Arrivano i primi pacchi di Natale e con essi inizia la fiera dello spreco. Non sto parlando di quanto mangeremo più del dovuto e quanto butteremo; di quello se ne potrà parlare a gennaio.
Oggi voglio affrontare il tema dell’overpackaging, ossia di quella terribile abitudine a proporre prodotti con confezioni strabordanti ed oversized rispetto alle dimensioni del contenuto.
Così si trovano prodotti proposti in contenitori esageratamente grandi, senza un motivo particolare e senza che tutta questa confezione extra dia un valore aggiunto al prodotto in termini di qualità, sicurezza, shelf life, cioè scadenza del prodotto stesso, o altro.
Sicuramente c’è un tema di pezzature e dimensioni che per le ‘taglie’ speciali legate a determinate promozioni o periodi particolari (tipo il Natale) comporterebbe la necessità di un packaging ad hoc, operazione per la quale andrebbero cambiati ad esempio gli stampi in macchina di confezionamento, scelta che evidentemente per pochi pezzi non giustificherebbe la spesa. Quindi è preferibile quel pezzo di plastica in più della confezione grande in cui vengono inseriti anche i prodotti più piccoli, ottimizzando tempi e costi.
E’ però altrettanto vero che ciò significa sacrificare sull’altare del profitto la sostenibilità ambientale.
Ancora una volta quindi, da consumatori, possiamo fare la nostra parte compiendo scelte di acquisto etiche anche da questo punto di vista: non basta che sia riciclabile e/o riciclato perchè un pack sia davvero sostenibile, è importante anche che non sia ‘over’ rispetto alla sua funzione. Perché naturalmente va bene differenziare e riciclare, ma anche il riciclo (come ogni processo di lavorazione) ha un costo in termini di impatto ambientale.
Non dimentichiamo poi che la prima ‘R’ della sostenibilità è proprio Ridurre. Se partiamo da una riduzione dei rifiuti inutili, sarà poi più semplice riutilizzare, recuperare e infine riciclare.
Proprio nel periodo natalizio, dove abbondano i regali con le loro belle confezioni e tutte le spese extra che ci concediamo nelle settimane più festose e decorate dell’anno. Ecco proprio in questo periodo è importante quindi fermarci a riflettere un attimo sul prodotto che stiamo acquistando e sul packaging che lo contiene, chiedendocise può essere davvero inserito in un circolo virtuoso di vera sostenibilità.
Perché per essere veramente sostenibili non basta l’auto elettrica o il pannello solare, bisogna imparare ad esserlo in ogni ambito del nostro vivere quotidiano.
Michela Garatti
2 risposte
Ha ragione. Nonostante l’epoca del consumismo sia passata e, a parole, passata di moda, resta questa assurda corsa al regalo che pende come spada di Damocle sulla nostra testa. Perché se non c’è il regalo ti senti in colpa. E così vai alla ricerca di inutili oggetti da regalare a persone che vedi un paio di volte l’anno ma che ti chiamano a mettere in scena una patetica recita. E naturalmente visto che spesso il contenuto è povero, per impressionare il ricevente si enfatizza ciò che sta esternamente. Spese inutili, regali fatti per obbligo, ulteriore sperpero di denaro per le confezioni che poi vengono buttate via. E ovviamente ingombro di rifiuti da smaltire. Triste e dannoso. Se il Natale è questo…
Ormai sono anziana, ma nei miei ricordi di bambina i regali di Natale non ci sono e sono cresciuta senza traumi per questo. I bambini ricevevano i doni da S.Lucia e a Natale la famiglia si riuniva a casa dei nonni per stare insieme. Nessuno sentiva la mancanza del regalo di Natale, anzi, i miei genitori precisavano che Gesù Bambino arrivava a Milano e la Befana a Roma. E non c’era altro da dire. Babbo Natale è arrivato molto dopo. Ma non se ne sentiva la mancanza.