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L’europarlamentare Salini si inventa ambientalista, ma mi faccia il piacere

10 Marzo 2024

Massimiliano Salini ha aperto la sua personale campagna elettorale. L’europarlamentare di Forza Italia ha annunciato che si ricandiderà alle consultazioni dell’8 e 9 giugno. In un’intervista (Cremonasera, 8 marzo) ha spiegato senza spiegare una cippa le ragioni della sua disponibilità.

Discesa in campo classica. Repertorio collaudato. Niente di nuovo sotto il sole.

Dichiarazioni insipide. Fiera del già sentito. Già letto. Già digerito. Già smaltito.

Concentrato di motivi nobili e istituzionali. Identitari. Ridondanza di principi generali. Di contenuti sociali. Etici.

Un canestro di banalità lapalissiane, buone per tutte le stagioni. Per tutti i gusti. Per tutti i candidati. E alcune contraddizioni.

Linguaggio vetero-moderato. Politichese d’annata, con certificato di qualità. Miraggi verbali. 

Immagine da brava persona. Pacata. Equilibrata. Seria. Posata. 

Non sarebbe piaciuto a mia zia Gina. Bacia balaustre, rosario in mano e voto garantito alla Democrazia Cristiana, diffidava delle acque chete.  Non avrebbe votato un candidato europeo uscente che ha presentato un’interrogazione (26 ottobre 2023) per bloccare la ventilata proposta di cambiamento del nome alla festa di Natale. Questione non da poco, ma c’è altro di più importante a cui pensare, avrebbe commentato la zia. 

Altrettanto non avrebbe sostenuto un europarlamentare che ha impegnato il suo tempo (interrogazione 2o luglio 2023) per impedire all’Europa di concedere il riconoscimento di indicazione geografica al rum cubano. 

Una volta Salini sarebbe stato catalogato tra gli uomini casa e chiesa. Tra gli impiegati di banca. Tra gli uomini senza grilli per la testa. I tempi sono cambiati e i grillini gli rompono i coglioni.  Sarebbe stato inserito tra i giovanotti da sposare. Ora da votare. Marito modello. Parlamentare non si sa.

Forzista dalla fede non incrollabile, è stato presidente della Provincia. Sostenitore della privatizzazione dell’acqua, ha dovuto digerire quella pubblica.  Risorge, ma è colpito da una crisi vocazionale.

Tentenna. Lascia gli azzurri. Si accasa nel Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, che lo spedisce in Europa, grazie alla rinuncia al seggio di Maurizio Lupi.

Il tempo di capire da che parte tira il vento e, nel 2015, torna alla casa madre, Forza Italia.  

Figliol prodigo, è accolto dal presidente Silvio Berlusconi in persona. Alle europee del 2019 viene ricandidato.  Mantiene la poltrona a Strasburgo.  È nominato commissario azzurro per la Lombardia. Viene rimosso. Resta nel partito.

Non è un mistero: è ciellino e formigoniano.

Sul sito dei parlamentari europei il suo curriculum non è pubblicato.

È stato il primo a proporre un nuovo ospedale per Cremona.

«L’Europa – ha spiegato nell’intervista – è una comunità di pace: questo è un altro elemento di fondamentale importanza. Come italiani abbiamo tante responsabilità per far sì che ad un elemento di crisi si risponda con una presenza più qualificata nelle Istituzioni e con un progetto rinnovato».

Una comunità di pace, per la quale lui stesso sollecita un aumento degli investimenti per la difesa e la costituzione di un esercito europeo.

«Attendiamo con forza che l’EDIP (Programma europeo di investimenti nel settore della difesa) sia realmente un messaggio di speranza, oltre che un messaggio chiaro dal punto di vista della dotazione finanziaria, per ambire ad avere in futuro – perché no? – un’Europa nella quale il tema della difesa non sia più un tema degli Stati ma un tema dell’Unione europea, e nemmeno dal punto di vista finanziario un tema degli Stati ma un tema dell’Unione europea. Oggi noi spendiamo molto, circa 250 miliardi di euro all’anno in difesa, ma abbiamo diciassette diversi tipi di carrarmato; negli Stati Uniti hanno il triplo della spesa con un solo tipo di carrarmato» (Intervento di Salini in aula a Strasburgo, 13 dicembre scorso).

Azzurro e verde abbinati producono un risultato piacevole. Salini non ha bisogno di una armocromista per capire il vantaggio mediatico di una spruzzata ambientalista alla propria propaganda elettorale. Mette l’elmetto verde. Sbaglia nel mixare i componenti e il risultato non è dei migliori.

«Un altro ambito in cui ho lavorato – ha precisato – rientra nel Green Deal, con proposte alternative nell’automotive. Qui il tentativo è ridimensionare le derive antiscientifiche di reinterpretazione ideologica del Green Deal. L’auto elettrica ha assunto le fattezze di un provvedimento simbolico».

Ridimensionare le derive antiscientifiche di reinterpretazione ideologica del Green Deal? Auto elettrica provvedimento simbolico? Ma che cazzo significa?

Per i primi della classe, per gli ecologisti duri e puri è greenwashing. Negazionismo climatico: mille sfaccettature e comunicazione subdola. Raffinata.

Un gioco di prestigio che certifica ecosostenibile un’attività, ma minimizza l’impatto ambientale negativo. Che propone soluzioni non trasformative. Che rimanda ad altri responsabilità della crisi ambientale. Che enfatizza la presunta impossibilità di mitigare i cambiamenti climatici.

Per i più ruspanti della classe, per gli ecologisti di base è motivo per coinvolgere nel discorso ambientale le parti intime.

Per ottenere la patente verde a Salini non basta la presentazione (12 gennaio scorso) di una interrogazione con risposta scritta su La minaccia della vespa velutina per la biodiversità e il miele europeo. Minchia.

È certo, invece, che si   è assicurato un cartellino rosso per l’intervento in aula (12 settembre 2023) sulle emissioni in atmosfera, secondo lui troppo restrittive. Penalizzanti le imprese. Considerazione legittima, sulla quale si può dissentire. Però i voti li chiede ai cittadini. Non alle aziende. Senza dimenticare la salute.

«Ci sono territori – precisa nell’interrogazione – nei quali abbiamo imprese estremamente sostenibili, rispettose di tutti i limiti che vengono posti, sia in ambito industriale sia in ambito agricolo. Ma quelle imprese sono collocate in aree territoriali che morfologicamente determinano un ristagno dei pochi fattori inquinanti presenti. Quindi, impresa sostenibile, ma territorio morfologicamente preoccupante. Il Nord Italia è un esempio: in Lombardia e in Emilia Romagna abbiamo alcune delle realtà produttive più sostenibili e innovative al mondo: ma per rispettare i limiti posti dalla direttiva bisognerebbe abbattere le Alpi! E non è esattamente semplice. Allora, onde evitare di doverle chiudere, perché chiudendo quelle imprese chiudiamo l’Europa, la richiesta che facciamo è di collocare le giuste ambizioni dentro la realtà. Non ci vuole molto».

Le Alpi lo tormentano. Gli procurano l’orticaria. Sono la sua ossessione. La sua sfida. La sua balena bianca. Lui il capitano Achab.

«La Lombardia – evidenzia nell’intervista – è la regione economicamente e culturalmente più forte, questo è un dato di fatto. Occorre puntare sui trasporti ed è il primo elemento sul quale sto lavorando. La priorità è il superamento dei valichi alpini attraverso la mobilità su ferro e gomma, così da poter portare in Europa le nostre merci. La catena montuosa deve essere solcata migliaia di volte da treni e camion, ma i valichi sono spesso bloccati. Occorre superare questa barriera, i valichi devono essere facilmente percorribili».

Sto lavorando: ottima notizia.  In cosa consiste questo impegno? Tratta per acquistare macchine per movimento terra?  È pronto a spianare le Alpi?

Applausi.  Migliorerebbe i trasporti e risolverebbe il problema della aria killer. A patto che venga potenziato solo il trasporto su ferro. Non quello su gomma. Inquina. Forse l’ha dimenticato.

Salini ha iniziato la sua personale campagna elettorale. Auguri.

A Cremona però dica da che parte sta su ospedale, autostrada Cremona-Mantova, biometano. Non sono problemi europei. Ma possono condizionare il viaggio per Strasburgo. E in campagna elettorale funziona meglio il monologo del candidato Foster Kane di Quarto Potere che le fantasie di Tartarino di Tarascona.

 

Antonio Grassi

 

8 risposte

  1. Anch’io sono contrario a snaturare il Natale,e non è una cosa da poco, ma rispetto al problema ambientale, anziché spianare le Alpi, con tanta gioia degli orsi che vi pascolano alla grande,rispolvererei una vecchia proposta finita smarrita non capisco in qualche cassetto ,e cioè quella di spianare il passo del Turchino. Questa si è la vera e incompresa soluzione ai problemi climatici di Cremona e dintorni. ..o no?

  2. E riguardo alla comunità di pace, dispiace dirlo, ma la pace si tutela anche con le armi, visto che non viviamo nell’Eden, ma sulla terra dove la legge dominante è “homo hominis lupus”. D’altronde abbiamo visto ovunque nel mondo e in ogni epoca che fine hanno fatto i popoli disarmati o meno arnati di altri……

      1. Secondo lei le civiltà precolombiane perché sono scomparse? Perché non erano preparate ad affrontare solo le malattie degli europei o anche le loro armi? Valevano di più le loro frecce o i cannoni dei conquistadores? E i pellerossa del Nord America perché quei pochi rimasti sono finiti nelle riserve? E gli ebrei ai tempi di Hitler nei campi di concentramento? Perché nulla potevano contro gli armamenti dei nazisti. La Svizzera è un caso fortunato. Forse nessuna grande potenza l ha mai presa di mira e con cui confrontarsi ma attenzione non tanto con la diplomazia, ma con le armi, perché se sei piccolo fanno alla svelta a farti fuori,se interessa

  3. La realtà per quanto riguarda l’ambiente è che passa decisamente in secondo piano quando si toccano interessi economici. È la scoperta dell’acqua calda, lo so bene. E lo sanno benissimo tutti! Però i politici non possono non lasciare aperta la porta a chi invece spera che un’attenzione per il pianeta ormai in crisi galoppante arriverà, nella speranza che qualcuno conceda loro il tanto agognato voto che consente di mantenere la poltrona. Ne sappiamo qualcosa in casa nostra. Non solo Salini che ritorna a chiedere i nostri voti non si esprime sui temi caldi relativi all’ambiente. Qualcuno ha sentito Malvezzi, Ceraso and Company ? O il PD che si fa Paladino quando ormai la battaglia è stata abbondantemente avviata in una direzione che mortifica e punisce il nostro territorio? E i due candidati che tacciono perché appiattiti sulla “continuità” ( Dio ce ne scampi) o sulle direttive del centrodestra che non può prendere le distanze dai vari europarlamentari e parlamentari ed ex. Gli unici che ci danno notizie in proposito sono i rappresentanti del M5S che a livello locale sono sempre stati attivi. Che ne sarà di noi? L’importante è che andiamo a votare!!! Almeno dimostreremo interesse se non altro almeno per Cremona.

  4. È la ” mano” Destra quella per cui Salini si candida, che ha stretto con la Sinistra un inedito Patto di ferro per ingessare il destino sanitario di 200.000 Casalaschi e Cremonesi con il progetto di un nuovo ospedale che brucia gli ultimi soldi dei contribuenti, ultimi se pensiamo alle prossime finanziarie da impostarsi partendo da – 15 miliardi a titolo di rientro in quota Patto di stabilità. Salini ora si presenta senza neanche sfiorare l’argomento che lo ha visto come primo proponente. Cremona non ringrazia se sul suo territorio un Comitato e un Movimento senza mezzi se non la volontà di difendere il diritto a una sanità pubblica efficiente hanno informato e dato voce ad oggi a 4500 cittadini che hanno detto NO al progetto. Perché non solo di un ospedale nuovo si tratta, di cui non c’è bisogno perché l’ospedale c’è e va solo riqualificato e fatto funzionare, ma del progetto di scaricare su un territorio sguarnito di strutture volumi importanti di assistenza che solo investimenti privati riusciranno a garantire. Con un corollario: il privato convenzionato comincerà a marcare visita da aprile visti i tagli alle prestazioni in convenzione per lasciare spazio al privato non convenzionato. Italo Cavicchi aveva intitolato ” Sanità pubblica addio”.

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