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Il voto espresso dall’assessore Simona Pasquali in occasione dell’assemblea di Padania Acque del 18 dicembre scorso costituisce un grave vulnus istituzionale e un pericoloso precedente.

A distanza di poche ore dal voto favorevole alla proposta di delibera n° 7036/2025 “Modifica dello Statuto dell’Azienda Padania Acque S.p.A.” espresso la mattina dello stesso giorno dal Consiglio comunale di Cremona a larghissima maggioranza (escluso il gruppo di FdI), l’assessore delegato dal sindaco Andrea Virgilio, ha disatteso l’indirizzo fornito dal Consiglio comunale e si è astenuta, contribuendo in tal modo a non far raggiungere il quorum richiesto dei 2/3 del capitale sociale presente. Infatti, in questa fattispecie, l’astensione equivale a voto contrario.

Se è vero che durante la discussione del punto un paio di colleghi hanno evidenziato che, a loro parere, sarebbe stato utile inserire nello statuto un limite al numero di mandati dei componenti degli organi della società, è altrettanto vero che tale norma non è obbligatoria e che il medesimo obiettivo si poteva tranquillamente ottenere con un distinto atto di indirizzo dell’assemblea, senza necessariamente rinviare l’approvazione delle modifiche, scelta che imporrà a tutti i Comuni della Provincia di Cremona di ritornare nei Consigli comunali.

A riprova di quanto fin qui sostenuto vi è l’evidenza che la delibera è stata approvata dal Consiglio comunale nella sua versione originale, come proposta degli uffici, senza alcun emendamento e quindi senza alcuna modifica.

È giusto ricordare che ad attribuire al Consiglio comunale il compito di indirizzo anche in materia di società partecipate è l’art. 42 del Testo Unico Enti Locali (D.L. 18/08/2000 n° 267), ripreso anche dall’art 6 dello statuto del Comune di Cremona. Il rappresentante del Comune di Cremona ha l’obbligo istituzionale di esprimere in assemblea l’indirizzo deliberato dall’organo collegiale.

E’ grave anche perché l’11 dicembre scorso, in occasione dell’Ufficio di Presidenza che ha approvato la proposta di deliberazione con la sola astensione del rappresentante del gruppo di Fratelli d’Italia, il presidente del Consiglio comunale Luciano Pizzetti, rispondendo a un preciso quesito formulato dal collega Alessandro Portesani relativamente al vincolo per il rappresentante del Comune di Cremona conseguente all’approvazione della delibera, ha rassicurato i presenti che la delibera era vincolante per tutti e più precisamente ”il rappresentante del comune, non necessariamente il sindaco, va là portando di fatto la delibera consigliare”. Il Presidente concludeva il suo intervento sostenendo testualmente “Ci mancherebbe pure che il Consiglio vota A e l’Amministrazione fa B”. L’Ufficio di Presidenza, riunito in forma di commissione, si è concluso con il parere favorevole di tutti i capigruppo, ad esclusione del rappresentante del gruppo di FdI che si è astenuta.

Incredibilmente, nel Consiglio comunale del 18 dicembre e nella successiva assemblea di Padania Acque si è verificato esattamente lo scenario che il Presidente Pizzetti aveva considerato impossibile.

Quanto accaduto costituisce anche un pericoloso precedente. Delegittimare gli organi collegiali dell’Amministrazione comunale da parte di chi dovrebbe tutelarne le prerogative è allarmante e rischia di incrementare lo scollamento tra gli elettori, i suoi rappresentanti e la Giunta comunale che ha assunto una posizione opposta rispetto al mandato ricevuto.

Per queste ragioni abbiamo presentato un’interrogazione a risposta orale diretta al Sindaco di Cremona e all’assessore Pasquali volta a chiedere chiarimenti in merito a quanto accaduto e più precisamente:

Per quali ragioni l’assessore Simona Pasquali ha espresso un voto di astensione alla proposta di delibera “Modifica dello Statuto della Società Padania Acque S.p.A. in difformità rispetto all’indirizzo chiaramente espresso dal Consiglio Comunale di Cremona durante la seduta del 18 dicembre scorso.

 

Andrea Carassai  consigliere Comunale Forza Italia

Jane Alquati consigliere comunale Lega Salvini Premier Cremona

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