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Comitato Salviamospedale, petizione a Piacenza

28 Gennaio 2025

Lanciata da Claudio Arzani lancia la petizione Firmiamo per salvare l’ospedale di Piacenza dalla sua demolizione, per salvare la sanità pubblica a beneficio di tutti i cittadini.

https://www.change.org/p/l-ospedale-nuovo-di-piacenza-deve-rimanere-pubblico-e-in-via-taverna/u/33197222 L’Ospedale  Nuovo di Piacenza deve rimanere pubblico e in via Taverna

Sulla proposta di costruzione del nuovo ospedale c’è la più grande disinformazione mai vista a Piacenza.

1.non è vero che è previsto un ospedale nuovo, ma solo la costruzione di un edificio, per altro in zona periferica, che viene definito dalla stessa ASL, nello studio di fattibilità predisposto, ospedale di sostituzione e infatti non viene aggiunta nessuna nuova specializzazione o centro di ricerca.

2. non è vero che non è possibile alcuna espansione delle attuali strutture come è scritto nello studio di fattibilità, in quanto come prevede il rendering di cui sopra è possibile cucire all’attuale polichirurgico un nuovo padiglione di una superficie pari a 43.000 mq, portando così la superficie complessiva dell’ospedale di via Taverna, ovviamente da riorganizzare, a 145.000 mq. rispetto ai 114.986 mq. previsti nella nuova costruzione.

3. non è vero che sussiste il problema dei parcheggi in quanto si possono ricavare, immediatamente, posti auto, al servizio dell’ospedale, riservando, ai soli accedenti all’ospedale, il parcheggio di via XXI Aprile, riorganizzando i parcheggi di via Anguissola (ex 118) ed in una prospettiva di medio termine i parcheggi previsti nell’area ex Acna e nelle aree limitrofe come, area ex Cral all’Arsenale recuperando diverse centinaia di posti auto,

4. non è vero che ci sono i soldi (finanziamento pubblico) per costruire un nuovo ospedale in quanto come è scritto nell’avviso pubblico pubblicato da ASL, dove si dice che per costruire il nuovo ospedale è prevista una spesa di circa 330.000.000,00 ma il contributo pubblico è solo di €135.807.711.00 pertanto viene proposto l’intervento di un privato per un ammontare di €160.330.693,06, attraverso il partenariato pubblico/privato.

5. non è vero che il partenariato pubblico/privato, chiamato anche finanza di progetto o project financing, è una soluzione, in quanto l’ospedale che verrebbe costruito sarebbe per oltre 20 anni di proprietà di un privato e la nostra Asl sarebbe costretta a versare un canone annuo, per un importo di decine di milioni, che saranno necessariamente sottratti dalla spesa corrente. I

in altre parole, al privato verranno dati in gestione i servi extra sanitari (manutenzione sia degli edifici che delle apparecchiature, la pulizia, la somministrazione dei pasti, la gestione del calore e financo degli esami di laboratorio) per almeno 20-30 anni, tutto ciò con il fine di poter rimborsare il finanziamento ricevuto. Domandiamoci quali parametri potranno essere utilizzati per quantificare la spesa tra 20-30anni per avere questi servizi. Domandiamoci inoltre che garanzie potrà avere l’ente ospedaliero quando tali servizi presentassero delle carenze. Tale operazione dove è stata adottata (vedi ospedale di Mestre o negli ospedali della Toscana) si è rivelato una sciagura.

6. vero è invece che con i soldi pubblici rimasti €135.807.111,00 (visto che con l’ultima delibera regionale la n. 211 del 12.02.2024 sono stati sottratti a Piacenza €91.192.288,00 rispetto ai 227 milioni stanziati con delibera regionale n° 1455 20 settembre 2021) è possibile finanziare totalmente l’ampliamento dell’ospedale di via Taverna, costruire parcheggi e rigenerare i vecchi padiglioni.

7. vero invece che, con l’ampiamento, avremmo un nuovo ospedale subito senza attendere 10 anni e potremmo mantenere un bilancio in ordine.

Sul grande spreco

Con la costruzione, in periferia, di un nuovo edificio si configurano i sottoindicati sprechi:

1. demolizione delle attuali strutture che hanno un costo di almeno €150.000.000,00 in quanto non è possibile convertirle o recuperarle per altre attività stante il sovradimensionamento delle stesse che comporta spese abnormi per il riscaldamento e raffreddamento e la manutenzione.

2. una spesa di almeno 350 ml., se va bene, che sommati al valore dell’ospedale, che verrà demolito, comporterà un costo di oltre 450 ml.

3. Verrebbe distrutto un terreno agricolo di 272.000 mq. (pari a circa 40 campi da calcio). Ricordiamoci che Piacenza è la prima provincia in Emilia-Romagna per consumo di suolo (la logistica ha dato i suoi frutti) è la seconda in Italia dopo Roma.

4. L’abbandono dell’attuale nosocomio comporterà un totale degrado di una parte rilevante della città, ancor peggio a quello che abbiamo assistito con l’abbandono delle caserme.

La sanità pubblica non può essere terreno di conquista di soggetti privati il cui obbiettivo è produrre profitto.

La sanità pubblica è un diritto sancito dalla nostra costituzione non un settore in cui fare affari, cancellando di fatto la possibilità di accesso dei meno abbienti alle cure sanitarie.

I cittadini che firmano questa petizione vogliono l’ammodernamento del patrimonio tecnologico sanitario pubblico e l’ampiamento del nosocomio attuale, utilizzando i denari pubblici messi a disposizione della Regione.

L’entrata dei privati nella gestione di un ospedale pubblico comporterebbe la distruzione inesorabile della nostra sanità pubblica.

COMITATO SALVIAMOSPEDALE

Referente Augusto Ridella. Componenti: Giovanni Ambroggi, Claudio Arzani, Stefano Benedetti, Domenico Ferrari Cesena, Pietro Chiappelloni, Aldo Lanati, Vittorio Melandri, Giovanni Monti, Stefano Pareti, Mauro Saccardi, Enrico Sverzellati, Ferruccio Trabacchi, Renato Zurla, Roberto Accordino.

Una risposta

  1. Buongiorno, aumentare il degrado, “rubare”terreno agricolo, aumentare il traffico cittadino e tanto altro
    Domanda: perché non usare le caserme che dall’uscita di Piacenza Ovest si allungano verso la città?
    Credo che essendo proprietà dello Stato il costo sarebbe irrisorio e si avrebbe lo spazio per l’ospedale, i parcheggi e per le eventuali abitazioni. Inoltre avremmo una “cattedrale nel deserto” (le caserme) in meno e tutti gli automezzi, datati, spostati dove potrebbero usarli.

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