Ho partecipato all’Assemblea del quartiere 9 Giordano-Cadore con l’aspettativa che fosse rappresentato ai residenti qualche elemento di novità rispetto almeno al metodo e agli strumenti con cui verrà risolta la questione viabilistica del comporto sud della città. Perché se c’è una problematica che merita di essere gestita con discontinuità rispetto al passato è proprio il riordino di quel comparto.
D’altronde il Sindaco stesso l’aveva indicata come una questione non più rinviabile, una priorità di mandato da affrontare nei primi cento giorni “per individuare una soluzione che alleggerisca via Giordano dal traffico continuo di auto trovando le risorse per la sua riqualificazione, anche a step e anche attraverso la progettazione di piantumazioni e di elementi di rigenerazione ambientale. Il comparto cambierà volto e lo faremo mettendo a terra azioni concrete, che vengano incontro ai reali bisogni del quartiere”.
Ma l’unica cosa letteralmente “messa a terra durante” l’assemblea dagli assessori Zanacchi e Pasquali, alla quale avrebbe dovuto a mio parere intervenire anche il Sindaco in virtù del citato impegno preso in campagna elettorale, sono state le tavole del vecchio progetto preliminare già presentato al Comitato dalla precedente Amministrazione che non è mai arrivato ad una progettazione esecutiva e tanto meno ha trovato alcun finanziamento nel piano delle opere pubbliche e che ad oggi, a detta degli stessi Assessori, potrebbe non essere più attuabile in base alla nuova normativa del Codice della Strada.
Un progetto che prevede una riqualificazione dell’arteria dal punto di vista ambientale con aiuole, corsie ciclabili, asfalto mangiapolvere, senza modificare il piano sosta né realizzare sensi unici nelle vie limitrofe, rispetto al quale non è mai stato esplicitato in che termini l’eventuale attuazione dello stesso porterebbe a una diminuzione dei 20.000 veicoli che ad oggi transitano quotidianamente in via Giordano che è il vero obiettivo che dovrebbe porsi qualsiasi progettazione su quel comparto.
Il problema non può essere affrontato, come è stato fatto ieri in assemblea, chiedendo ai residenti quante ciclabili vogliono, quali essenze piantumare o se sono disponibili a rinunciare ad alcuni parcheggi sulla strada. Per quanto io sia per la partecipazione ed il confronto ritengo che la progettazione stradale richieda competenze professionali in grado di valutare le soluzioni tecniche più adeguate per risolvere i problemi viabilistici in base ai dati e al rispetto di prescrizioni normative.
Dopo anni di studi e monitoraggi del traffico posso quindi capire il malumore manifestato dai partecipanti all’Assemblea quando Zanacchi ha parlato di nuovi rilievi e studi per arrivare ad una progettazione esecutiva. Ma sono d’accordo con l’Assessore che e’ dai dati che e’ necessario ripartire. Ma rispetto a 10 anni fa non si tratta più di mettere spire per un nuovo conteggio dei veicoli per aggiornare progetti vecchi e ormai superati anche dalla normativa ma la chiave di svolta, che mi sarebbe piaciuto fosse stata rappresentata ieri, potrebbe essere nella nostra proposta, recepita nelle linee di mandato, di investire nel Digital Twin, una tecnologia in grado di ridisegnare il panorama della mobilità urbana, mettendo sul campo soluzioni e strategie innovative che riducano le emissioni e migliorino la viabilità.
Questa nuova tecnologia, applicata al comparto Sud della città, permetterebbe una rappresentazione virtuale dell’infrastruttura stradale fisica costantemente aggiornata con dati in tempo reale e di visualizzare e simulare diverse opzioni di progettazione, valutando l’impatto di fattori come il flusso del traffico, le condizioni ambientali e le misure di sicurezza prima della realizzazione fisica del progetto.
Questa nuova tecnologia, applicata al comparto Sud della città, permetterebbe una rappresentazione virtuale dell’infrastruttura stradale fisica costantemente aggiornata con dati in tempo reale e di visualizzare e simulare diverse opzioni di progettazione, valutando l’impatto di fattori come il flusso del traffico, le condizioni ambientali e le misure di sicurezza prima della realizzazione fisica del progetto.
L’auspicio è quindi che nel prossimo bilancio siano individuate risorse adeguate per dare una prospettiva concreta da illustrare attraverso un serio cronoprogramma alla prossima Assemblea del quartiere Giordano Cadore che merita soluzioni concrete in tempi certi.
Maria Vittoria Ceraso
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Deludono? Che novità!