Un acquazzone violento spariglia il cielo, come la vita sta sparigliando le carte sul destino di Alessandro. Scendono gocce enormi. A cascate. Le piogge in Kenya rivestono la natura di fiori e foglie. Tutto sembra ricrearsi. Le bouganville si ingigantiscono. I baobab diventano più frondosi. A vista d’occhio.
Alessandro è svenuto dal panico nella veranda della guest house del vescovo. Apre gli occhi, schizzi di acqua gli zampillano sulla testa, sulle gambe. Sente i piedi umidi. La pioggia sembra rischiarargli la mente. Per la prima volta focalizza il suo problema. Sembra tutto racchiuso nel suo telefono. Se solo spaccando quel dispositivo si potesse cancellare la realtà, lo butterebbe con violenza per terra. Lo schiaccerebbe con i piedi. Lo frantumerebbe con una pietra. Non si può. Lo raccoglie dal divano, lo prende in mano e prova ad alzarsi. Si dirige all’interno e raggiunge Nicole che dorme beatamente. Anche Mattia dorme. Forse stanno sognando.
“Nicole, svegliati! Nicole! Sono nei guai. Guai grossi. Dobbiamo partire al più presto. Dobbiamo rientrare a Parma.
“Cosa è successo?”
“Devi leggere tu la notizia. Io non ce la faccio. Denunciato! Latitante!” Le porge il telefono. “Leggi! Per favore!”
Nicole è assonnata, legge a mente. Contorce il viso quando vede la foto e si copre la faccia quando arriva al titolo.
Per leggere tutto devono comprare il giornale online.
Alessandro esegue l’operazione in uno stato convulso.
Ripassa il telefono a Nicole. Con affanno, ordina: “Leggi! Leggi!”.
Nicole non cede alla sua ansia. Cerca di farsi forza. Ma il suo viso si incupisce in una smorfia sempre più dolorosa ad ogni frase. Un paziente, appoggiato da un ortopedico che aveva visto le sue radiografie prima dell’intervento di Alessandro, gli ha fatto causa. Ritengono che non fosse necessaria quell’operazione di protesi all’anca. Né le costosissime cure riabilitative. Minacciano di promuovere una class action, invitando tutti i pazienti in cura da Lorenzi a verificare la bontà delle prestazioni e ad unirsi per inchiodare il medico. L’ortopedico, che vuole restare anonimo, è certamente un suo concorrente sulla piazza, definisce Alessandro un bravissimo medico, con la nomea dell’arraffone. Troppi soldi girano intorno a Lorenzi. Incalzato dal giornalista, il paziente rivela invece una notizia importante: sta bene. Dice di aver risolto i suoi problemi, ma è convinto che si sarebbero facilmente superati con una fisioterapia, senza bisogno di spendere 12mila euro per la protesi e 6mila di riabilitazione.
Alessandro si siede sulla sponda del letto. Prova a ragionare: “Ho capito chi è il paziente, la vera notizia è che gode di buona salute. E’ la mia parola contro quella di un collega. Facciamo le valigie. Partiamo con il primo aereo”.
Guarda fuori. Il temporale è passato. Le bouganville sembrano esplose e la casuarina davanti alla casa sembra cresciuta a dismisura. I rami si intrecciano come braccia impazzite. Sembrano un’opera impressionista.
Aspettano l’alba. Osservando il cielo.
Nicole attendeva da mesi l’evento che avrebbe fatto aprire il vaso di Pandora. Si stupisce per la sua stessa calma. Era tutto prevedibile. Mille e mille volte aveva pensato a come si potesse evolvere la situazione del marito. Le mancavano dei tasselli, compensati dalla sua immaginazione. Vedere il mostro in prima pagina le ha fatto male, sapeva tuttavia che qualcosa doveva accadere. Solo non sapeva cosa e come. Osserva Alessandro che sta calpestando avanti e indietro il pavimento, facendo scricchiolare le assi di legno. E’ inquieto: sta aspettando un orario decente per chiamare il suo avvocato.
Il sole è una palla di fuoco che si solleva al rallentatore nel cielo.
Nicole si fa un caffè solubile. Poi prende fiato, cerca le parole nel cuore: “Fra pochi giorni è Ferragosto. In città, in Italia, è tutto chiuso. Tutti pensano alle vacanze. Cerca pure Paolo, il tuo avvocato, torna pure a Parma. Io ho preso un impegno con i bambini di questo villaggio per la Festa d’agosto e tornerò con Mattia fra una decina di giorni. Tu devi affrontare le conseguenze delle tue azioni. Anche se ho come la sensazione che sia una notizia un po’ enfatizzata. C’è un medico invidioso. Un paziente rompicoglioni. Latitante? Nessuno ti ha cercato. Il tuo telefono non ha mai squillato. Non si sa cosa scrivere ad agosto. Ti stanno provocando. Si aspettano che tu reagisca. Così la tengono viva”.
Prova a rassicurarlo. Parla con dolcezza, con un filo di cinismo. La sua resilienza è sorprendente, come di chi avesse già metabolizzato il colpo. “Vedi Alessandro, come la natura si espande e diventa più rigogliosa dopo ogni acquazzone, così è la vita. Devi affrontare la tempesta. Ne uscirai più forte. Ci vorrà tempo”.
“Quindi mi lasci solo?”
“No. Cerco di essere pratica. Certamente questa vicenda nuocerà alla tua reputazione, non sto dicendo il contrario. Qui c’è una Fondazione da portare avanti. Me ne occupo io. Ci aiuteremo. Faremo crescere la nostra pianta. La natura qui in Kenya ti insegna che va innaffiata ogni giorno”.
“Delego tutto a Paolo e resto anch’io. Deve fare al più presto una smentita. Io non mi sto nascondendo”.
“C’è però una denuncia. Avranno delle radiografie che provano la truffa. Spera non si allarghi a macchia d’olio la cosa. Altrimenti vai in galera. E ci vai da solo. Io non vengo con te. La responsabilità è tua. Devi partire”.
La lucidità di Nicole è spiazzante.
Guarda il suo Chopard e dice: “E’ ora di chiamare il tuo avvocato, a costo di buttarlo giù dal letto”.
Francesca Codazzi
2 risposte
Rientra pure maritino… stavolta tocca SOLO a te!
Interessante! E’ dura dare un epilogo a questa vicenda… come si fa a non giudicare pesantemente un medico che ha guadagnato sulla salute dei suoi pazienti? Cosa farà Nicole? Sono proprio curiosa di vedere…