Martedì 18 giugno è un giorno di quelli da ricordare per la nostra città. Davide ha assestato un bel colpo al gigante Golia. Il Comitato BiometaNO, di cui facciamo orgogliosamente parte fin dal primo giorno, ha avuto in sede di conferenza dei servizi riunita per la valutazione d’impatto ambientale (VIA), la sua splendida vittoria sul funesto impianto di biometano alimentato da rifiuti zootecnici che sarebbe dovuto sorgere alle porte della città, impianto voluto da A2A e dall’Amministrazione comunale. Un progetto previsto nell’ambito di un programma d’investimenti, il Piano 20-30, che la multiutility lombarda quotata in Borsa (coinvolgendo purtroppo anche Padania Acque e Aem) ha proposto al Comune di Cremona che con entusiasmo ha accettato da subito, mortificando il confronto democratico nel consiglio comunale, agendo senza il pieno coinvolgimento dei Comuni limitrofi, senza una vera discussione aperta con le forze della società civile che da anni sono impegnate sulle tematiche del cambiamento climatico, la transizione energetica, l’economia circolare, la salvaguardia dell’ambiente e della salute.
Come partito ci siamo fermamente opposti fin dal 2015 alla svendita dei servizi pubblici ad A2A, avvenuta in questi ultimi mandati amministrativi di centro-sinistra, ben consapevoli che le conseguenze di quest’operazione sciagurata non avrebbero tardato a manifestarsi. L’atteggiamento proprietario della quotata in Borsa sta rivelando una totale indifferenza rispetto ai bisogni e ai problemi del territorio. L’impianto industriale di biometano infatti avrebbe comportato, se realizzato, effetti molto pesanti: inquinamento dell’aria, aumento del traffico di veicoli pesanti e di trattori, peggioramento della viabilità già precaria della zona, cementificazione di una vasta area ora verde (sita in un parco sovracomunale), area peraltro soggetta a frequenti allagamenti per la falda acquifera affiorante; zona anche fortemente penalizzata da un’autostrada, un inceneritore (che il centro-sinistra di Cremona ha promesso in ben due campagne elettorali di chiudere: ancora è lì!) e una centrale a biomasse legnose (questa invece gentilmente concessa dall’Amministrazione di centro-destra). E poi come non pensare ai terribili effetti delle emissioni odorigene sul centro abitato, con le case a poco più di 50 metri dai primi impianti, sul vicino ospedale e sulle scuole del quartiere Villetta. Il tutto per produrre e bruciare metano, gas climalterante. Se c’è combustione non è energia alternativa né economia circolare. Ma oltre al danno c’è anche la beffa. Gli investimenti necessari sarebbero arrivati in buona parte dai fondi del PNRR: senza soldi pubblici infatti gli impianti di biogas e di biometano non stanno in piedi.
Una risposta
Eccellente Francesca ..non hai dimenticato nulla …anzi hai reso un quadro così logico che la conclusione della conferenza di servizio non poteva che essere quella.
Brava