Quando l’argomento sono le nomine dei consigli di amministrazione di società con partecipazione pubblica , non c’è pace tra gli ulivi. Non si è ancora spento il fuoco della polemica per Padania Acque, che già si è accesa quella su Centro Padane. La questione è rimasta sinora nelle segrete stanze degli accordi di partito, ma ora diventa di pubblico dominio, grazie alla testimonianza di una persona che conosce direttamente i fatti.
Ecco che cosa è successo.
La scorsa settimana è stata rinviata l’assemblea di Centro Padane Srl, società di progettazione partecipata dalle Province di Cremona e Brescia in quote paritetiche. L’assemblea avrebbe dovuto nominare il nuovo consiglio di amministrazione composto da tre membri: il presidente indicato dalla Provincia di Brescia e due consiglieri indicati dalla Provincia di Cremona.
I consiglieri provinciali di maggioranza del centrosinistra e di minoranza del centrodestra di Cremona, come da prassi e nel rispetto del bando di candidatura, hanno presentato le rispettive proposte, scegliendo di confermare gli attuali componenti, in particolare il consigliere provinciale del Pd Giovanni Gagliardi ha depositato il curriculum dell’Avv. Elena Bernardini, mentre 5 consiglieri su 6 di centrodestra, hanno depositato il curriculum dell’architetto Bruna Gozzi, già presidente dell’Ordine degli architetti.
Poco prima della scadenza fissata dal bando è pervenuta al protocollo dell’ente Provincia un’ulteriore candidatura: quella del componente del cda della Fondazione Sospiro Paolo Abruzzi, presentato da Fabio Bertusi, direttore generale della stessa fondazione.
E qui nasce il problema che alcuni pongono.
La candidatura di Abruzzi, presentata da Bertusi, fa sorgere molti dubbi e alcuni interrogativi.
Il primo: perché il Direttore generale di un’importante fondazione socio sanitaria del territorio, privo di ruoli di rappresentanza politica e partitica, si prodiga a presentare per una società pubblica di progettazione la candidatura di un membro della fondazione che dirige, ancorché sembrerebbe presentato in qualità di presidente di un’associazione culturale?!
Il secondo: essendo Paolo Abruzzi responsabile provinciale degli enti locali di FdI, perché è stato proposto dal Presidente di un’associazione culturale, che non dovrebbe avere interessi politici e partitici?!
Il terzo: perché Paolo Abruzzi, dirigente provinciale di FdI ha fatto depositare la propria candidatura da Fabio Bertusi, anziché dal consigliere provinciale del suo partito?!
Il quarto: per quale motivo il presidente della Provincia Mirko Signoroni dovrebbe tenere in considerazione la proposta di candidatura depositata da Fabio Bertusi, invece delle due candidature presentate dai suoi consiglieri provinciali, che rappresentano l’intera comunità istituzionale e politica?!
Il quinto e ultimo interrogativo: in questa fase di campagna elettorale nella quale in tutta la provincia di Cremona si stanno confrontando gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, esiste ancora l’accordo tra alcuni esponenti politici del Pd provinciale e alcuni esponenti politici oggi in FdI, accordo pubblicamente sancito con una foto alla festa dell’Unità di Cremona qualche anno fa?!
La scelta che Signoroni sarà chiamato a fare nei prossimi giorni, quando nominerà i due consiglieri di Centro Padane Srl di sua competenza, aiuterà a rispondere a questi interrogativi.