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È stato un viaggio all’interno del mondo della liuteria, alle origini del saper fare liutario che ha reso Cremona famosa in tutto il mondo quello fatto dal Rotary Cremona Po. La vista a Casa Stradivari ha permesso ai soci del club di entrare nel cuore della tradizione liutaria e di intuirne la complessità e le prospettive. Guidata dal violinista e virtuoso Fabrizio Von Arx, direttore artistico di Fondazione Casa Stradivari, la visita si è svolta nella casa nuziale del massimo liutaio in corso Garibaldi, dove una volta c’era il negozio Te per Due. Oggi quel luogo è tornato alla sua antica funzione e ospita un corso gratuito di specializzazione post diploma per giovani liutai.

«Tutto è nato da un’idea: la volontà di festeggiare i 300 anni del violino Stradivari 1720 The Angel – ha spiegato Von Arx -. In piena pandemia mi sono inventato un viaggio musicale che da Ginevra arrivasse a Cremona e ne abbiamo fatto un documentario. È stato proprio il regista del docufilm a dirmi di fare qualche ripresa all’interno della casa. Da lì è partita l’idea che oggi è realtà».

Casa Stradivari ospita il secondo ciclo di corso post diploma. Von Arx ha spiegato come nasce un violino, quali sono le fasi costruttive, ma soprattutto ha ripercorso i segreti del massimo liutaio, morto novantenne, e che produsse i suoi capolavori assoluti all’età di sessanta. Dopo decenni di ricerca è stato individuato un triplice fattore: «Si cercano i segreti di Stradivari nei materiali, nella scelta del legno, nelle vernici, aspetti determinanti – ha detto il virtuoso – ma credo che la grandezza di Stradivari sia strettamente connessa al fatto di aver vissuto a cavallo fra due secoli il XVII e XVIII periodo in cui si verificò uno straordinario fiorire di musicisti: Vivaldi e Corelli solo per citarne alcuni, musicisti compositori che andavano in cerca di una nuova tecnica. Questo rapporto stretto fra musicisti e liutai ha trasformato e condizionato sia chi componeva musica sia chi costruiva strumenti. Si è dato vita a un legame che poi è stato difficile ritrovare, se non in Francia nel XIX secolo, mentre in Italia spadroneggiava il canto».

Suonando il suo The Angel, Fabrizio Von Arx ha mostrato le sue potenzialità che si materializzano nelle 24 voci del violino, nell’incisività del suono conseguenti alle trasformazioni dello strumento, principalmente all’allungamento della tastiera conseguente all’avvento del pianoforte e al mutare dell’archetto, sempre nel XIX secolo.

Durante la cena al ristorante Il Violino il virtuoso ha eseguito alcuni brani, tra i quali alcuni movimenti dalle Quattro Stagioni di Vivaldi e i Capricci di Paganini e ha spiegato come la musica abbia indotto modifiche dello strumento, analizzando insieme con gli ospiti le caratteristiche del suono.

E’ stata una serata al cuore della liuteria, che ha confermat0 come Cremona abbia tutti i titoli per aspirare ad essere capitale della musica.

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Giuliana Guindani

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