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Dossier della DN Antimafia, vecchi giochi ma giocatori sempre peggiori

9 Marzo 2024

Un sottufficiale della GdF, tale Pasquale Striano, avrebbe scaricato tra i 30.000 e i 50.000 files contenenti le cosìdette SOS , Segnalazioni di Operazioni Sospette, dal Sidda della Direzione Nazionale Antimafia, girando poche decine di queste informazioni al giornale di Carlo De Benedetti “Domani” e quasi tutte riguardanti esponenti dell’attuale Governo, causando un abnorme polverone mediatico.

Il Sidda è una gigantesca banca dati informatica il cui accesso è riservato ai membri della Antimafia per ragioni di indagini, e si tratta sostanzialmente di segnalazioni provenienti da Bankitalia e riguardanti movimenti di denaro potenzialmente sospetti di possibile riciclaggio o affini. Trattandosi fondamentalmente di sospetti e di strumenti di indagine, tutto questo materiale non è ovviamente divulgabile, e quindi lo Striano ha commesso reati a pioggia, ma andrebbe anche chiarito che il materiale in oggetto è penalmente irrilevante. Per far comprendere quanto poco siano “rilevanti” le SOS è sufficiente consultare il sito della Sidda dove la loro relatività viene messa nero su bianco: “Si tratta, in altre parole, di considerare la Banca dati come una sorta di recipiente in cui raccogliere i dati, da soli insufficienti per formulare teorie o selezionare ipotesi investigative in ordine ai fatti per i quali si intende procedere”.

Ecco quindi spiegato che dato il livello di informazioni divulgato proprio di polverone mediatico si tratterebbe, o almeno così dovrebbe, non fosse che come amava ripetere Indro Montanelli gli italiani amano rivoltarsi nelle loro vergogne con voluttà porcina, e da noi la narrazione dietrologica non ha mai ceduto il passo alla semplice esposizione dei fatti.

I politici di Destra hanno immediatamente gridato al dossieraggio stalinista e quelli di Sinistra hanno minimizzato e tirato in ballo la libertà di stampa, secondo la più classica  delle sceneggiature. Qualche vecchia volpe ha addirittura tirato in ballo una presunta guerra di spie, che dietro a questo Striano celerebbe l’insofferenza dei nostri 007 per l’ennesima riforma dei Sevizi Segreti e per le imminenti nomine dei loro nuovi vertici… Chissà, in Italia tutto è possibile, e sopratutto tutto ciò che non fa parlare dei veri problemi (tanti) del Paese viene immediatamente messo da tutti in cima alle agende.

Al momento l’unico reato sarebbe appunto commesso dallo Striano nel passare ai giornalisti delle informazioni riservate, peraltro utilizzando pare una utenza e password che da tempo non dovevano più essere in suo possesso.

E qui sta la  prima vera  questione: si chiedono molti osservatori già di per sé se potrebbe essere discutibile che la Direzione Nazionale Antimafia abbia creato una banca dati di informazioni così abbondanti ma così poco rilevanti, e ancora più grave è che sia così facile accedervi e scaricare dati…E infatti, come nella migliore tradizione italiana, è immediatamente scattata la classica guerra tra Procure, aperta da quella di Perugia guidata da Raffaele Cantone, che si dice abbia ancora il dente avvelenato per essere stato giubilato dall’allora Centrosinistra PD-5stelle dalla carica di Autorità Nazionale Anticorruzione. Ora anche la Procura di Roma ha aperto una inchiesta e sicuramente altre ne seguiranno.

Ciò che anzitutto rileva per me, da “tecnico” della Gestione Documentale, è che la corsa inarrestabile alla digitalizzazione ha prodotto una quantità incredibile di banche dati digitali, alle quali (nonostante la ridda di norme, regole e best practices emanate da chiunque) accedere è fin troppo facile (basta una utenza e una password creata chissà quando da chissà chi…) anche senza essere degli hackers russi, e questa vicenda ne è la ennesima prova. Ben altra cosa e assai più difficile sarebbe stata accedere a un archivio cartaceo fisico e farsi cercare le pratiche da chi le aveva piazzate sugli scaffali  …

L’altro aspetto interessante però è che si siano fatti beccare subito: in Italia l’attività di spionaggio e dossieraggio esiste da almeno cent’anni, perfino da prima che Mussolini inventasse l’ OVRA e non può che essere fatta rimestando nella mondezza e sporcandosi le mani, ma vivaddio come diceva Federico Umberto D’amato un conto è giocare sopra le regole, un’altro è farsi beccare. Il che ci dice che il gioco è vecchio ma i giocatori non sono più gli stessi…Ai bei tempi della Guerra Fredda il KGB invitava a cena in Ambasciata Scalfari e Iannuzzi e assieme alle mitiche polpette alla Pozarskji gli serviva anche quelle “avvelenate” sul povero generale De Lorenzo e sul fantomatico Piano Solo: il Generale, l’Arma e il Sifar sputtanati per anni, i due cronisti lanciati verso una carriera sfolgorante e 60 anni esatti per scoprire la verità: Kgb 2-CIA 0. Adesso abbiamo un sottufficiale della Finanza che le passa a un giornale che vende 10.000 copie e che si fa beccare subito, o tempora o mores… Se poi costui lavorasse per altri e non avesse operato in autonomia per un po’ di spicci, beh peggio sarebbe.

La terza questione, anche questa annosa, che viene sollevata è la impunita’ della stampa, la quale in effetti da quando Bernstein e Woodward fecero cadere Nixon sul Watergate è stata posta al di sopra delle leggi e deputata al ruolo di  rivoluzione permanente contro i cattivi poteri. Al netto del fatto che nessun giornalista fa cadere nessun potente ma quando questo accade è sempre perché altri poteri usano la stampa o quantomeno glielo lasciano fare, rimane il fatto che in Italia dove un semplice funzionario che pubblica sul sito di un Comune la foto di  un cittadino (magari a una manifestazione) senza il suo permesso rischia il penale, ai giornali dovrebbe essere consentito di pubblicare dossier riservati su membri del Governo senza conseguenze, beh qualcosa da eccepire ci sarebbe anche qui.

Insomma pare che nel Paese ossessionato dalle regole il gioco non cambi, ma peggiorino parecchio i giocatori.

 

 

Francesco Martelli

sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

docente di archivistica all’Università degli studi di Milano

cremonasera.it

Una risposta

  1. Bravo. I giocatori peggiorano perché,tra l altro, il sistema è degenerato grazie anche a questa rivoluzione/ dittatura digitale che ha creato più danni che benefici, almeno per quel che riguarda il rispetto della privacy ed il funzionamento dell’apparato statale

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