I dettagli fanno la differenza. Inchiodano gli assassini, incastrato i ladri, smascherano i truffatori. Aiutano i giocatori di poker, i comunicatori, gli incantatori di serpenti. I dettagli smentiscono o rafforzano le parole, sgamano le bugie o confermano le verità. I dettagli sono la prossemica, la mimica, la cinesica. il comportamento non verbale in senso lato.
«Le cose importanti da ricordare sono i dettagli, i dettagli rendono la storia credibile. Questa particolare storia si svolge in un cesso pubblico, perciò devi conoscere tutto di quel cesso pubblico» (Le Iene, Tarantino 1992). Il monologo completo, se non si è schizzinosi, merita d’essere visto al pari dell’ora e mezza del film, che quest’anno ha compiuto trent’anni.
Dettagli è una canzone di Ornella Vanoni. E sui dettagli è costruita Incontro di Francesco Guccini.
Un dettaglio sono i 5.500 euro che il 24 novembre i questori della Camera Paolo Trancassini, Fratelli d’Italia, Alessandro Manuel Benvenuto, Lega, e Filippo Scerra, Movimento 5 Stelle, hanno assegnato ad ogni deputato per esigenze individuali di aggiornamento tecnologico da utilizzare nel corso della legislatura. I quattrocento onorevoli potranno acquistare smartphone, computer portatili, tablet, cuffiette e monitor per un totale di 2 milioni e 200 mila euro. Nella precedente legislatura la dotazione ammontava a 2.500 euro per ciascuno dei seicento deputati per un totale di 1 milione e 750 mila euro. Con il covid, la guerra in Ucraina, l’inflazione, il taglio degli onorevoli, la dotazione è stata aumentata di 450 mila euro, ma con 130 questuanti in meno. Un salto del gambero. Un affare per i cittadini e per lo Stato che veleggia verso i 3 miliardi e 800 milioni di debito e un Governo impegnato a sforbiciare investimenti e servizi per fare quadrare i conti. Qualsiasi giustificazione sulla rendicontazione o meno dell’acquisto e sulla sua conformità alle disposizioni per ottenerlo, sulla possibilità o meno di utilizzare il contributo in base alle presenze in aula e altre disquisizioni tecniche, sono acqua fresca. Pisciatine. Arrampicate sui vetri. Slalom. Minchiate. E infatti l’ideona non è stata pubblicizzata come avrebbe meritato. Nessun partito all’opposizione si è stracciato le vesti. Zitti e mosca, i soldi arrivano a tutti. Non mal comune mezzo gaudio, ma tanta grazia Sant’Antonio. Ma potrebbe starci anche il Franza o Spagna purché se magna, attribuito a Guicciardini, che di politica e storia ne capiva.
I 3.000 euro di incremento pro capite sono un 120% in più rispetto ai precedenti 2500 euro. In assoluto poca cosa. Non una mancia. Argent de poche per deputati che non se la passano male. Per onorevoli che godono di un’indennità netta di 5.000 euro al mese, più una diaria di 3.503 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro, 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323 fino a 3.995 euro ogni tre mesi per i trasporti. L’aumento è la confezione natalizia con panettone, bottiglia di spumante e stecca di torrone recapitata da Babbo Natale con un mese d’anticipo.
Discutere sull’opportunità di erogare l’intero contributo non sarebbe una bestemmia, ma fatica inutile. Sollecitare gli onorevoli a rinunciare alla dotazione non sarebbe una proposta indecente, ma sortirebbe la disonorevole accusa di qualunquismo. Non da scartare quella di sproloquio dopo un trip con l’acido. I 5.500 euro sono un dettaglio rivelatore del livello della politica italiana e di quasi tutti i politici che la praticano. Un dettaglio che è benzina sul fuoco del populismo e assist per la demagogia. Dettaglio di un passato mai passato e di un presente che difficilmente si trasformerà in un domani diverso. Dettaglio che è uno schiaffo a chi si rivolge ai servizi sociali con in mano l’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e a chi frequenta la mensa della Caritas.
I 5.500 euro sono un dettaglio sull’intelligenza e sulla capacità di interpretare la realtà, il momento storico, di chi è delegato a modificare questa stessa realtà, quindi la storia medesima. Sono un dettaglio dell’amnesia e della rimozione delle promesse pubblicizzate in campagna elettorale. Dettaglio di faccia tosta, di bronzo o di materiale organico speciale. I 5500 euro sono l’Italia che ha consegnato la politica all’economia, alla tecnica e alla scienza. Sono i partiti scorciatoia per carriera e scalata sociale. Sono i milioni di elettori che non si recano al voto. La nostra provincia non sfugge alla regola. Ha i suoi 5.500 euro e altrettanti dettagli. Gli ultimi in ordine di tempo sono i totem e gli stendardi di Cremona, il convegno sulla qualità dell’aria dello scorso ottobre.
Ma ci sono anche dettagli senza corrispettivo economico. Pochi giorni fa in consiglio provinciale Jacopo Bassi, è stato surrogato (Crema News, 24 novembre) con Roberto Barbaglio, ma la notizia non è circolata e il motivo è sconosciuto. Bassi non è uno qualsiasi, è stato capogruppo piddino con Stefania Bonaldi sindaco.
Reindustria è in una fase di trasformazione azionaria epocale, ma quanti lo sanno? E nessuno ha mai sollevato obiezioni sulla mancanza nel sito ufficiale della società del bilancio, nonostante tra i soci figurino istituzioni pubbliche.
Questa è la politica oggi. Elargisce 5.500 euro a chi naviga nell’abbondanza e costringe a stringere la cinghia chi si dibatte nel pantano fino qui. Se ne impipa dei dettagli e con lo smartphone pagato dai contribuenti scriverà su Twitter che lavora per un’Italia uguale. Cazzate. Una delle cinquemilaecinquecento.
Antonio Grassi
3 risposte
Non dimentichiamo che i parlamentari che abbiamo scelto per rappresentarci una volta arrivati a Roma non hanno ‘ l’obbligo di frequenza ‘: la loro presenza in aula è esclusivamente legata al senso di responsabilità che non sempre è stato all’altezza.
Sono senza dignità. Non hanno nessun senso di responsabilità nei confronti dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Che schifo non c’è limite alla loro ingordigia.
Contemporaneamente si riduceva il valore di certe prestazioni sanitarie a poco più di qualche pipata di tabacco, aggiungendo al loro banchetto nuovi avvoltoi. E fosse finita qui, no!! L’associata conferma di vessazioni a rendere impossibili certe vite e ipocritamente fatte passare come deontologiche, ma il cui sicuro effetto è quello di ingrassare altre categorie di avvoltoi. Sempre più perciò mi tocca dar ragione a chi quel fatidico giorno decise di andare in collina.