La direttiva sulla presunzione d’innocenza approvata dopo che il deputato di Azione, Costa (Azione) ha ritirato il suo emendamento che vietava, tra le altre cose, le conferenze stampa degli inquirenti. Già nel 2018 il governo Gentiloni aveva formalmente comunicato alla Commissione Ue che la direttiva in oggetto non richiedeva misure nazionali di attuazione in quanto l’ordinamento interno risultava già conforme.
Alla fine è passata quasi all’unanimità. Uno solo il deputato che ha votato contro l’emendamento alla legge europea sul recepimento nell’ordinamento italiano alla direttiva del 2016 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo penale. Undici gli astenuti e 427 favorevoli nell’aula della Camera che ha pure approvato gli emendamenti presentati da esponenti di Azione-Più Europa, Forza Italia, Italia viva, Pd, Lega, M5S, Leu e minoranze linguistiche e sottoscritti anche da deputati di Fratelli d’Italia. Respinto invece, a scrutinio segreto, l’emendamento presentato di FdI che accompagnava il recepimento della direttiva con la regolamentazione e la sanzione della fuga di notizie relative ad indagini giudiziarie.
Il tema aveva determinato un dibattito nella maggioranza che la scorsa settimana aveva spinto il relatore Piero De Luca, del Pd, ad uno slittamento dell’esame del testo. In tema di giustizia, il M5S aveva in particolare fatto emergere delle rigidità relative proprio alle proposte sulla direttiva relativa alla presunzione di innocenza. A questo punto, la legge europea dovrà tornare al Senato, che l’aveva già approvata in prima lettura. La legge ha un iter tormentato. La direttiva Ue viene approvata il 9 marzo del 2016 e aveva come termine di recepimento l’aprile del 2019. Inserita nella legge di delegazione 2016-2017, la delega di recepimento era scaduta nel febbraio del 2018. Poi nel marzo dello stesso anno il governo italiano, all’epoca guidato da Paolo Gentiloni, ha formalmente comunicato alla Commissione Ue che la direttiva in oggetto non richiedeva misure nazionali di attuazione in quanto l’ordinamento interno risultava già conforme. Insomma, la norma approvata nei giorni scorsi non prevede nulla che non sia già scritto in Costituzione: nessuno può essere considerato, prima di una condanna definitiva, come colpevole, di fronte all’opinione pubblica.
Carlo Calenda rivendica ‘una grande vittoria per Azione e tutti i garantisti e liberali d’Italia’. Tra coloro che esultano c’è il deputato Andrea Mazziotti di Celso (Azione), eletto nel collegio di Cremona.
Di seguito la dichiarazione del deputato Enrico Costa (Azione).