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La coincidenza

10 Giugno 2022

Gianemilio e Matteo, coetanei, ex compagni di scuola e amici per la pelle, compivano trent’anni. Di lì a poco Gianemilio si sarebbe sposato con Elisa, una ragazza di qualche anno più giovane, fresca di laurea in Farmacia, la quale era alla ricerca del primo impiego possibilmente non lontano da casa sua che era nell’interno di una cascina di Olmeneta, località agricola a una decina di chilometri da Cremona. Elisa aveva frequentato l’Università a Milano, dove aveva soffocato la sua origine contadina, costruendosi una nuova personalità. Ma quell’indole agreste non era riuscita a cancellarla del tutto e dai suo modi di agire, nelle varie situazioni del vivere comune, ogni tanto veniva fuori. Soprattutto quando pronunciava parole come ‘appositivamente’ invece di appositamente o ‘la mezzadria della strada’ invece di mezzeria. Era di aspetto gradevole, non alta ma neppure piccola di statura con un seno di notevole misura. Le sue gambe erano lunghe rispetto all’altezza e le mostrava volentieri ogni volta che indossava minigonne talmente corte che a stento arrivavanoa coprire le pudenda. Ambiziosa, di carattere docile, aveva strappato la promessa di matrimonio a Gianemilio, un figlio di buona famiglia con buone disponibilità economiche. Il padre era il primario di Ortopedia dell’ospedale di Brescia e il futuro sposo, pure laureato in medicina, era in attività al pronto Soccorso di Cremona, posto di lavoro che raggiungeva guidando la sua Giulietta Sprint rossa, il regalo di laurea della famiglia.

Il passato sentimentale di Elisa aveva avuto qualche contraccolpo, tenuto nascosto al futuro marito come voleva il costume dell’epoca e gli insegnamenti che le madri impartivano alle figlie – siamo nei primi anni Sessanta – imponevano.Tuttavia, dopo il fidanzamento ufficiale con la presentazione ai genitori e la consegna dell’anello, il comportamento della ragazza era stato irreprensibile. La data fissata per il matrimonio si avvicinava e fervevano i preparativi. Matteo, cheproveniva da una famiglia meno abbiente di quella dell’amico, con la sua Fiat 500 dava una mano trasportando da una casa all’altra scatoloni pieni di oggetti che gli sposi volevano avere nel nuovo appartamento. Egli accettò con piacere di essere il testimone di nozze dello sposo. Fu un matrimonio rispettoso della tradizione con il sabato mattina scelto per il giorno della cerimonia, tanti invitati, il pranzo in una struttura medievale rifatta e opportunamente attrezzata, il viaggio di nozze a Roma, la durata: una settimana.

La nuova vita insieme non stava suscitando particolari entusiasmi e la mogliettina sembrava appagata dall’aver raggiunto lo scopo del matrimonio. Incominciava ad annoiarsi e per ravvivare la monotonia propose al marito di invitare Matteo a cena. Proposta accettata con piacere in nome dell’amicizia che li legava all’ex compagno di liceo. Elisa non brillava tra pentole, tegami e vivande, tuttavia mise tanto impegno nella preparazione, non fermandosi ai cibi ma distribuendo qua e là candele profumate per creare – aveva detto al marito – un’atmosfera raffinata. La sera stabilita, Matteo suonò il campanello di casa alle otto precise. La porta si aprì e si offerse al suo sguardo Elisa in tutto il suo splendore: era andata dal parrucchiere a farsi cotonare i capelli neri, dall’estetista per la ceretta e per sfoggiare il nuovo trucco alla moda, con la riga sugli occhi che verso l’esterno si sdoppiava in due segmenti a richiamare la coda della rondine, come veniva chiamato all’epoca un tale disegno. Le porse un piccolo mazzo di fiori mentre il colpo d’occhio prendeva d’infilata la minigonna audace e la camicetta che lasciava scoperta l’attaccatura del seno. Matteo non fece pensieri lussuriosi, tanto era il suo rigore etico nei confronti dell’amico.

La cena volgeva al termine, quando suonò il telefono. Dall’Ospedale comunicavano al dottor Gianemilio che per un’urgenza doveva rientrare al Pronto Soccorso. ‘Ma farò presto, disse, aspettatemi per favore’. Rimasti soli, Elisa invitò Matteo a sedere accanto a lei sul divano. L’ospite si accomodò per primo e la padrona di casa si lasciò andare accanto a lui, quasi coscia contro coscia. A lei, il marito non bastava più, nonostante si fosse appena sposata. Con l’ambizione tipica di chi vuol avere sempre di più, aveva messo gli occhi sul migliore amico del marito, per il solo desiderio di essere ammirata, di essere corteggiata, di piacere. Gli aveva anche passato un braccio attorno al collo avvicinando le sue labbra dipinte di colore rosso vermiglione, il rossetto alla moda. Matteo stava per capitolare, quando dalla finestra aperta entrò un pipistrello, che con le sue zizzaganti evoluzioni sfiorava muri e persone. Istintivamente Matteo balzò in piedi: in quell’istante la porta si aperse. Era Gianemilio, già di ritorno. ‘La mia macchina è rimasta senza benzina, mi sono fatto sostituire e sono tornato casa. Domani la recupererò, tanto è qui poco lontano. Se fosse rientrato un attimo prima la sua vita sarebbe cambiata. Invece, tutto come prima, con la moglie affettuosa e piena di premure… per coincidenza.

 

Sperangelo Bandera

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