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Capelletti: ”Cremona comparto sud, via crucis prevista”

20 Gennaio 2025

Come immaginabile, si è riacceso in questi giorni il dibattito sulla viabilità cittadina. In particolare, l’attenzione è rivolta al comparto sud che sarà messo a durissima prova tra poche settimane dall’avvio dei lavori sul ponte di Po all’ingresso della città in largo Moreni. Contestualmente, perdureranno il cantiere in tangenziale per la realizzazione della vasca di sversamento all’uscita di via Trebbia e quello all’interno del comparto sportivo di piazzale Azzurri d’Italia. Abbastanza per prevedere disagi pesanti.

Già ad ottobre avevo presentato un’interrogazione sui futuri lavori che avrebbero riguardato il ponte in ferro sul Po, affinché fosse da stimolo all’Amministrazione per un’attività seria di pianificazione e organizzazione di percorsi alternativi da comunicare con tempestività alla cittadinanza. Non solo, in quella stessa interrogazione chiedevo di avviare contatti con le parti interessate per sondare la disponibilità ad eventuali agevolazioni economiche per chi, costretto dai lavori, dovrà transitare sul ponte autostradale. 

Al momento, non ho contezza se qualcosa sia stato fatto in merito ad uno solo dei punti evidenziati, ma ho una certezza: il comparto sud della città, nei prossimi mesi, sarà una via crucis per chiunque abbia necessità di entrare/uscire dalla città o solo transitare da quelle parti. 

La zona oggetto delle mie preoccupazioni e di quelle di molti cremonesi è già un imbuto e sottoposto a stress viabilistico anche senza lavori. Gli interventi in corso (tutti oggettivamente apprezzabili) e quelli che stanno per partire non faranno che ingolfare ancora di più l’area: viale Po, via Trebbia, via del Sale, via Giordano, via Cadore, fino a via Massarotti e persino via Milano saranno coinvolte. Per non parlare della tangenziale che però è una valvola di sfogo solo per metà della città visto che Cremona non possiede purtroppo un anello esterno completo all’area urbana. Mi viene da dire: il re è nudo! 

Già, perché le prese di posizione ideologiche che hanno caratterizzato negli anni il dibattito politico sull’innominabile strada sud, la partigianeria emersa sul tema dello sviluppo infrastrutturale, condita da ambientalismo integralista hanno impedito di sviluppare progetti seri di alleggerimento del traffico di alcune vie della città particolarmente trafficate. Il risultato? Ancora oggi, nel 2025, la città vive su un impianto viabilistico inadeguato a supportare le esigenze di spostamento attuali. Suonano le campane anche per chi vorrebbe realizzare una viabilità cittadina con limiti a 30 km/ora, così, oltre ad avere zone perennemente sovraccariche, pure in quelle limitrofe rallenteremmo lo scorrimento. 

Cremona ha bisogno di un’idea di sviluppo della sua viabilità complessiva: agire sulle direttrici esterne potrebbe generare benefici al suo cuore. La città ha necessità di uno sfogo che la circondi per far respirare le vie interne, per velocizzare gli spostamenti (più code ci sono in città, più l’aria è irrespirabile, meno si invogliano le persone a usare la bicicletta o ad andare a piedi). Le infrastrutture non sono inquinamento: sono sviluppo, sono economia, sono benessere, sono opportunità. 

A proposito della nostra “mezza” tangenziale che tutti vorremmo passasse ad ANAS, rispetto alla quale mi sono interessata già nel mese luglio 2024: ad oggi non mi risulta sia stato avviato alcun dialogo con il ministero delle Infrastrutture. Se mai quel dialogo fosse iniziato, mi domando se ci sarà anche il coraggio di superare gli steccati ideologici, provando a presentare al ministero un’idea di sviluppo che contempli gronda nord e comparto sud (come si vede ho smesso di chiamarla strada sud, magari può contribuire a cambiare punto di vista). 

 

Chiara Capelletti 

consigliere comunale

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