Giovedì 14 novembre in occasione della presentazione del quaderno ” I legumi nella cucina cremonese ieri e oggi”, la Saletta mercanti era al completo. Il volumetto, a cura della delegazione di Cremona dell’Accademia Italiana della Cucina, è giunto all’ottava edizione sviluppando dal 2006 a oggi in chiave locale i 18 temi proposti annualmente dal Centro Studi Franco Marenghi a tutte le delegazioni sparse nel mondo. Il quaderno non è in vendita, ma nell’occasione la Camera di Commercio, che ha contribuito alla stampa effettuata da Mauri Arte e Grafica, ne ha messo a disposizione parecchie copie che sono state distribuite ai presenti dalla responsabile Ilaria Casadei, ed è scaricabile per mezzo di un QR code, mentre tutte le copie si possono leggere tramite un link pubblicato in calce a questo articolo.
La presentazione ha catturato l’attenzione dei numerosi ospiti coordinati dal delegato cremonese dell’Accademia Vittoriano Zanolli. I relatori hanno parlato del lavoro svolto per la realizzazione delle varie sezioni. Ha introdotto gli interventi l’accademica e studiosa di storia della cucina Carla Bertinelli Spotti. Valerio Ferrari ha riassunto la sua dotta relazione inserita nel quaderno, che tocca i vari aspetti del tema proposto, dalla storia e provenienza dei legumi, al loro impiego in cucina dall’antichità, per quanto riguarda le specie autoctone, al medio evo e sino ai giorni nostri per le varietà giunte in Europa dalle Americhe e dall’Estremo Oriente. E’ significativo il fatto che nel ‘500 i cremonesi fossero appellati ‘mangia fagioli’ a significare l’ampia diffusione di questa coltura sul territorio locale
Agostino Melega, attore e profondo conoscitore di tradizioni, storia locale e dialetto cremonese, nonostante le sue origini bolognesi, ha narrato episodi che risalgono alla sua infanzia, poi ha letto divertenti poesie dialettali. Anche il Gruppo Volontari Mura di Pizzighettone ha collaborato all’edizione 2024 del quaderno, grazie alla pluriennale esperienza nell’organizzazione della festa che ha come protagonista i legumi tipici del territorio, i fagiolini dall’occhio con le cotenne. Ferrari ha colto lo spunto per informare chi non lo sapesse che nel Cremasco c’è una variante più ricca di quella cremonese e che ha come ingredienti anche salamelle e verdure.