Monta la protesta dei cittadini per il caro bollette, in particolare quelle delle utenze collegate con il teleriscaldamento, Dopo la mobilitazione promossa la scorsa settimana a Castegnato, nel Bresciano, lunedì sono scesi in piazza i torinesi che hanno dato vita a una manifestazione in piazza Montale nel quartiere delle Vallette. Si è costituito un comitato sostenuto dal sindacato di base Asia (Associazione Inquilini Abitanti) e Usb. Anche qui, come in tutte le zone dove è in funzione un termovalorizzatore, le bollette sono triplicate. Lo sconcerto, la rabbia, il senso d’ingiustizia espressi dei manifestanti sono stati palesi e fanno seguito alle azioni senza esito promosse in passato davanti agli uffici del Comune e alla sede di Iren che gestisce il teleriscaldamento nel capoluogo piemontese. I promotori della protesta lamentano di essere essere stati esclusi dai tavoli di confronto. Il teleriscaldamento non è rientrato nelle politiche di calmierazione dei prezzi attuate dal governo Draghi. L’Autorità di regolazione, secondo il comitato cittadino, non ha tenuto conto del teleriscaldamento quindi le tariffe sarebbero affidate, senza controllo, alle aziende fornitrici del servizio, Iren spa a Torino, A2a a Cremona.
Nel corso della manifestazione torinese si è tenuta un’assemblea con la raccolta di adesioni per l’autosospensione dal pagamento delle bollette. Iren ha dichiarato che la sua spesa per il gas reperito sui mercati è notevolmente aumentata: il prezzo ha cominciato a crescere a partire da settembre 2021, in tempi ben lontani, quindi, dalla guerra in Ucraina. I manifestanti dichiarano che l’acqua calda immessa nella rete del teleriscaldamento deriva sostanzialmente dal vapore ad alta temperatura generato delle centrali a cogenerazione. E’ quindi materiale di scarto (“cascame termico”), che andrebbe raffreddato e smaltito e che se non fosse stato messo a valore nel teleriscaldamento, rappresenterebbe un costo per l’azienda. Altro aspetto estremamente penalizzante è rappresentato dal fatto che oltre al consumo visualizzato sul proprio contatore, gli utenti allacciati alla rete del teleriscaldamento pagano un ulteriore 30 per cento almeno determinato dalle cosiddette ‘dispersioni’ di calore a monte del proprio contatore.
Ed ecco le rivendicazioni dei torinesi:
– calmierazione delle bollette attraverso la tassazione degli extraprofitti delle società di distribuzione dei servizi di energia
– una regolamentazione della tariffa
– ripubblicizzazione dei servizi energetici, ovvero i distributori devono essere pubblici e non privati
– istituzione di un bonus reale e concreto (per ora Iren ha istituito un bonus deciso dal suo Consiglio di amministrazione) che copra anche ai rincari del passato
– moratoria sui debiti pregressi per tutte le bollette, non solo quelle del teleriscaldamento
E’ stata annunciata una manifestazione per il 30 settembre in luogo da destinarsi.
Proteste, petizioni e richieste di incontri non hanno ancora portato a nulla a Castegnato, dove il kilowattora ha raggiunto 0,26 euro, la cifra più alta d’Italia. I castegnatesi non hanno altre soluzioni perché il gestore è unico e gli edifici non sono raggiunti dalla rete gas: “Se ci stacchiamo che facciamo?”, domandano preoccupati, “perché quello che era un valore aggiunto oggi toglie valore alle nostre case”.
Le reti di teleriscaldamento che nell’ultimo decennio hanno visto un notevole sviluppo in Italia promettono più risparmio energetico anche grazie alla possibilità di recuperare il calore da fonti alternative a quelle fossili. Ma già dall’anno scorso le tariffe del gestore di Castegnato, Cogeme Nuove Energie, hanno iniziato a salire. In un anno la bolletta trimestrale è passata da 308 euro a 960 euro, più del triplo. Come a Cremona, dove gli utenti collegati col teleriscaldamento sono ugualmente penalizzati, ma dove tutto tace. Solo Beppe Bettenzoli ha rotto il silenzio che cala sistematicamente sulle vicende che imbarazzano le istituzioni, intralciano i potentati economici e disturbano tutti coloro che hanno interesse a mantenere lo status quo. L’esponente di Unione Popolare ha chiamato direttamente in causa il sindaco Gianluca Galimberti, invitandolo ad attivarsi come stanno facendo suoi omologhi che guidano Comuni dove sono presenti le reti del teleriscaldamento. E’ singolare anche l’assenza di ogni tipo di reazione da parte di soggetti organizzati – associazioni di consumatori, partiti politici, sindacati – e di singoli cittadini, al contrario di ciò che sta accadendo anche vicino a Cremona, dove però i cittadini sono ‘usi obbedir e tacendo morir’.
Vittoriano Zanolli
Una risposta
I STA TUTI SCHIS !!!