dovuti alla presenza in casa dei figli da seguire, aiutare, sostenere nella didattica a distanza, magari lavorando da remoto. I ragazzi scalpitano. Si discute sulle conseguenze che si potrebbero verificare in futuro sui ragazzi a causa di questa prolungata chiusura sia a livello didattico/educativo sia a livello psicologico. Anche il TAR del Lazio si è schierato al fianco di famiglie e studenti perché il consiglio dei ministri riveda il DPCM, sulla base di vari report presentati che attesterebbero il pesante e crescente disagio subito dagli adolescenti privati della componente relazionale della loro quotidianità.
Ma per il rientro in classe in sicurezza ci vogliono garanzie e organizzazione. Che cosa è cambiato da quando si è decisa l’ultima chiusura?
E’ arrivata la primavera, quindi si potranno tenere aperte le finestre più a lungo, non avendo installato adeguati impianti di aerazione.
Molti docenti e il personale scolastico si sono vaccinati, non tutti, ma dobbiamo tener conto che l’effetto protettivo non è immediato. Inoltre, non essendo obbligatorio ricevere il vaccino, qualcuno potrebbe aver deciso di non aderire alla campagna, come è stato anche per alcuni operatori sanitari: e chi non ha il certificato vaccinale?
La variante inglese, più contagiosa anche nei confronti dei giovani, ha preso il sopravvento: si sarebbe potuto provvedere a collocare un termoscanner fisso sopra l’ingresso degli edifici scolastici per il controllo a tappeto della temperatura?
Si era parlato anche di test periodici con tamponi : ci sarà?
I nonni, spesso custodi dei nipoti più piccoli, non hanno ancora ricevuto l’iniezione in diversi casi, e anche se l’hanno ricevuta ancora non hanno avuto il tempo di sviluppare gli anticorpi. E’ vero che finora capitava che bambini e ragazzi stessero a casa da scuola ma magari si frequentassero nel pomeriggio …
Nell’edificio scolastico sarà possibile suddividere le classi in gruppi ridotti? Ci sono insegnanti e ambienti a sufficienza?
E infine, soprattutto, l’organizzazione dei trasporti è stata rivista e corretta? Perchè anche i più piccoli si spostano con mezzi pubblici e scuolabus. Questa sarebbe dovuta essere la prima preoccupazione fin da subito, aumentando le corse e coinvolgendo anche mezzi privati.
Si sarebbe dovuto approfittare della forzata chiusura delle scuole per attrezzarsi, si spera che non ci si sia fermati alle sole parole o alle proteste.
Paola Pieri