Si fa un gran parlare del fatto che la destra di governo, pur se attraversata al suo interno da continue tensioni, in occasione delle elezioni, rimane unita mentre la sinistra si divide e perde, ma si tratta di una “mezza verità”. Se tale affermazione, infatti, è vera per le elezioni politiche, lo è già di meno per le elezioni regionali e ancor meno per le amministrative. Gli esempi abbondano: è vero che la destra unita ha vinto in Abruzzo (ma lì anche l’opposizione era unita); in Sardegna una destra apparentemente unita ha, però, perso, sia pure di pochissimo, contro una sinistra che non era tutta unita.
Se consideriamo le elezioni locali, almeno per quanto riguarda Cremona e il suo territorio, l’affermazione è sostanzialmente errata. Volgiamoci indietro e valutiamo come sono andate le elezioni comunali a Cremona nel 2019 e a Crema nel 2022: nel primo caso una destra che era partita col vento in poppa, poi, a causa della diatriba Malvezzi-Zagni, ha perso pezzi per strada e ha finito per favorire la riconferma di Galimberti. Nel secondo caso, dopo un’esperienza decennale non propriamente esaltante della sindacatura Bonaldi, il candidato PD Bergamaschi ha vinto grazie al solito “fenomeno” Beretta, che da anni fa il battitore libero nel Cremasco, all’interno della destra, scombinando i piani dei suoi compagni di viaggio.
E veniamo alle prospettive delle amministrative a Cremona 2024. Per quanto riguarda le liste civiche, da Ceraso a Giovetti, e senza contare l’abbinamento tra 5Stelle e Cremona cambia musica, bisogna ricordare che tali liste, non sempre ma spesso, aspettano il primo turno per vedere come vanno le cose e poi si “apparentano” al favorito al secondo turno. Inoltre, una caratteristica inedita è quella della presenza di numerosi e agguerriti comitati, da quello BiometaNO, a quello contro il nuovo ospedale fino a quello contro l’autostrada Cremona-Mantova, comitati i quali giocano in proprio e potrebbero riservare delle brutte sorprese ai partiti di riferimento, abituati a considerarli delle “truppe fedeli”.
Le due coalizioni di centrodestra e di centrosinistra apparentemente viaggiano unite o almeno sembra. Ma, intanto, a destra, sia pure a livello di “sussurri e grida”, sotto traccia corrono dei mal di pancia tra Lega (dov’è finito Zagni?) FdI e FI perché qualcuno obietta che Portesani, candidato “civico”, sia troppo “civico”; al che si potrebbe obiettare ai leader locali della destra: “Non avevate nessun altro da proporre?”.
Nel centrosinistra, dato per buono il fatto che tutti appoggeranno il candidato Virgilio, a sua volta “promosso” dal “lord protettore” Pizzetti, Virgilio stesso dovrà muoversi su un crinale difficilissimo tra continuità e innovazione: se imposta la sua campagna troppo sulla continuità, qualcuno lo accuserà di essere più realista del re e di non rappresentare nulla di nuovo; se l’imposterà troppo sull’innovazione, i “continuisti”, che esistono e non sono pochi, lo accuseranno di intenti destabilizzanti. Roba da far tremare le vene ai polsi.
Insomma, non è tutt’oro quel che riluce e mi viene tristemente da pensare che, spesso ormai, si vince non per meriti propri ma per gli errori altrui; e che a vincere non è necessario essere bravi, ma è fondamentale essere più abili dell’avversario nel simulare e nel dissimulare.
Vincenzo Montuori
2 risposte
Vogliamo osservare anche la posizione cremonese di Azione e Italia Viva? Si sono messe a disposizione del PD : con le sponde che sostengono Virgilio meglio restare nella scia dei potenti! Sembrano gli avvoltoi che aspettano di spolpare le carcasse di animali cacciati e divorati dalle belve. Stanno lì, e aspettano le briciole. Magari comportandosi bene, qualcosina riescono a spuntare, e nel caso, non si saranno inimicati quelli che contano!
Mica tanto briciole se pensa che Italia Viva punta alla presidenza di Padania Acque.