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E’ mancato oggi nella sua casa in via Palestro a Cremona l’odontoiatra Stefano Galli. Malato da tempo, aveva 82 anni. Lascia la moglie Anna e le figlie Stefania e Maria Elena. Originario della provincia di Parma, figlio di Stefanino e della nobile Maria Bruna Cornelli, era noto e apprezzato a Crempona oltre che per la sua competenza professionale, anche per la partecipazione alla vita associativa e per le varie passioni che l’hanno visto a lungo tra i protagonisti della società cremonese. Il carattere mite e incline alla convivialità gli ha consentito di intrecciare estese relazioni e di costruire solide amicizie coltivate finché le condizioni di salute gliel’hanno permesso. Insieme con la moglie è stato un assiduo giocatore e frequentatore del Golf Club Il Torrazzo e prima ancora del campo pratica del Golf Cremona, a Malagnino.

La delegazione di Cremona dell’Accademia Italiana della Cucina, istituzione della Repubblica Italiana sorta nel 1953, riconoscente nei confronti di Galli, lo nominò accdemico onorario per l’impegno profuso in qualità di delegato tra il 1984 e il 1994 ”nella salvaguardia e nella promozione della cultura della civiltà della tavola, espressione viva e attiva dell’intero Paese”, come affermato da Orio Vergani, fondatore dell’Associazione.

Nel luglio 1984, su indicazione del suo amico Fernando Cantarelli, figlio di Peppino, titolare dell’omonima trattoria di Samboseto, frazione di Busseto, Galli conduce la delegazione cremonese al Ristorante Il Pescatore a Runate di Canneto sull’Oglio ed è dietro sua segnalazione che i titolari Antono e Nadia Santini ricevono il premio di cucina eccellente dall’Accademia, iniziando così quel percorso di notorietà che ancora oggi li vede al vertice in Italia.

E’ il periodo di massimo splendore per la ristorazione cremonese, che l’Accademia della Cucina Italiana esalta e premia.  La città del Torrazzo entra nell’olimpo dei locali stellati grazie al ristorante In Ceresole dei fratelli Saverio e Rino Botte e a Gentilia e Paolo Fenocchio dell’Aquila Nera. Ma anche le trattorie tipiche del territorio quali il Lido Ariston di Brancere e Il Baracchino del Po ottengono il giusto riconoscimento. Sempre in quegli anni, per la precisione nel marzo 1987, nell’ambito della rassegna della cucina lombarda, viene premiato il ristoratore cremonese Sergio Carboni.

Non solo la ristorazione, ma anche l’industria agroalimentare cremonese trova nell’Accademia della Cucina un’importante vetrina come testimoniano le visite guidate a diverse realtà produttive quali l’Acetificio Galletti di San Daniele Po e la Gennaro Auricchio spa che nel 1990 viene insignita del Premio Dino Villani.

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