In sala Coppetti a Cremona Solidale è stato organizzato un ricordo alla vita professionale di Daniele Villani, (foto centrale) stimato geriatra e consigliere comunale. Era primario della Riabilitazione neuromotoria della Clinica Figlie di San Camillo. Per anni ha lavorato a Fondazione Sospiro e prima ancora all’ospedale maggiore. E’ morto a maggio 2024. Presenti in sala i consiglieri comunali Cinzia Marenzi, Rosita Viola, Fabiola Barcellari, Maria Vittoria Ceraso e Lapo Paquetti.
Il suo ricordo viene narrato attraverso la voce di chi lo ha conosciuto, soprattutto nel suo ruolo di pioniere nella cura di malattie genericamente definite “demenze senili”.
Ha introdotto la dottoressa Simona Gentile, geriatra e ora direttrice sanitaria di Cremona Solidale. Attraverso gli scritti di Villani, la dottoressa racconta alcuni punti salienti del suo lavoro: la demenza come malattia con il diritto di essere curata e non come problema solo sociale; la ricerca e la formazione nelle RSA, le terapie non farmacologiche e l’attenzione alla persona sino alla fine della vita.
Nel 1995, direttore sanitario della struttura di Crema, con un gruppo di familiari e operatori sanitari, nasce l’Associazione Italiana Malattie dell’Alzheimer. Lo scopo è quello di aiutare le famiglie e i loro malati. La sede è situata presso la Fondazione Benefattori Cremaschi.
L’Associazione Italiana Malattia dell’Alzheimer (AIMA) svolge un ruolo cruciale nel supporto a pazienti e familiari colpiti dalla malattia di Alzheimer e altre forme di demenza. Fondata per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la ricerca, l’Associazione offre risorse informative, servizi di supporto e formazione per caregivers. Inoltre, si impegna a diffondere la conoscenza sulla malattia e a sostenere iniziative di advocacy per migliorare la qualità della vita delle persone affette e delle loro famiglie. Oggi, AIMA è un punto di riferimento nella comunità, contribuendo a creare una rete di sostegno e a promuovere una maggiore consapevolezza sociale riguardo alla demenza.
Gloria Ragazzi, venuta da Crema, racconta qual è lo scopo della Fondazione Benefattori Cremaschi. In primis c’è l’ascolto dei bisogni di pazienti e familiari e la risposta dei servizi ad essi riservati. Fin dagli anni ’80 Fondazione Benefattori Cremaschi ha erogato prestazioni sociali tramite la presenza di propri assistenti sociali all’interno delle sue strutture, cogliendo l’importanza degli indirizzi legislativi che hanno avviato la riforma sanitaria, in particolare l’integrazione socio-sanitaria, quale modalità da perseguire.
L’intervento che mi ha coinvolta maggiormente è stato quello di Serafino Corti, direttore del Dipartimento delle Disabilità della Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro ONLUS. Laureato in Psicologia e dottorato di ricerca, studiando la qualità di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, ha ideato e applicato un modello sperimentale di sostegno ai caregiver. Si occupa, da oltre 20 anni, di interventi a sostegno di famiglie con figli con disturbi del neuro sviluppo e dell’applicazione dei modelli contestuali nei servizi alle disabilità e all’autismo, e tutto questo grazie alla guida dell’amico, mentore e collega Daniele Villani, da lui descritto con tre aggettivi: generativo, gentile e generoso. Attraverso questa sua narrazione, mi è sembrato di aver conosciuto anch’io Daniele, del quale ricordo solo un viso aperto al sorriso e garbato. Con lui avevo scambiato un rapido saluto quando era consigliere comunale nella scorsa legislatura, e io andavo in consiglio ad ascoltare il mio predecessore Luca Nolli.
Sono stati citati anche suoi progetti come: “Manica Lunga”, atelier d’arte per le persone con disabilità, unendo scienza e sentimento per dare valore alla vita delle persone con disabilità che invecchiano.
È intervenuto poi Luca Acito, della Fondazione Arrigo Mazzali. “Mi sono occupato da vent’anni di Educazione Continua in Medicina (ECM), scelto dal dottor Villani. Ho lavorato come educatore professionale a Sospiro – racconta – e ricordo ancora che all’esame per divenire ‘formatore’ – Villani mi chiese a chi servissero i corsi di formazione. La mia risposta, con un po’ di titubanza per via dell’ovvietà, fu a noi operatori ed educatori. Risposta che lui completò dicendo che la formazione serve non solo per dare competenze agli operatori, ma anche per far star meglio le famiglie dei pazienti”.
È intervenuta poi la collega della Clinica Figlie di San Camillo, Clara Raimondi, cardiologa. Le sue parole sono state: ascolto, condivisione e coerenza, che hanno permesso sempre di lavorare in un clima di efficienza, ma anche sereno, perché ogni cosa aveva la sua importanza, anche cambiare il nome di un reparto per renderlo meno generico e più appropriato. Sono state costruttive persino le pause caffè. Si parlava del suo argomento preferito, il tennis, ma anche dell’importanza del rapporto a stretto contatto con i degenti, del giro visite anche a fine giornata per ascoltare e confrontarsi con i pazienti o i loro familiari… perché proprio in quei momenti, spesso, escono notizie interessanti e importanti”. E ha concluso dicendo: ”Quando tutte queste doti si uniscono in un medico, ne fanno un grande professionista”.
Interviene poi Eugenia Grossi, dirigente del Settore politiche sociali del Comune di Cremona, già dipendente del Comune in qualità di posizione organizzativa e responsabile dei Servizi territoriali, che racconta del periodo di collaborazione molto importante col dottor Villani, soprattutto durante l’emergenza covid che ha così duramente colpito il nostro territorio.
Conclude il professor Marco Trabucchi, già professore ordinario di Neuropsicofarmacologia nell’Università di Roma Tor Vergata, specialista in psichiatria, e direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia nonché presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Ricorda l’amico e collega, con una singola frase che riassume ciò che lo ha identificato sempre: “Conoscere per restituire valore alla vita sino alla fine” ovvero darevalore a ogni attimo della vita, anche durante la sofferenza e le restrizioni imposte dalla malattia. Definisce Daniele Villani anche ”aristocratico nel pensiero”, e cita un’ultima frase che riassumo: “Da sempre, per scelta mi prendo cura delle persone anziane… Questo ha rinforzato i miei principi”.
Ecco il quadro, in un piovoso pomeriggio di ottobre, in una sala affollata di persone commosse. Oltre ad essere stato un medico di conclamata capacità tecnica e professionale, Daniele Villani è stato anche un politico elegante: cercava sempre di trovare le soluzioni.
Paola Tacchini