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In un mese oltre 350mila capi abbattuti. Servono maggiori risorse per garantire le misure di biosicurezza e sostenere i gli allevatori. Si è tenuta ieri, in una seduta congiunta delle Commissioni sanità e agricoltura, l’audizione delle associazioni di settore e dell’Unità Operativa di veterinaria della Regione Lombardia per fare il punto sui recenti focolai di influenza aviaria nei territori lombardi.

“In audizione – afferma il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni – è emerso il grande lavoro che gli allevatori hanno fatto in materia di biosicurezza, investendo in questi anni soprattutto sia per gli allevamenti di suini che, appunto, in quelli avicoli. Il primo caso riscontrato in Lombardia, a Casale Cremasco, lo scorso ottobre, ha riacceso i riflettori sulla necessità di rispettare e far rispettare le misure di biosicurezza”.

“Il numero di capi abbattuti nell’ultimo mese è particolarmente preoccupante – sottolinea Piloni – oltre 350 mila in tutto, per un ammontare stimato di oltre 3,5 milioni di euro. Il focolaio di Casale Cremasco è tra i più impattanti, con 57 mila capi abbattuti finora. La situazione riguarda però anche altre aree della Lombardia: Zelo Buon Persico (Lodi) con quasi 15 mila capi, Seniga (Brescia) con circa 34 mila, Guidizzolo (Mantova) con vari allevamenti coinvolti per oltre 50 mila, Olgiate Olona (Varese) con 175 mila,  e Ceresara (Mantova) con altri 15 mila capi abbattuti”.

“Se da un lato la maggior parte dei focolai è da attribuire alla contaminazione con uccelli selvatici, soprattutto durante le rotte migratorie, in altri casi si registrano situazioni dovute alla movimentazione, soprattutto nei grandi allevamenti. In questi casi aumentano i fattori di rischio ed è quindi necessario tenere alta la guardia nel far rispettare le norme previste dai protocolli” ha sottolineato il responsabile dell’unità operativa di veterinaria.

“Per questi motivi, in occasione del bilancio di previsione che affronteremo a dicembre – conclude Piloni – chiederemo di stanziare risorse adeguate per aumentare e investire in biosicurezza, per rafforzare le attività di prevenzione e tutelare il comparto avicolo, oggi sotto pressione a causa di questi focolai, e soprattutto di destinare risorse per la biosicurezza negli allevamenti di bovini, in ottica di prevenzione, fondamentale per sostenere e tutelare l’economia agroalimentare regionale e i nostri allevatori”.

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