Mai come quest’anno il 25 aprile è festa divisiva e lo sarà fintanto che ci saranno fascisti, e di fascisti ce ne saranno sempre di più se a governare il Paese ci sono uomini e donne che non riescono a dirsi antifascisti.
Alcuni mi dicono di non parlare di queste cose perché non sono attuali, ma come non parlare di antifascismo il 25 aprile e soprattutto questo 25 aprile?
Fino a vent’anni fa era impensabile che un ministro della Repubblica avesse dei problemi interiori nel definirsi antifascista, proprio perché quella Repubblica che servono o che dovrebbero servire fedelmente i ministri, è nata dai valori dell’antifascismo, gli stessi su cui è nata la nostra Costituzione antifascista e pertanto quella di essere antifascista era condizione naturalmente imprescindibile, anzi era precondizione naturale per ricoprire incarichi di Governo.
Oggi abbiamo la Presidente del Consiglio dei ministri che non si definisce antifascista, ministri che difendono il ventennio fascista e il Presidente del Senato che fa fieramente sfoggio del busto di Mussolini sulla scrivania. Il tutto avviene unitamente ad un processo di revisione della storia a favore di quei crimini, e qualcuno mi dice che non è attuale parlare di antifascismo? Ma stiamo scherzando?
Non ci si può permettere di essere afascisti, non esiste questo sentimento interiore, non si può essere solo contro l’olocausto o antinazisti senza far cenno a una chiara posizione politica in ordine all’esperienza del ventennio fascista.
Abbiamo restituito ad Attilio Boldori il suo posto in Consiglio, massacrato a bastonate sul cranio proprio come Giacomo Matteotti dopo la morte del quale, il cremonesissimo Roberto Farinacci riuscì a dire “mica è colpa nostra se aveva la testa troppo molle”. Ecco, anche solo per rispetto nei loro confronti io di camice nere non ne ho mai indossate perché io sto con Sandro Pertini quando diceva che ogni idea va difesa ma il fascismo no, perché quella non è un’idea ma la negazione di ogni idea!
Viva il 25 Aprile, viva l’Italia Antifascista!
Paolo Carletti
presidente del Consiglio comunale di Cremona
3 risposte
Chi la fa l’aspetti…caro…
Io posso anche capire che questa giunta voglia distrarci affinché non si notino i disastri da essi compiuti sulla città negli ultimi 8 anni però ad 80 anni dalla fine della gurrra,BASTA con lo spauracchio del fascismo,non se ne può più.
Molto antifascista io. E lo dichiaro e lo vivo. Per un politico o un partito l’antifascismo non è un bollino blu, un certificato di garanzia da esibire il 25 di aprile ma un metodo che traduce un orizzonte di valori nella gestione della cosa pubblica giorno per giorno al servizio e in co-progettazione con la collettività e non al rimorchio degli interessi dei gruppi consolidati di potere. E’ questo l’antifascismo che onora chi ha perso la vita per regalarci la libertà.