”Con ben due decreti, l’uno del 27 luglio per quanto riguarda lo stoccaggio di Sergnano, l’altro del 19 settembre per quanto riguarda lo stoccaggio di Ripalta Cremasca, il ministero autorizza la sovrapressione del giacimento, al di sopra dei livelli di pressione originaria di pozzo. Per Sergnano, lo stoccaggio sarà al 105%, mentre per Ripalta al 110%. In pratica metteranno più gas di quello che venne trovato originariamente nel giacimento. Il tutto condito dalla retorica della crisi del gas per il conflitto russo-ucraino, e quindi strategico per mantenere un sistema efficace. Ma di quale strategicità stiamo parlando, visto che la società Snam Stogit, proprietaria degli impianti in questione, vende gas esportandolo all’estero?”. Lo afferma Enrico Duranti, presidente del comitato No Gasaran.
”Questa operazione è strategica solo per il portafoglio di Snam e non di certo per la sicurezza di Crema e del Cremasco. Con questo decreto, si chiude una dura lotta durata più di 11 anni da parte di cittadini e comitati, in primis il comitato No Gasaran – dichiara Duranti -. Noi ci abbiamo provato a fermare questo scempio, ma ora abbiamo perso. Purtroppo il silenzio e la passività di quasi tutte le forze politiche, sociali, sindacali, anche con forti inganni istituzionali, hanno portato a questa situazione. Silenzio e passività che purtroppo si nota anche per il nuovo progetto di perforare 38 nuovi pozzi metaniferi a Sergnano, che a questo punto di sicuro verrà autorizzato. Più di così non potevamo fare”.
I sindaci sono sempre più soli e lontani dai cittadini, assediati dai potentati finanziari diventano facile bersaglio per progetti solo speculativi di fondi di investimento e, nel caso dello stoccaggio nel Cremasco, addirittura di società partecipate dallo Stato. Quindi lo Stato contro i cittadini? Il gas degli stoccaggi e del biometano è esportato, non serve per abbassare le bollette dei cittadini. Infatti di questi giorni la notizia dell’aumento del 4-5% dei prezzi per le famiglie! E la,stagione fredda deve ancora arrivare.
I Comuni sono dentro la morsa di apparati amministrativi pubblici carenti, spogliati volutamente di competenze e aggrovigliati di burocrazia utile al potere. Così è confezionato il mantra del pubblico che non funziona. Nella sanità avviene allo stesso modo. Cosi salute, territorio, luoghi del vivere sono serviti su un piatto d’argento alla speculazione, che continua a registrare utili da capogiro, mentre le famiglie faticano sempre di più a quadrare i conti.
Rimane un macigno quell’accordo di compensazioni, in realtà svendita del territorio e salute, sottoscritto dai sindaci del Cremasco a fine 2021 e Stogit, con Anci, in qualità di mediatore. Accordo deliberato nei consigli comunali, senza alcuna informazione e partecipazione della cittadinanza , senza una formale presa d’atto dei rischi di sicurezza pubblica indicati dal ministero negli atti.
Quell’accordo alla luce dei fatti odierni e delle decisioni UE di riduzione dei consumi energetici (nel 2024 dovrà essere del 15%) per rispettare l’accordo di Parigi al 2030 e la neutralità climatica al 2050, variazioni sostanziali, a fronte dell’evidenza che il gas è esportato e non serve alla sicurezza energetica e alla riduzione dei consumi, va revocato in autotutela.
I sindaci scelgano di essere parte di uno Stato forte, non di indebolire lo Stato privando dei beni comuni I cittadini che hanno l’onore e l’onere di rappresentare.
Maria Grazia Bonfante
Una risposta
Che le multinazionali non fossero opere pie, benefiche lo si sapeva benissimo, no? Allora perché stiamo svendendo il nostro territorio? Un problema enorme che nessuno sa affrontare, in primis la politica che, com’è noto, non vuole prendere decisioni di sorta.