Mi si permetta di fare alcuni commenti al “nervoso” scritto di Luciano Pizzetti, soprattutto per quanto riguarda il problema dell’inceneritore; termovalorizzatore è un termine usato per ridurre l’impatto di quanto questo “forno” ha significato per Cremona in questi 30 anni di attività.
Trent’anni fa con molti cremonesi, e soprattutto grazie all’apporto decisivo del gruppo degli “autonomi” di Cremona, furono raccolte in 3 mesi circa 6.000 firme certificate, come richiesto, costruito un presidio fronte area inceneritore (Forte Apache) per bloccare l’impianto, non ci fu l’auspicato intervento della gente per occupare l’area, ma ci fu una mobilitazione mai vista prima per indire un referendum consultivo. Vinto e disatteso dagli allora governanti la città.
Pizzetti dice che nel nome del tipo di referendum c’è la giustificazione del fatto che non fu ascoltato dagli amministratori .
Ci si chiede perché allora deve essere ammesso come contributo della collettività al buon governo del territorio se poi “L’Amministrazione di allora si è assunta comunque la responsabilità di procedere data la gravità della situazione rifiuti”. Forse Pizzetti non considera due cose: 1° il vero coinvolgimento della popolazione sul tema rifiuti fu fatto dal “comitato contro l’inceneritore, per la raccolta differenziata dei rifiuti”, da parte dei decisori del progetto dell’inceneritore non furono attuati incontri con al gente per spiegare la situazione dei rifiuti a Cremona, e negli incontri del “comitato” con i politici favorevoli all’impianto e soprattutto con i tecnici (Pagliarini e company) ci fu sempre detto che la nostra proposta alternativa della raccolta differenziata era una prospettiva utopica (ricordo benissimo che ci fu detto che l’ipotesi migliore era che si poteva arrivare al 6-7% di raccolta differenziata..). e alla gente costoro andava dicendo “ma dove guum de meter el ruut?) non informando (ladri di verità!) che in molti paesi ormai (San Benedetto Po per esempio) già allora si arrivava a molte decine % di Raccolta Differenziata.
Se fossimo stati ascoltati, se chi “con responsabiltà” gli amministratori locali avessero studiato meglio cosa accedeva nel mondo reale accanto a Cremona e in molti paesi europei, avrebbero capito che il recupero delle materie prime-seconde dai rifiuti era/è il futuro dell’economia (anche a Cremona c’è chi da tempo applica questa scelta con grande successo nel campo metallurgico) e avremmo aperto la strada, in quanto la gente cremonese è da sempre attenta al recupero di ogni cosa che può essere riutilizzata e al risparmio, ad una via che avrebbe permesso, se subito applicata, di superare l’incenerimento dei rifiuti.
Nonostante allora chiedevamo di organizzare la raccolta differenziata casa per casa, si sono persi 20 anni con tentativi sbagliati come l’installazione dei cassonetti ecc. Quando si è passati alla raccolta dei rifiuti casa per casa la differenziata è aumentata agli attuali 75 % circa o forse più… ciò che ora rimane indifferenziato è la stessa quantità dei residui della combustione dell’inceneritore che va smaltito in discarica (20%), caro Pizzetti, con una pericolosità delle ceneri molto più elevata dei rifiuti tal quale. Non commento gli inquinanti invisibili dell’incenerimento che in 30 anni hanno “avvolto Cremona” sostituendosi alla nebbia. Altro argomento, ma non voglio tediare il lettore di questa mia piccola nota, riguarda l’uso dell’inceneritore come coadiutore del teleriscaldamento, altra a mio avviso porcata per Cremona, in quanto non compatibile, vista la prevalenza di case con pochi appartamenti e lunghe tratte di tubi interrati, a dare una adeguata efficienza a questa pur valida metodologia da usare in città verticali o in ambienti adeguati, e di fatto “costringendo” a perpetuare (vero sindaco, ancora per qualche giorno, Galimberti ?) il funzionamento dell’ inceneritore e la vita di questo obsoleto e pericoloso impianto, sempre ogni volta riscrivendo la sua “carta d’identità” e trovando, sempre nella legalità (?), la soluzione per rimandarne la dismissione….
A ben guardare questo percorso trentennale rischia di ripetersi, forse anche con gli stessi protagonisti, per quanto riguarda l’intenzione di costruire un nuovo ospedale a Cremona. Anche in questo caso, con gli stessi protagonisti politici , ci si rifà “all’assunzione di responsabilità” e non ai dati numerici e oggettivi di una analisi della situazione tra due opzioni: riqualificare con una spesa x l’attuale ospedale di Cremona, o costruirne uno nuovo con una spesa x+y con obiettivo di avere gli stessi risultati nelle strutture a confronto e gli stessi risultati di efficienza a beneficio dei cremonesi.
Anche in questo caso le firme raccolte dal Movimento per la riqualificazione dell’ospedale di Cremona saranno considerate “consultive” o ancor meno che carta straccia? Come sostenitore del Movimento, con la stessa fiducia che allora ebbi come componente del “comitato per la raccolta differenziata dei rifiuti”, confido che la “piccola storia locale” insegni ai governanti a fare scelte coraggiose e a non sognare scorciatoie pericolose (inceneritore) o enormemente costose con un risultato faraonico e basta (nuovo ospedale). L’incontro del 29 maggio con il direttore generale dell’Asst di Cremona dottor Ezio Belleri con il “Movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona” ci potrà dare una prima risposta.
Vorrei in ultimo ricordare a Pizzetti, che la gente non dimentica le furbate e “le responsabilità” di certi politici di professione. E’ vero che fu “premiata” la coalizione che vinse le amministrative subito dopo il referendum consultivo contro l’inceneritore, questo non vuol dire che “per il singolo argomento in oggetto, l’inceneritore”, gli stessi votanti al referendum non fossero contrari alle decisioni di chi poi votarono come amministratori.
Per il referendum ci fu da parte dei partiti al governo della città l'”invito” ai propri iscritti/sostenitori a non andare a votare per non arrivare al quorum… quando alle 13 -14 del giorno del referendum fu chiaro che la maggior parte dei cremonesi stava recando a votare…. ci fu nelle ultime ore del pomeriggio un afflusso di persone inusitato e si scopri allo spoglio che le schede sommitarie nell’urna erano quasi esclusivamente a favore dell’inceneritore….ma non furono sufficienti a loro per vincere.
Anche in questi mesi in merito alla raccolta di firme contro la costruzione di un nuovo ospedale a Cremona molte persone, conoscenti o amici, ci hanno confidato di essere contro il nuovo ospedale, ma che era giunto loro dal partito di appartenenza di “non firmare” la petizione …. ancora una volt : “fidatevi del senso di responsabilità di chi vi governa”.
Enrico Gnocchi
Una risposta
Per amor di verità va detto però che il ‘Movimento per riqualificare l’ospedale di Cremona’ ha scelto a un certo punto di ‘fare il partito’, un preciso partito, e di puntare alle elezioni e ha poi provveduto ad epurare chi, come la scrivente e non solo, non si è allineato a questa scelta e l’ha contestata in ragione del fatto che il Movimento era nato e aveva da sempre agito e raccolto consensi come formazione apartitica. Io come chi è stato epurato come me continuiamo a lottare per le nostre profonde convinzioni, s’intende all’interno di una formazione che sia rigorosamente apartitica a garanzia di un’azione non di parte in difesa del diritto alla salute e a una Sanità pubblica che non è nè di destra nè di sinistra o di altro partito politico e per questo abbiamo dato vita a un nuovo e attivo “Comitato per salvare la sanità pubblica e il Maggiore di Cremona”. Ritengo che movimenti e comitati siano cosa diversa dai partiti e tali debbano restare.