Anni orsono, nei pressi del vecchio scalo ferroviario di Cremona, dove, sorpresi dal bombardamento, trovarono la morte varie decine di addetti, fu eretto un semplice monumento in loro ricordo. L’opera, realizzata dallo scultore Giovanni Solci, consiste in una grande lastra di travertino disposta in verticale e spezzata in due parti tenute separate da un binario ferroviario contorto come una serpe a causa dell’esplosione di una bomba. Il responsabile Ferrari del Dopolavoro ferroviario mi rammentò, tempo dopo, che per dare al binario la forma drammatica che lo caratterizza, si era approfittato della presenza, nel vicino cantiere, di una macchinario specializzato nell’incurvare i binari. Ferrari aggiunse anche un dettaglio che non ricordavo e cioè che Solci aveva realizzato l’opera partendo da uno schizzo a biro che proprio io avevo loro proposto, tracciandolo su di un pezzo di carta in occasione di un incontro svoltosi presso il mio ufficietto di assessore comunale all’Urbanistica, incontro che aveva avuto lo scopo di concordare la posizione più opportuna per collocarvi il monumentino. Non si tratta certo di una grande opera, ma sono orgoglioso di avere anch’io contribuito a favorire il ricordo di quel triste episodio della più recente storia urbana di Cremona, episodio che aveva preceduto solo di un mese la mia nascita.
Michele De Crecchio
Una risposta
Ringrazio per aver ospitato la mia breve nota. Rileggendola e osservando bene, con l’ausilio della fotografia che avete opportunamente pubblicato, la lastra di marmo che caratterizza l’opera di Solci, credo di non non avere correttamente citato la denominazione della pietra naturale scelta dall’artista (il travertino è, peraltro, pietra tipica di regioni italiane ben distanti da Cremona).