Il sole d’inverno è bellissimo ma a me toglie quella magia che la neve e la nebbia mi regalavano nei tanti Natali passati. Quei giorni di Avvento allora erano più lenti, più caldi dentro casa; l’attesa riempiva l’aria, era trepidante perché solo il 25 la famiglia si sarebbe riunita e quel giorno era veramente atteso.
Il rito della Vigilia, la Messa, le preparazioni, il guardare le luci fuori dalla finestra, l’albero sul balcone con le lucine che bucavano la nebbia e il buio, sono ricordi che si mescolano al profumo del brodo, alle mani dello zio dottore che aveva il diritto incontestabile di cucire la gallina ripiena, alla voce della nonna e della mamma che mi facevano mettere in riga un esercito di marubini.
Poi Natale arrivava, ed eravamo finalmente tutti insieme, era questo il dono.
Lo zio leggeva la poesia di Natale e chiacchiere e risate riempivano la stanza. Poi, dopo il caffè, l’irrinunciabile passeggiata digestiva. Faceva sempre un freddo cane, ghiaccio, nebbia, a volte anche neve non fermavano noi piccoli ardimentosi e, dietro al papà e allo zio, camminavamo a lungo rincorrendoci e scivolando. Si tornava a casa prima che facesse scuro e si continuava a giocare, semplicemente.
Il Natale è nel cuore, e non il sole ma la nebbia mi scaldava di più. Mi abbracciava di più perché eravamo più fermi e più capaci di godere di ciò che avevamo, soprattutto delle persone vicine, senza correre via da qualche parte, come se il bello fosse chissà dove ma non fra noi.
Non so perché, ma ci sono cambiamenti che mi pare tolgano qualcosa più che aggiungere a noi immersi nel turbine di mille luci e pacchetti e frenetiche corse, viaggi, fughe.
Il sole va veloce ma a me solo il tempo lento fa bene al cuore.
Patrizia Signorini
2 risposte
Sono completamente d’accordo con l’autrice del pezzo. Natale è la famiglia, e non e così scontato. Quanti non possono avere vicine le persone che amano per i motivi più disparati. Abbiamo trasformato il Natale in qualcosa di vuoto di significati importanti e pieno di inutili oggetti e stupidi doveri.Come se gli oggetti che ci si affanna a comprare più per obbligo che per la gioia di offrire un pensiero, come se passare giorni in cucina e ore a tavola fossero l’essenza del Natale. I bambini che vivono il Natale come lo vivono ora ricorderanno la festa con genitori, nonni, zii e cugini tutti insieme semel in anno, o quello che hanno ricevuto in dono da un anacronistico Babbo Natale? E per quanto ricorderanno? Qualche giorno per poi farsi ingoiare nuovamente nella routine quotidiana dei social.
Il tempo lento permette di cogliere ed esprimere meglio le meraviglie del cuore e del mondo a cui apparteniamo. Grazie.