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Egregio Direttore, 

mi chiamo Lorenzo Cerioli, sono uno studente universitario, e mi impegno in un’attività di  volontariato per l’Associazione Marcotti Osvaldo. Da alcuni anni abbiamo iniziato insieme il  progetto della Telecronaca Inclusiva: si tratta di una telecronaca speciale per ragazzi con disabilità  e non vedenti che possono ascoltare la cronaca della gara seduti direttamente sui seggiolini dello  stadio con l’ausilio di cuffie wireless (isolanti dai rumori). Io collaboro, nel mio piccolo, per il ruolo  di telecronista, e già più volte abbiamo portato i ragazzi a vedere la Cremonese tra Serie A e Serie  B con risultati molto gratificanti: la finalità, oltre quella di regalare un pomeriggio di svago ai  ragazzi e di sollievo alle loro famiglie, è quella di far comprendere loro la dinamica della partita  anche dal vivo. 

Ci piacerebbe, nel limite del possibile, poter ampliare il discorso di sport e inclusione anche ad  altre realtà del territorio lombardo. L’idea sarebbe quella di creare una sorta di network  collaborativo tra le associazioni di volontariato sul territorio locale e le relative società sportive che hanno a cuore questo tema. 

Proprio con questi buoni propositi, nella giornata di sabato 9 novembre in occasione della partita  tra Mantova e Cremonese, abbiamo organizzato con molta gioia la nostra prima trasferta.  Una volta parcheggiato il pulmino con il quale siamo arrivati da Cremona, ci siamo diretti verso i  nostri posti a sedere. I biglietti sono stati gentilmente concessi dalla Società Mantova Calcio, e  corrispondevano alla zona della tribuna Cisa. 

Una volta giunti nella zona della caserma dei vigili del fuoco con tutte le nostre attrezzature e  carichi per iniziare un’altra giornata di inclusività insieme, ecco che la nostra giornata viene rovinata da un fatto gravissimo. 

Giunti nei pressi di un piccolo bar, due (di numero) tifosi del Mantova si sono messi in mezzo al  marciapiede impedendoci di passare. Dopo averci chiesto la provenienza, con fare minaccioso  hanno chiesto cosa avessimo nella valigia a mano (chiaramente parlo delle cuffie wireless utili alla  telecronaca). In meno di 20 secondi si è consumata una delle peggiori scene a cui abbia mai  assistito. Questo “signore” ha aggredito un ragazzo autistico sferrandogli alcuni pugni di cui uno in  pieno viso, colpendo più volte un soggetto debole e incapace di difendersi. Immediatamente  terrorizzati, sia gli altri ragazzi che gli educatori hanno cercato di fermare l’ira ingiustificata e  animalesca del soggetto spiegandogli di essere tutti ragazzi disabili. Per tutta risposta, il tifoso ha  guardato negli occhi il ragazzo già ferito e colpito dicendogli “Tu non sei disabile”. Il risultato è  stato un paio di occhiali rotti, con montatura e lenti distrutte dalla ferocia dell’assalto, un gruppo  di ragazzi terrorizzati che avevano appena assistito all’aggressione, e gli educatori sotto shock per  non aver potuto evitare il peggio vista la reazione repentina e improvvisa di tale delinquente. La cosa che mi lascia più perplesso è il mancato intervento tempestivo delle forze dell’ordine, che  nonostante i nostri richiami ripetuti non hanno potuto lasciare il proprio posto nei pressi della  rotonda. Solo un agente non in divisa ma con distintivo in vita è intervenuto per portarci via dal  luogo, mentre l’aggressore era già sparito per le vie della città.  

Una volta scortati nella zona dei tifosi ospiti, abbiamo dovuto attendere l’inizio della gara per  essere sicuri di recuperare il nostro pulmino e tornare indietro a casa, a Cremona. Questo ragazzo aggredito, nonostante la prestante stazza fisica, avrà chiaramente il terrore di  uscire di casa ed essere aggredito nuovamente senza motivazione. La notte è stata difficile per tutti noi: i ragazzi sono spaventati e ancora scossi dall’accaduto, mentre gli educatori sono  stati colti dal senso di colpa e di inadeguatezza per non essere riusciti ad impedire una così feroce  e ingiustificata aggressione. Signori, ma signori veri, che dedicano centinaia di ore al benessere di  questi ragazzi, mettendo a disposizione i loro mezzi ed il loro tempo per regalare a soggetti in  difficoltà uno svago. 

Mi auguro che questa lettera venga anche letta da questo “signore” di mezza età, capace in pochi  secondi di recare un danno ben superiore a un pugno.  

Per guarire queste ferite, noi andiamo avanti. Con forza e coraggio continueremo a fare le nostre  telecronache ed a condividere momenti di felicità insieme, perché crediamo che l’inclusione ed il  divertimento siano la miglior arma contro l’indifferenza e, in questo caso, la violenza. 

 

Lorenzo Cerioli

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