Ed eccoci alla seconda edizione della rassegna di arte contemporanea cremonese che l’anno scorso ha ottenuto un successo internazionale clamoroso grazie alle intuizioni di Rossella Farinotti, all’impegno di Ettore Favini e all’intelligente supporto dell’assessore Luca Burgazzi. E soprattutto, va detto, grazie al tanto ammirato e discusso coccodrillo di Cattelan nel Battistero del Duomo. Coccodrillo che se da un lato ha fatto la fortuna della prima edizione, ne ha anche oscurato il senso più profondo e vero che invece quest’anno emerge con maggior evidenza, proprio perché manca un cosiddetto “masterpiece” di grande richiamo.
In realtà la piazza ospita anche quest’anno una grande raffinata ma divertente installazione di impatto: Hercules di Patrick Tuttofuoco, due grandi occhi luminosi in stile Fornasetti con al centro una grande orchidea luminosa che sembrano divenire il volto della bellissima Loggia dei Militi, uno degli edifici a mio avviso più belli e caratteristici di tutta Cremona.
Cremona, una città così severa nella sua durezza medioevale di imponenti edifici tutti in mattone cotto, che immediatamente ci riportano a tempi lontani in cui difendersi era mestiere quotidiano e scorribande lotte e invasioni erano all’ordine del giorno. Di austere fortezze pronte al peggio e quasi sempre avvolte dalle fitte nebbie del Po, la città di Zanèn de la bàla ha mantenuto l’atteggiamento visivo affascinante ma anche respingente, che sembra oggi come allora voler nascondere i suoi tesori più preziosi ai forestieri.
Durante il ricevimento a Palazzo Comunale, che affaccia su una delle piazze più belle del mondo a mio avviso, la maggior parte dei non cremonesi con cui parlavo, fossero essi italiani o stranieri emanava stupore incredulo davanti alla sconfinata sequela di splendidi palazzi invisibili ai più e di cui le vie del centro traboccano. E che proprio grazie alla Art Week si aprono severi e un po’ dimessi a degli stupiti visitatori.
Penso per esempio al magnifico Palazzo Affaitati, con i suoi gloriosi scaloni, gli splendidi lampadari di Murano e le magnifiche colonne neoclassiche del gigantesco salone, così neoclassicamente bianche che nemmeno Winckelmann avrebbe desiderato di meglio, e che fanno da perfetta cornice alla affascinante opera di Thomas Berra: una sezione di una intera stanza da bagno con tanto di lavandino funzionante ricostruita in perfetta scala e composta da centinaia di piastrelle in ceramica di Faenza a triplo fuoco ognuna diversa dall’altra, tutte dipinte a mano in un bellissimo blu di Cina su fondo bianco che sembrano dei meravigliosi azuleios portoghesi. Lo stesso Palazzo ospita una meravigliosa testa di medusa in ceramica colorata di Zoe Williams che coi suoi verdi acidi crea un meraviglioso contrasto coi severi decori grigi barocchetti della elegantissima sala.
Il Tempietto di San Luca, piccolo Battistero cinquecentesco che è uno dei punti cardinali della circolazione stradale cremonese, ospita invece una affascinante installazione in neon e acciaio satinato di Daniele Milvio, un sorta di candelabro battesimale super futuristico ma che crea in quel magnifico scrigno in rovina decorato credo dal Molosso un altro affascinantissimo e raffinato contrasto, e che ha dato anche a me dopo 45 anni la possibilità di entrare in quell’ iconico e inesplorato scorcio di Cremona. Nell’attiguo, anch’esso abbandonato e estremamente affascinante, cinema-teatro trova perfetta ed elegantissima collocazione una raffinatissima scultura di Francesco Gennari, lucida di acciaio e perline colorate che contrastano perfettamente con l’ambiente buio e ricoperto dalle ruggini opache del grande capanno in ferro e mattoni.
Vi è poi una interessantissima mostra a Palazzo Fodri, dove alcuni splendidi ritratti del fotografo Luigi Cazzaniga vengono messi in perfetta contrapposizione con originali leonardeschi e caravaggeschi che ci raccontano come in fondo il rapporto dell’uomo con la proprio immagine non cambi nei secoli, il tutto anche qui all’intero di uno dei più belli cortili di Cremona. Un trionfo di logge e splendidi cotti ricamati che vale da solo un salto in città.
Potrei andare avanti ancora ma lascio a voi lettori di scoprire gli altri segni d’arte super contemporanea sparsi nei tesori immobiliari di una Cremona che veramente incanta per la sua bellezza nascosta eppure traboccante di sé in ogni angolo, viuzza, scorcio o piazza cui si è obbligati a prestare occhio mentre si passeggia dalla magia di un luogo a quella di un altro guidati dalla cartina della Art Week, tutti sapientemente scelti con grande gusto e attenzione dai curatori della kermesse.
Come avrete notato, ho usato ripetutamente la parola “contrasto”, che è esattamente l’effetto che genera all’occhio l’impatto di queste opere super contemporanee con questi scenari austeri antichi e bellissimi. anche nel loro, a volte evidente, stato di semiabbandono. Chi scrive ha sempre pensato che mettere un mobile antico in una casa moderna sia un po’ discutibile, mentre mettere in un antico palazzo un oggetto moderno sia sfida di grande gusto. E ne rimango convinto: la vera bellezza, l’armonia dell’opera d’arte riuscita, si raggiunge sempre e solo nel contrasto riuscito, che riesce tanto più quanto più lo scenario è classico consolidato e sopravvissuto al tempo mentre l’oggetto è recente, sperimentale e inusuale. Il tutto ad una condizione: lo scenario e l’oggetto devono essere belli e “faticati”, cioè deve essere evidente che entrambi sono frutto di studio, lavoro ricerca, impegno e dedizione.
L’arte contemporanea non va intesa in questa settimana come fine a se stessa o per pochi addetti ai lavori, è una pacifica invasione di arte e artisti che diventano la scusa per riscoprire luoghi magnifici, una sorta di magica bussola che ci riaccompagna alla scoperta di tesori nascosti. Diviene, l’arte contemporanea sperimentale, un rafforzamento dell’ancestrale Genius Loci che abita e anima misterioso ognuno di questi luoghi incantati e spesso dimenticati.
Charles Peguy scriveva della magnifica campagna che porta alla cattedrale di Chartres che “2000 anni di fatiche hanno reso questi luoghi una riserva inesauribile per i tempi a venire”.
Anche Cremona, l’Italia tutta, è questa riserva inesauribile frutto di 2000 anni di fatiche. La Art Week è una piccola grande fatica che ci aiuta a riscoprire questa riserva inesauribile, ci invita a condividerla con gli altri e chissà anche a trovare nuove vie perche renda buoni frutti.
Francesco Martelli
sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
docente di archivistica all’Università degli studi di Milano