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Nuovo ospedale di Cremona ai confini della realtà, la sanità pubblica è altro

15 Settembre 2023

La lettura dei documenti disponibili relativi al nuovo ospedale di Cremona ( https://www.cr-new-hospital.concorrimi.it/allegati/2.%20Documento%20di%20Indirizzo%20della%20Progettazione_Nuovo%20Ospedale%20di%20Cremona.pdf ) fa immaginare una realtà sanitaria ai confini dell’immaginazione: si parte dalla swot analysis e da una riflessione sull’economia circolare passando per la digital twin per finire ai droni, sì proprio quelli che volano. Naturalmente non si trascurerà il benessere per l’ecosistema, visto che si tratterà di un ecosistema connesso grazie a dispositivi diagnostici intelligenti e collegati 24/7 al luogo del benessere olistico in armonia con l’intero ecosistema (ancora). Ovviamente un’attenzione particolare verrà riservata all’armonia tra le specie per finire (per ora) alla definizione del patient journey e delle Personas.

Il Parco della Salute, cioè il luogo attualmente occupato dall’ospedale (da demolire) tra le altre caratteristiche garantirà la conservazione e accelerazione della biodiversità per un benessere olistico ed ecosistemico e sarà in grado di garantire spazi e servizi per attività ludiche e motorie oltre che una Banca dei semi, un Percorso  Benessere, spazi musicali, spazio per la preghiera, una piscina terapeutica ed una ciclofficina. Non siamo riusciti a identificare un parco giochi per bambini e neppure un sala cinematografica,  ma probabilmente si è trattato solamente di una piccola distrazione alla quale si porrà certamente rimedio.

In mezzo a tutto questo ben di Dio (c’è molto altro…) non si riesce ad individuare un particolare piccolo piccolo e cioè il numero dei posti letto che invece pare garantito solamente nelle dichiarazioni verbali. D’accordo, l’Intelligenza Artificiale consentirà il monitoraggio a domicilio delle malattie e quindi si ritiene probabilmente di ricoverare il meno possibile, però confidiamo che nei prossimo 5-8 anni la copertura della rete wifi migliori, così come le competenze degli anziani sofferenti, finalmente in grado di gestire con agile disinvoltura  i moderni dispositivi informatici e quelli “wearable”.

Si tratta quindi di un progetto grandioso, peccato che magari alla gente normale interessi un ospedale in grado di garantire un guadagno di salute, non l’accoglienza di un moderno Centro Commerciale.

Tornando con i piedi per terra, ma è solo un esempio, non è chiaro il motivo per il quale nessuno pare in grado di spiegarci se e perché a Cremona si muore di più per tumore alla mammella rispetto a Mantova, dove queste meraviglie non se le sognano neppure. Se infatti analizziamo i dati relativi al tumore al seno, pare accertato un numero di nuovi casi (incidenza) pressoché sovrapponibile tra il territorio di Mantova e quello di Cremona, vale a dire che ci si ammala più o meno allo stesso modo tra i due territori confinanti. Non è invece chiaro il motivo per cui a Mantova si muore per cancro alla mammella molto ma molto di meno rispetto a Cremona oppure, ma è la stessa cosa, a Cremona si muore molto ma molto di più rispetto a Mantova (https://www.ats-valpadana.it/documents/1654672/60663440/Mammella.pdf/2f1c05f0-527c-0a12-492c-05aeb6d9b027) (accesso 27/8/2023). Ma sarà poi vero? Se fosse veramente così allora ci sarebbe da preoccuparsi, bisognerebbe analizzare il problema, individuare eventuali rimedi, rivedere forse l’organizzazione sanitaria, verificare i dati con gli operatori, ripensare molti degli attuali aspetti sanitari. E se invece non fosse vero? Se così non fosse, dovremmo preoccuparci anche di più per la qualità dei dati disponibili che, ricordiamo, costituiscono, in un mondo ideale, il punto di partenza per ogni decisione da prendere, non solo in ambito sanitario. Immaginiamo allora non tanto di dover costruire un nuovo ospedale al servizio della Comunità ma di dover programmare l’attività sanitaria a favore di una popolazione della quale non sembrano identificate correttamente le patologie, la loro incidenza, la loro mortalità, i loro fattori di rischio.  Naturalmente non è e non deve essere così e la nostra è solamente una visione parziale, esterna e discutibile. Tuttavia nell’ipotesi che questa sia purtroppo la realtà, allora varrebbe la pena di riflettere su alcune scelte, non esclusivamente edilizie, da parte della sanità pubblica cremonese e di chi le sostiene.

E’ lecito pensare che costruire non solo un nuovo ospedale ai confini della realtà ma, cosa anche più importante, una sanità pubblica in grado di intercettare le necessità dei cittadini non possa prescindere da una analisi corretta delle loro condizioni di salute e di malattia. In caso contrario esiste il rischio reale di dotare la città ed il suo territorio di strumenti sanitari tanto eccezionali quanto poco utili e trascurare invece quelli importanti ed indispensabili per le necessità della popolazione. La funzione della sanità, sia pubblica che privata è quella di aiutare la gente nei suoi reali problemi di salute: ci si chiede che senso abbia qualsivoglia intervento senza averli prima correttamente identificati ed analizzati.   Cosa sappiamo ad esempio dei cremonesi che non si rivolgono alle strutture pubbliche cittadine e preferiscono rivolgersi alle strutture sanitarie private oppure se ne vanno a Brescia, Milano, Manerbio? Quale è il loro numero? Per quali motivi non utilizzano le strutture pubbliche cremonesi?  Per quali malattie hanno deciso di rivolgersi altrove? Sono solamente le condizioni dell’edifico attuale a determinare le loro scelte? Tutte domande alle quali qualcuno potrebbe rispondere e sulle quali, in un mondo diverso, si potrebbe costruire non solamente un edificio ai confini della realtà, ma un servizio sanitario migliore.

 

 

Pietro Cavalli

6 risposte

  1. Manca, fra le altre cose, un’analisi necessaria dei flussi che potrebbe indirizzare alla prevalenza delle patologie nel nostro territorio per costruire, o meglio, ricostruire un presidio sanitario con servizi ad hoc.

  2. Condivido l’analisi e il racconto ironico/drammatico. Ma nel contempo è necessario coagulare una forte opposizione alla costruzione di un nuovo ospedale e convincere/imporre, con la forza del numero degli aderenti alla petizione del “ movimento per la riqualificazione dell’attuale ospedale di Cremona”, alla dirigenza dellAsst di CR di cambiare indirizzo ai soldi disponibili: riqualificare anziché costruire di nuovo. Rimangono disponibili 100 milioni per attuare ciò che nella lettera si auspica, ma che non potrebbe mai attuarsi se la maggioranza non sceglie di schierarsi e concretizzare una opposizione e una proposta alternativa contro questo attuale governo dell’Asst.
    Chiedo a tutti i cremonesi di firmare la petizione

    https://vittorianozanolli.it/comitato-contro-il-nuovo-ospedale-ecco-come-aderire/

    Grazie
    Enrico Gnocchi

  3. Se non c’è la medicina sul territorio , non ci possono essere dati affidabili su cui ragionare, ma solo chiacchiere campate in aria e cospicui flussi di denaro pubblico che fanno gola.

  4. Chi ci salverà dalla tecnologia? Priva di Etica, è programmata a che scopo? Attenzione : credo che Severino fosse lungimirante . La pietra filosofale oggi è la tecnica, ma vorrei che ci potessimo.affidare ad una scienza medica che sa coniugarsi con l”ars medica

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