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Lunedì virgiliani. Pasini: clima, vicini al punto di non ritorno

26 Febbraio 2024

La conferenza inizia poco dopo le 16 nel Teatro Monteverdi. In sala alunni della scuola media Virgilio. Introduce la referente del progetto, la professoressa Alessandra Fiori,  affiancata dalla dirigente dell’Istituto comprensivo Cremona Due, Daniela Marzani. Fiori presenta il relatore, il professor Antonello Pasini, (nella foto centrale) autore di due libri: “L’Equazione dei Disastri” e “Effetto Serra Effetto Guerra”. E’ il primo dei cinque appuntamenti dei Lunedì virgiliani, rassegna di incontri giunti al quinto anno.  Punto essenziale per tutti noi è la consapevolezza che stiamo vivendo un periodo di grandi e gravi mutazioni climatiche causate dall’uomo, compreso un riscaldamento globale dal quale non si può più fare ritorno. Tutto ciò che resta è tentare, agendo subito, di limitare i danni. I cambiamenti climatici osservati più evidenti sono lo scioglimento della calotta polare artica. Dal 197o a oggi si sono sciolte in chilometri quadrati l’equivalente di 10 paesi come l’Italia. Anche i nostri ghiacciai alpini si stanno velocemente estinguendo e per quanto il nostro pianeta vada incontro a cambiamenti climatici naturali, i flussi esterni causati dall’uomo risultano essere una componente forzante che porterà a breve a un innalzamento delle temperature che avrà effetti nocivi per l’uomo e l’ambiente stesso.

Sono state proiettate numerose slide con grafici allarmanti, anche per i non addetti ai lavori. L’impatto, ad esempio nel nostro Paese, non sarà solo avere più caldo in estate, ma si andrà incontro alla desertificazione, eventi estremi, aumento del livello del mare, ecosistemi e biodiversità a rischio, effetti sulla salute dell’uomo, sul rendimento delle attività produttive, sulla sicurezza e salvaguardia delle proprie abitazioni. Una conseguenza certa sarà anche l’aumento dei flussi migratori. Maggiormente esposta a questi rischi, soprattutto per l’aumento dell’anidride carbonica è la Pianura Padana che negli ultimi anni si colloca sempre ai primi posti tra le zone più inquinate d’Europa.

Un’altra grave conseguenza del cambiamento climatico è la variazione di circolazione delle masse d’aria sul Mediterraneo. Se prima, in estate, a mantenere un clima temperato e mite provvedeva l’anticiclone delle Azzorre, proveniente dall’Oceano Atlantico, ultimamente siamo sempre più soggetti agli anticicloni africani, che portano siccità e temperature rialzate e che quando si ritirano lasciano il posto a perturbazioni dal nord Europa che si trasformano in eventi atmosferici estremi quali alluvioni e grandinate di notevoli dimensioni. In Pianura Padana, ad esempio, la siccità comporta non solo una minore produzione agricola, ma è all’origine della formazione di una micotossina nel mais, l’aflatossina B1, che è altamente cancerogena. In questo caso, la soluzione estrema è stata dirottare il prodotto contaminato negli impianti di biogas che come è risaputo abbondano nel Cremonese e sono una delle fonti di inquinamento.

Per tutti i problemi e i rischi sin qui esposti, Pasini, fisico del clima presso il CNR di Roma, ha sottolineato l’importanza del dialogo tra mondo della ricerca e politica. La scienza ti dice come agire, come mitigare, adattare, cercare soluzioni pianificando e implementando le risorse per la ricerca. I politici che devono farsene carico e gestire al meglio tutte le informazioni che ricevono. La parola d’ordine, in questo caso è: Gestire l’Inevitabile (adattamento) ed Evitare l’Ingestibile (mitigazione).

Un’altra slide molto significativa riguarda l’importanza degli alberi per attenuare la vulnerabilità di un territorio.
Le loro radici drenano eccessi piovani e trattengono anche il terreno in caso di smottamenti, assorbono la CO2 ossigenano l’ambiente, abbassano la temperatura del suolo, consentono l’evaporazione dell’umidità, rendono il suolo permeabile. Di fatto, insieme ad altri accorgimenti, possono ridurre il rischio di disastri ambientali.

A Parigi si è provato a mettere attorno a un tavolo i potenti della terra, che sono anche i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici, ma al di là di progetti teorici molto ambiziosi, quando si arriva alle azioni concrete, queste sono davvero insufficienti.

Al teatro Monteverdi erano presenti anche dei giovani di terza media che hanno posto la domanda scontata ma giusta: ”Noi, singoli individui, che cosa possiamo fare?”

Tutti noi possiamo dare il nostro contributo, innanzitutto con una presa di coscienza dei problemi, cercando di adattare il più possibile lo stile di vita con azioni che partono dal consumo individuale (esempio mangiare meno carne, non sprecare cibo, spegnere la luce e l’acqua quando non serve), imparare l’utilizzo del riciclo, produrre in modo autosufficiente con energie rinnovabili (comunità energetiche con fotovoltaico).

Ma il lavoro fondamentale compete ai politici, perché mettano questo tema in cima alla loro agenda, e si decidano  ad abbandonare il fossile a favore di una concreta transazione energetica.

Lunedì prossimo si terrà un nuovo incontro. Argomento della conferenza sarà  ‘La Coscienza Ecologica e la Coscienza Planetaria’. Relatore il docente universitario Mauro Ceruti.

 

Paola Tacchini

 

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