Spesso l’indicatore più usato per valutare la ciclabilità urbana è l’estensione chilometrica delle piste ciclabili o ciclopedonali. Altri indicatori, spesso associati all’estensione delle piste ciclabili, sono il numero di posteggi per le biciclette e il servizio di bike sharing. Sicuramente la presenza di infrastrutture apposite e di servizi dedicati all’uso della bicicletta, quali bike sharing, posteggi per le biciclette, ecc., sono basilari per rendere una città ciclabile, ma sicuramente non sono i soli indicatori o parametri che possano rendere una città realmente ciclabile. Una città si può definire ciclabile se è capace di accogliere e supportare la circolazione dei velocipedi (due ruote — tre ruote — quattro ruote, ecc.), in modo adeguato, efficace ed efficiente, in tutto il suo territorio.
Da qui la necessità, non solo di una rete infrastrutturale, ma soprattutto di politiche pubbliche adeguate, e supportate da figure istituzionali e uffici forniti di specifica ed elevata competenza. Spesso si ritiene che aumentando l’estensione delle piste ciclabili, automaticamente aumenti anche l’uso delle biciclette. Tuttavia, le piste ciclabili, da sole, non sono sufficienti a rendere un territorio fruibile ai velocipedi e, soprattutto, non è detto che vengano utilizzate.
Nonostante l’inappropriatezza dell’estensione chilometrica delle piste ciclabili e la presenza di servizi de- dicati ai ciclisti, quali indicatori di ciclabilità, le amministrazioni, e alcune associazioni di categoria, conti- nuano a usare questi parametri in quanto facilmente calcolabili.
A volte, o forse troppo spesso, si tratta, più che altro, di uno strumento di propaganda politica, per mostrare impegno nella mobilità sostenibile, a prescindere dall’efficacia e dell’efficienza degli interventi realizzati. Siccome le biciclette non si muovono solo sulle piste ciclabili, una valutazione più ampia e obiettiva deve
tenere in considerazione anche altre infrastrutture e parametri che agevolano l’uso delle varie tipologie di velocipedi, quali:
zone a velocità moderata (ZONE 30), strade scolastiche;
sicurezza dei percorsi;
segnaletica adeguata e coerente;
itinerari che si sviluppino nel verde urbano ovvero su percorsi agevoli e piacevoli che catturino l’interesse del ciclista;
ecc..
Crema, non avendo una specifica e definita politica, relativa alla mobilità sostenibile, presenta parecchie
lacune su vari fronti::
assenza di una chiara e aggiornata mappa della rete ciclabile cittadina;
abbandono del servizio di bike sharing;
inesistenza di una mappa dei posteggi adeguati alle biciclette, disponibili soprattutto nei luoghi di aggregazione della popolazione, quali scuole, aziende, supermercati, strutture di cura, ecc., dove una loro forte presenza sarebbe più che opportuna;
competenze, a livello assessorile e quindi amministrativo e organizzativo, separate in materia di viabilità e mobilità;
assenza di figure e uffici con competenze adeguate e specifiche, nonché strumenti adeguati al governo di una materia
complessa quale quella della mobilità sostenibile;
ecc.
Altre metodologie, che misurano il livello di ciclabilità di una città, si distinguono per tenere in considera-zione diversi aspetti e indicatori che rendono le metodologia stessa e gli strumenti che da essa ne derivano più completi e obiettivi.
Queste metodologie, infatti, tengono conto di aspetti:
infrastrutturali (piste ciclabili efficienti e ben manutenute, servizi per le biciclette, zone a traffico limitato, strade scola-
stiche, segnaletica corretta ed adeguata, ecc.);
culturali (particolare attenzione, da parte dell’amministrazione cittadina, rivolta ai ciclisti; divario di genere nell’utilizzo
della bicicletta, attraverso banche dati che attestino il loro numero complessivo e che indichi la percentuale di popolazio- ne che effettivamente pedala, divisa tra adulti, ragazzi e bambini che si muovono in bicicletta; numero degli incidenti stradali che hanno visto coinvolti i ciclisti e la loro gravità; inclusività delle varie strutture e dei servizi dedicati ai ciclisti, ovvero presenza di mezzi per disabili e cargo bike e loro possibilità di utilizzo delle infrastrutture e dei servizi; sicurezza
dei percorsi ciclopedonali e dei servizi dedicati ai ciclisti; ecc. );
politico-programmatici (coinvolgimento attivo della cittadinanza e delle associazioni ciclistiche, interventi per promuo- vere l’uso della bicicletta, numero di amministratori che si muovono in bicicletta, ecc.).
Questa è l’ottica, in base alla quale, i volontari di A.RI.BI. Crèma ‘n Bici, hanno definito la loro metodologia, i parametri e i criteri per valutare il LIVELLO DI CILABILITÀ DELLA CITTÀ DI CREMA.
A.RI.BI. – Crèma ‘n Bici
Sotto il link con lo studio compiuto da A.RI.BI. – Crema ‘n Bici
A.RI.BI. – Crèma ‘n Bici – VALUTAZIONE LIVELLO DI CICLABILITA’ CREMA