Leggo quotidianamente lettere di persone che si preoccupano della tariffa puntuale.
Non si tratta di facinorosi, sabotatori di idee altrui opposte alle loro, o di maleducati per sport.
Si tratta di persone che indipendentemente dalla loro idea si preoccupano per la pulizia della città, per l’igiene degli appartamenti dove vivono e dei locali immondizia dei condomìni, del peso dei sacchetti, prima ancora del costo che avranno.
Questo denota buonsenso e senso civico nel quale mi ritrovo assolutamente e del quale avevo già parlato nel mio primo lungo intervento, nel colloquio personale con l’assessore, in commissione quando l’Amministrazione si è degnata di convocarla.
Eh sì, perché non dimentichiamo che questo ‘successo’ è frutto dell’assessore al Bilancio, neanche di tutta la giunta che si è immediatamente divisa sulla materia al momento in cui ne è venuta a conoscenza. Tantomeno i consiglieri di maggioranza lo sapevano; hanno dovuto apprenderlo dalla pubblicità che arrivava nelle cassette delle lettere. Figuriamoci la considerazione che posso avere avuto io come partito di minoranza: nulla, meno di zero.
Però vorrei precisare alle persone che scrivono che la tariffa puntuale che si applicherà a Cremona non consiste nel pesare effettivamente il rifiuto prodotto. Consiste nel contare i sacchetti riempiti contrassegnati da chip.
Più sacchetti si riempiono e più si paga. Questa è la cosa terribile: non si pagherà in relazione al rifiuto che effettivamente si crea, ma si pagherà in relazione al numero di sacchetti fatti.
Questo sistema è quello che pone questa nuova raccolta ai limiti dell’incostituzionale perché si applicano quote fisse e variabili in aggiunta a quelle che dovrebbero essere con la pesatura (che qui non si fa).
In più non dimentichiamoci che la sperimentazione durerà 16 mesi. Una follia. Quasi un anno e mezzo per capire se i chip funzionano? Per capire se si è capaci di contare i sacchetti ritirati per ogni famiglia?
Eh sì perché questo meccanismo ingegnoso con fior di consulenza al seguito, non porterà a nessun risparmio perché a mia domanda se si sapeva quale era la parte fissa di Tari che andava tolta per essere sostituita dal valore della tariffa puntuale, né l’assessore, né il consulente hanno saputo rispondere.
E allora di cosa stiamo parlando? Della solita ideologia che tra 16 mesi sfocerà alle soglie della campagna elettorale per diventarne argomento pregnante? Con quali risultati?
Credo che ormai il cittadino su queste cose badi più alla logica, al buonsenso ed alla reale capacità realizzativa che alla ideologia politica. Ma chi è che non vorrebbe una città pulita, con rifiuti raccolti differenziati senza sbavature a basso costo? Alzi la mano chi non lo vorrebbe.
Da ultimo la tariffa puntuale: è una entrata patrimoniale e quindi soggetta ad IVA con tutte le criticità applicative che ne derivano. Ecco perché in caso di controversia interviene il giudice ordinario.
Chiudo augurandomi un ripensamento su questo sistema di raccolta rifiuti; di problemi ne abbiamo già tanti, non andiamo a crearne altri riempiendoci di sacchetti di immondizia senza chip nei cestini, nei fossi, nei canali.Siamo civili senza creare qualcosa che porti inciviltà.
Marcello Ventura
consigliere comunale Cremona Fratelli d’Italia