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Lunedì 9 giugno alle 17 durante la convocazione della Commissione Cultura e Cittadinanza è stata fatta la relazione sulla gestione del teatro cittadino Ponchielli dal direttore artistico e soprintendente Andrea Cigni. Non avevo mai avuto modo di conoscere di persona il dottor Cigni, ma sin dalle sue prime parole, con la gestualità e la passione nel raccontare il suo percorso di questi anni (dal 2020 ad oggi) sono rimasta affascinata dalle sue capacità e sensibilità nella gestione di un “gioiello” complesso come il teatro cittadino.

Livornese di nascita ma cremonese nel cuore dal 2003, quando è arrivato qui, Andrea ha sempre voluto sviluppare la capacità della “struttura” teatro di essere “funzionale” e “funzionante”.

Il progetto di Sviluppo del Teatro Ponchielli, trovato non in buone condizioni di “salute”, prende vita attraverso numerose azioni di crescita. La prima è stata quella di rendere tutto il personale assunto in pianta stabile e a tempo indeterminato, perché qualsiasi lavoratore che sente di appartenere al suo luogo di lavoro dà il meglio di sé, come fosse parte della sua casa.

Azioni di rilancio e innovazioni come passare dalle luci a incandescenza a quelle a led sia nella zona palcoscenico che in tutta la sala (oltre 800 lampadine). Tutto ciò ha portato non solo ad accedere ai finanziamenti del PNRR pur con le loro complessissime rendicontazioni, ma anche a poter diventare un teatro “green” con un effettivo abbattimento dimostrato di emissioni di CO2 del 90% con tanto di conseguente riconoscimento europeo sancito dal “Theatre Green Book”.

Credere in un tipo di gestione orizzontale invece che apicale ha consentito a tutti i responsabili dei vari settori di lavorare bene e in sinergia, collaborando insieme con confronti diretti e personali che hanno consentito di arrivare ad un lavoro ottimale. Ne è scaturita la possibilità di offerta di utilizzo del teatro per oltre 250 “aperture di sipario” in un anno.

Ma ciò che mi colpito maggiormente, sono stati i progetti di totale inclusione verso ogni tipologia di spettatore, con le molte e diverse agevolazioni. Prezzi simbolicamente bassi per gli anziani, possibilità di accedere a teatro per i genitori con un servizio di nursery per i bambini piccoli e soprattutto ausili che permettono anche a i non udenti e ai non vedenti di apprezzare le rappresentazioni teatrali.

Non sono certo stati i numeri, sebbene impressionanti (da 2,9 milioni a oltre 6 milioni di budget attuale), a colpirmi, ma l’empatia che ho visto in un manager che sa valorizzare per prima cosa il valore umano. Infatti lo stesso Cigni ci ha detto che i numeri da soli non bastano. Dietro ci vuole un racconto, un dialogo, quello che lui ha saputo instaurare da subito con decine di istituzioni culturali, sociali, economiche, turistiche civili, per riportare il teatro al centro del complesso sviluppo della nostra città, rendendolo anche un riferimento nazionale e internazionale.

Cremona città della Musica, città di Stradivari e di Monteverdi, ricca di storia, di cultura e di una memoria dai grandi valori, una città da valorizzare con il suo teatro, perché esso rappresenta la sintesi di tematiche che possono realmente unire anche tutto il mondo politico: arte, cultura, musica, danza e prosa sono patrimonio di tutti. E tutti insieme dobbiamo proteggerne la fattibilità.

Un sovrintendente e un direttore artistico talmente preparato dinamico e innovativo che ha ricevuto un’offerta lavorativa in un altro teatro, di una città metropolitana e capoluogo di regione: Cagliari.

Nell’augurargli il meglio, alcune lacrime sono scese dagli occhi di chi lo ha potuto conoscere bene e apprezzare in questi anni, persino nei suoi… E questo mi ha permesso di capire che ci sono ancora tante belle persone che sanno svolgere davvero bene e con passione i propri incarichi, gemme più o meno celate che per splendere hanno bisogno di collaborazione, fiducia e molta voglia di fare il bene di una collettività.

Un grazie sentito ad Andrea anche da parte mia!

Paola Tacchini

 

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