“Seguo con particolare interesse il dibattito politico che ha fatto seguito alla proposta che Crema ha condiviso per il rilancio dell’Area Omogenea Cremasca. Con interesse e con piacere, perché l’ampia attenzione che ne è scaturita, in città e nel territorio, nonché l’unitarietà di visione sugli elementi fondamentali della proposta – gli unici su cui in questa fase abbia un senso riflettere – ne confermano la bontà e lasciano scorgere un orizzonte positivo di sviluppo territoriale in cui porre una comune, motivata fiducia. Registro, infatti, una convinzione unanime: la necessità di un territorio forte ed unito (meglio: forte perché unito) e di ricercare il migliore assetto istituzionale ed i profili più indicati ad interpretare questo ruolo. In una fase di rilancio che fa seguito ad una ricomposizione non semplice, sebbene oggi convinta, del territorio cremasco, il presidente dell’Area Omogenea Cremasca, che io continuerei a chiamare in questo modo, deve rispondere più al profilo del primus inter pares che al cosiddetto “Supersindaco”. Semplificazione giornalistica, quest’ultima, che ha il pregio dell’immediatezza, della facilità di lettura, e che rimanda in effetti alla vera novità della proposta in campo – ovvero di poter creare una giunta operativa del territorio cremasco, con delegati che siano espressione delle Amministrazioni comunali del Cremasco e che possano seguire operativamente i progetti di natura comprensoriale – ma che rischia di trarre in inganno rispetto al carattere che, al contrario, si intende imprimere alla nuova governance territoriale: non quello del solista che si ponga al di sopra dei colleghi amministratori, ma quella del coordinatore, tessitore di relazioni, garante di equilibri positivi tanto territoriali, nella rappresentanza tra Comuni di grandi e piccole dimensioni, tanto politici. Equilibri che non si traducano nell’impaludamento dell’azione, ma al contrario in coesione e forza propulsiva negli indirizzi di fondo da imprimere al territorio e da attuare tramite il braccio operativo di Consorzio.it. Un ruolo, questo, che certamente Crema può interpretare con un impegno in prima persona del sindaco nella veste anche di presidente, come alcuni chiedono e valutano opportuno, ma che Crema interpreta comunque, per il suo peso e per il grado di convinzione che ripone in questo progetto. In tale scenario e in questa fase, pertanto, credo che l’individuazione di un presidente altro rispetto al sindaco di Crema possa aiutare al fine di assicurare l’unità territoriale. Con la consapevolezza che Crema, in ogni caso, c’è e ci sarà con tutta la sua forza, già a partire dalla prossima definizione dell’organizzazione e del regolamento operativo di cui il nuovo organismo dovrà dotarsi”.
Fabio Bergamaschi
sindaco di Crema