Tutela della salute, sicurezza e benessere psico-fisico sul lavoro. Padania Acque (nella foto centrale Il cda e il direttore generale di Padania Acque) pone grande attenzione a questi temi, per questo motivo promuove iniziative formative per sensibilizzare i lavoratori all’importanza fondamentale di operare in un ambiente lavorativo sicuro e salubre allo scopo di prevenire eventuali infortuni e malattie professionali. La direzione della Società, d’intesa con il Consiglio d’amministrazione e l’RSU aziendale, ha organizzato i corsi di “guida sicura” e di “postura e rischi muscolo-scheletrici”, entrambi ad adesione volontaria, rivolti a tutti i collaboratori aziendali. Le attività, organizzate in piccoli gruppi e suddivise in lezioni teoriche e pratiche tenute da docenti e professionisti qualificati, hanno visto una larga partecipazione dei lavoratori: 90 dipendenti hanno aderito alla due giorni di formazione coordinata dalla Funzione Qualità, Sostenibilità, Sicurezza, Ambiente di Padania Acque e destinata al personale tecnico-operativo, che utilizza prevalentemente i mezzi aziendali e agli impiegati amministrativi che usano principalmente il videoterminale.
«La Società ritiene la salute e la sicurezza in ambito lavorativo un valore imprescindibile. Abbiamo aumentato le ore di formazione sui rischi connessi alle attività aziendali: nel 2023 abbiamo erogato ai dipendenti 2.736 ore di formazione sulla salute e sicurezza, per un totale di 14,3 ore pro-capite, con un incremento del 71% rispetto al 2022», spiega il direttore generale Stefano Ottolini, il quale sottolinea l’impegno in materia da parte di Padania Acque attraverso l’implementazione di un sistema di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro, secondo la certificazione ISO 45001, che si applica non solo a tutti i dipendenti ma anche alle imprese esterne che operano presso la Società. «Padania Acque, conclude il dg Ottolini, si conferma virtuosa anche in tema di infortuni con un indice di frequenza (tasso di infortuni registrabili determinato dal rapporto tra il numero di infortuni e le ore lavorate moltiplicate per 1.000.000) pari allo 0,0 rispetto al 10,6, corrispondente alla media registrata dai gestori idrici italiani».