Al Teatro Filo abbiamo avuto il piacere di ascoltare un luminare della medicina, il professore Giuseppe Ramuzzi, nefrologo, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e membro del Consiglio Superiore di Sanità, un curriculum. L’incontro è stato organizzato per la presentazione del suo ultimo libro: Le sanguisughe di Giulietta’ .
Il primo argomento trattato è stato il numero chiuso alla facoltà di Medicina e gli stravaganti test d’ingresso, contenenti domande che spesso non hanno la minima attinenza con la professione sanitaria (“Che cosa è la Grattachecca?” tanto per citarne una). ”Una selezione ci vuole – ha commentato Remuzzi – anche perché in base alle richieste, potrebbero non esserci abbastanza docenti o aule universitarie per sessantamila studenti, quanti sono gli studenti iscritti quest’anno a Medicina -. Un filtro potrebbe essere quello della votazione conseguita dai candidati all’esame di maturità”. A tal proposito, l’ospite ha smentito un luogo comune: il numero dei medici in Italia non è insufficiente, basti pensare che la Francia ne ha meno, pur avendo sei milioni di abitanti in più.
Ecco i temi trattati ne ‘Le sanguisughe di Ciulietta’-
✅Medici di famiglia: devono formarsi tramite una specialità o con corsi e certificazioni sindacali?
✅Mancano più o medici o gli infermieri? Questi ultimi figure preziose alle quali è dedicato il libro.
✅L’importanza della Sanità Pubblica che non può assolutamente seguire la “Libera Scelta e le Leggi di Mercato” anzi, ne è agli antipodi: la sanità non deve generare profitto, deve tutelare il diritto alla cura.
✅I giovani medici oggi sono molto bravi, sanno molto, ma non sanno avere un rapporto approfondito con il paziente.
✅I tempi in corsia per compilare una cartella, una volta con la penna era tutto pronto in massimo un quarto d’ora, oggi con i programmi dei computer, i codici e i campi da compilare si è triplicata la durata.
✅Le visite al paziente che durano pochi minuti, magari senza staccare gli occhi dal device.
✅ L’importanza di saper parlare con la persona per capire meglio la sua patologia, senza arrivare a cambiare troppo quei valori di riferimento che ultimamente si abbassano sempre di più, fino a fare credere anche ad un paziente che è sano, solo perché ancora non sa di essere ammalato.
✅ L’utilità, ma non l’abuso dell’intelligenza artificiale
Il titolo dell’ultimo libro di Remuzzi suggerisce considerazioni sul passato, il presente e il futuro della medicina. Giulietta era figlia di Alessandro Manzoni ed Enrichetta Blondel. Nel 1832 ebbe un episodio febbrile durato parecchi giorni che fu trattato con le sanguisughe, come si faceva a quel tempo. Allora si pensava che le malattie fossero frutto di un squilibrio tra essere rilassati ed eccitati. Se si era troppo eccitati, si veniva sottoposti a salassi, pratica oggi inconcepibile. Eppure quando i farmacologi iniziarono a studiare con metodo scientifico le sanguisughe, scoprirono che esse possiedono sostanze curative molto interessanti, un anticoagulante, enzimi e altre molecole preziose nella saliva anche oggi utilissime. E’ un esempio tra i molti che dimostrano come le scoperte scientifiche e i progressi fatti dalla medicina nell’ultimo secolo non segnano una cesura netta tra il passato e il futuro. Anche il rapporto tra medici, infermieri e pazienti segue un percorso evolutivo: è positivo il fatto che il malato oggi sia informato e partecipi attivamente alla terapia. In quest’ambito Remuzzi ha sottolineato l’importanza fondamentale della figura del medico di famiglia.
Oggi si ripete che, andando avanti così, sarà sempre più difficile in Italia avere un Servizio Sanitario Nazionale e che i costi per curarsi sono insostenibili, anche a causa dei prezzi stratosferici di certi farmaci salvavita, voluti senza una reale necessità, solo per puro lucro, dalle multinazionali farmaceutiche. ”Anziche chiederci se i costi ci consentiranno di avere un Servizio Sanitario Nazionale – ha detto Remuzzi – dobbimo invertire la domanda: possiamo permetterci di non avere un servizio sanitario nazionale? C’è un rapporto lineare tra sistema sanitario pubblico e mortalità. Vanno male i Paesi sprovvisti di un sistema sanitario efficiente: Perù, Ecuador, Bolivia, India, Russia, Indonesia, Stati Uniti, Brasile, Messico, Turchia, Egitto. E’ un dato impressionante. Qualcuno mi chiede che cosa abbiamo imparato dalla pandemia. Rispondo che se non investiamo soldi, organizzazione, energie, entusiasmo, giovani medici nel servizio sanitario pubblico, e in particolare nella medicina del territorio, la prossima volta saremo ancora nei guai”.
In chiusura, l’ospite ha detto che una delle cause, forse la principale, dei mali che affliggono la sanità pubblica è la gestione affidata ai politici mentre la conduzione degli ospedali e delle strutture sanitarie dovrebbe essere affidata ai tecnici, scelti esclusivamente in base alla loro competenza, non all’appartenenza a un partito.
A condurre l’incontro il direttore Vittoriano Zanolli affiancato dal medico responsabile della Genetica Medica all’ Humanitas di Milano Pietro Cavalli, introdotti dal Giorgio Mantovani che ha organizzato l’evento con ARMR, Aiuti alla Ricerca sulle Malattie Rare, associazione della quale è delegato per Cremona e la Società Filodrammatica Cremonese da lui presieduta.
Fra gli invitati, alcuni componenti del Movimento per la Riqualificazione dell’Ospedale, tra i quali Enrico Gnocchi, Paola Luccarini, personale sanitario come Umberto Bonetti, Sylvia Migan, e anche alcuni rappresentanti delle istituzioni cittadine, il consigliere Giussani, la consigliera comunale Chiara Capelletti e il presidente del consiglio comunale l’onorevole Luciano Pizzetti.
Paola Tacchini
5 risposte
La fretta con cui si è presentato il dottor Remuzzi al teatro Filo non ha impedito di mandare messaggi forti e chiari ai pochissimi rappresentanti della politica presenti. Assente il sindaco e come spesso accade i cremonesi, che forse credono di vivere sulla luna e di non essere interessati da argomenti fondamentali che riguardano la loro salute, il direttore Zanolli ha condotto in modo impeccabile l’intervento dell’ illustre ospite che si è espresso molto chiaramente. Chissà che cosa pensava l’onorevole Pizzetti dietro quell’atteggiamento orante? Avrà fatto un minimo di esame di coscienza? Non speriamoci…
A distanza di alcuni decenni dalla riforma sanitaria che ha estromesso i politici dai consigli di amministrazione e si è dato vita alla cosiddetta aziendalizzazione, con ampia autonomia dei dirigenti sanitari ed un ruolo puramente consultivo della conferenza dei sindaci, che nulla puòte, si riscontra la necessità di lasciare fuori la politica dalla sanità. Evidentemente si tratta della politica partitica a livelli diversi e superiori a quelli comunali e provinciali che, a far tempo dalla riforma, contano come il due di coppe con briscola bastoni.
E’ una fotografia perfetta della realtà.
Il commento del sig. Alberto Lodi non fa una grinza sopratutto nel descrivere il deserto del teatro Filodrammatici quasi privo dei cittadini cremonesi …. del sindaco che segue un po’ l’attitudine del precedente nella non presenza.. E che dire dell’espressione dell’onorevole Pizzetti “ dietro quell’atteggiamento orante? “ ….(veramente calzante). Perfettamente illusorio poi che lo stesso abbia fatto un minimo esame di coscienza?“ Ottimo nel suo ruolo il Direttore Vittoriano Zanolli.
Grazie.