A2A rinuncia al biometano? Inceneritore per altri 20/30 anni

24 Settembre 2024

Prendo spunto dall’eccellente articolo di Antonio Grassi, che ringrazio e  che da esperto giornalista e già ‘inviato speciale’ nel lontano 1993-94, ha seguito il progetto per l’inceneritore a Cremona zona San Rocco, le battaglie del ‘Comitato contro l’inceneritore per la raccolta differenziata’ e in questi anni il comitato del BiometaNO!

Perfetta la sua sintesi per punti sul percorso del progetto per l’impianto di biometano nell’area accanto all’inceneritore (nella foto centrale). Non voglio commentare il percorso che ha portato adesso a un esito probabile di non costruzione dell’impianto a San Rocco… Non è da escludere che A2A voglia trarre i previsti profitti da un simile impianto andando a costruirlo in altra località, studiando accuratamente più che l’aspetto tecnico/ambientale, l’ambiente sociale ideale, cercando aree con popolazioni ancor più remissive della media della popolazione cremonese.

Nel caso ancora in essere hanno sbagliato l’analisi e il bilancio economico/sociale. La popolazione di Gerre ha opposto resistenza e l’onda di piena di denaro e di menzogne non ha travolto l’argine di chi si è opposto all’impianto.

Speriamo che non ci sia un riflusso.

In merito al perché i potenti locali e lo stesso ex sindaco/sindaco di Cremona si siano messi a “presidiare l’argine maestro” a mio modesto avviso è dovuto al fatto di avere a posteriori valutato due cose, sempre considerando che il flusso che può sfondare l’argine non è di acqua ma di denaro.

Il flusso di denaro per l’impianto di biometano è una frazione molto piccola rispetto al fiume di denaro che deriva dal funzionamento dei due inceneritori e dal fatto che con la loro chiusura (dismissione, bonifica e ricerca di alternative allo smaltimento secondo la legge del recupero e riutilizzo dei rifiuti) a Cremona, grazie ai sindaci che hanno regnato in questi ultimi trent’anni, non siamo preparati e, dicono i rassegnati e i soddisfatti, “non possiamo farne a meno”.

Inoltre, sempre grazie a una folle decisione di politici, tecnici e sindaci degli scorsi decenni di dotare Cremona di una rete di tubazioni del teleriscaldamento lunghissima e inefficace, pensando di utilizzare il calore degli inceneritori sostituendo le caldaie domestiche, sono stati promessi costi inferiori di gestione e consumi ai cittadini che accettano di collegarsi all’impianto.

Alla luce di queste premesse, oggi la città si trova a fare i conti con questo sistema, il teleriscaldamento, che ha ragion d’essere ed è efficace in città con concentrazione di abitanti per chilometro quadrato non certo paragonabile a Cremona con circa 1.000 abitanti/kmq mentre per esempio a Torino, dove il teleriscaldamento è efficiente ed efficace, risiedono 6500 abitanti/kmq.

Per salvare capra e cavoli, la soluzione è promettere ad A2A profitti con l’inceneritore ancora per altri 20 o 30 anni e sacrificare un “piccolo” guadagno ora, visto come una perdita strategica, a fronte di garanzie di salvaguardia dei guadagni derivanti dalla combustione dei rifiuti di Cremona e di altre città e di sopravvivenza dell’impianto del teleriscaldamento e dei relativi guadagni.

Non so valutare per quanti anni di immobilità del sistema sono state barattate queste valutazioni economiche, fatte da A2A e da qualche politico che sa fare bene i conti, e che hanno determinato la “conversione” repentina del sindaco Virgilio sulla chiusura del biometano e sulla continuazione del funzionamento dell’inceneritore gemellato all’impianto del teleriscaldamento. E’ certo che a breve si presenterà l’obbligo di adeguare alla normativa vigente sull’inquinamento i vetusti due inceneritori di San Rocco. Tale esigenza comporterà la neccssità di ingenti investimenti: tanto denaro che dovrà essere ammortizzato con maggiori tasse ai cremonesi o, a medio termine (10 anni?), l’utilizzo di tecnologie meno inquinanti ed economiche che torneranno ad essere installate da ogni famiglia (impianti di geotermia) rendendo inutile sia l’inceneritore sia il teleriscaldamento…

Tutto ciò si verificherà anche se ci sarà l’onda di riflusso, e sarà riproposto di procrastinare la chiusura degli inceneritori e la chiusura del teleriscaldamento proponendo impianti a combustione di gas metano.

Ma non ci sarà l’impianto di biometano in via San Rocco/Gerre de’ Caprioli!

 

Enrico Gnocchi

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