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Anche il PD vuole una sanità affidata non alle persone ma al cemento

29 Gennaio 2025

Lo sapevamo già, ma adesso c’è la conferma ufficiale che anche il Partito Democratico è schierato ufficialmente per la costruzione di un nuovo ospedale e per la demolizione dell’attuale. Senza se e senza ma, visto che il nuovo Segretario provinciale sostiene che  la realizzazione dell’opera “è un dato di fatto”. Quello che ci metteranno dentro importa meno, visto che si intende “raccogliere idee e suggerimenti concreti per orientare il progetto nella direzione più efficace”.  Le vecchie previsioni erano quindi azzeccate: l’importante è costruire, quello che conterrà la nuova struttura è del tutto secondario, si deciderà strada facendo o magari dopo averlo costruito. Un’idea alquanto bizzarra: si è mai visto un investimento sull’assistenza sanitaria affidato  non tanto alle persone e alla loro organizzazione quanto al cemento?

Forse a qualcuno è sfuggito che si può essere curati bene anche in ospedali più anziani del nostro (ad esempio il Niguarda risale al 1939 ed è tra i più prestigiosi ospedali italiani) e che magari i buoni risultati in termini di salute dipendono da buoni operatori, non dai laghetti progettati da architetti alla moda. Da noi invece l’importante è costruire un nuovo ospedale senza sapere che cosa conterrà l’edificio, quali saranno le sue funzioni, quali saranno i costi di manutenzione, quali le modalità assistenziali, in che modo si collegherà al territorio, quale sarà il suo ruolo rispetto a Mantova (DEA, Dipartimento di Emergenza e Accetazione), con quali reparti e soprattutto con quali e quanti operatori potrà operare.

Naturalmente nessuno si è fatto alcuna domanda sulle reali esigenze sanitarie del territorio, sul numero dei residenti che decidono di farsi curare in altre strutture, per quali malattie,  per quali motivi e neppure sulle liste d’attesa (non solo ospedaliere…. ). Tutto così assurdo da sembrare irreale, anche se ormai siamo abituati ( gli ultimi dati del Ministero lo certificano) ad una sanità pubblica lombarda in continuo e inesorabile declino. Mancano i soldi per i dipendenti, manca il personale per l’assistenza, quello che c’è soffre di una condizione sempre più al limite e l’unica soluzione per risolvere tutti i problemi della sanità pubblica è spendere il denaro dei cittadini, a tutti i costi e ad ogni costo. Certo, così si fa girare l’economia,  però l’assistenza sanitaria è un’altra cosa. Perché invece di costruire senza sapere cosa dovrà contenere il nuovo ospedale  non andate  a vedere come funziona l’altra  sanità, quella migliore, quella in grado di avere i conti in ordine, quella che attira pazienti anche dall’estero, quella che attrae i giovani specialisti?

Magari potreste comprendere che l’aspetto fondamentale di un’ottima assistenza è costituito da un investimento sul personale e dalla sua motivazione, dall’organizzazione, dall’efficienza, dall’accoglienza, dalla strumentazione, dalla corretta gestione delle risorse, dalla digitalizzazione e, perché no, anche dalla competizione. Certamente esiste anche l’edilizia, ma in un contesto nel quale si fa seria programmazione sanitaria e dove l’edilizia non è l’obbiettivo da raggiungere a tutti i costi, ma solo uno strumento da utilizzare una volta individuata la sua necessità. Proprio il contrario di quanto sostenuto dai nostri politici e ovviamente da tutti quelli che ci guadagnano nella costruzione di un nuovo edificio (questa è la traduzione corretta del termine “stakeholder”) e purtroppo nell’indifferenza di molti cittadini.

Nulla di nuovo, siamo a Cremona e in fondo si tratta solo di restare indifferenti anche sul modo in cui vengono spesi i soldi delle nostre tasse. Però bisognerebbe anche ammettere che c’è una bella differenza tra spendere bene e spendere male e che magari potrebbe essere opportuna un’analisi un po’ più rigorosa sulle scelte sanitarie che, prima o poi, riguarderanno tutti noi.

 

Pietro Cavalli

4 risposte

  1. Lei e il blog che dà voce al Movimento per la riqualificazione dell’ospedale state mandando ai cittadini messaggi allarmanti. Poco tempo fa ho letto del tentativo di risvegliare i sindaci dal loro mutismo e di sollecitare così degli interlocutori. Com’ è finita? La realtà è che chi potrebbe almeno interessarsi all’argomento se ne sta immobile sulle sue posizioni, senza dubbi, senza la minima possibilità di ripensamento. È grave, molto. Molti cittadini hanno firmato una petizione, oltre 6000, ma sono rimasti inascoltati dall’alto della sapienza dei politici e dei loro ventriloqui. Democrazia? Neppure chi la democrazia ce l’ha nel nome del partito a quanto pare intende democraticamente dare ascolto… E stiamo parlando di sanità che riguarda tutti democraticamente.

  2. Era ufficiale almeno già da settembre 2024 in ragione degli orientamenti espressi senza mezzi termini da 3 consiglieri regionali del PD in un incontro organizzato dal “Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell’ospedale di Cremona” costato mesi di contatti telefonici con la segreteria del PD regionale. In quell’incontro, di cui abbiamo dato conto ampiamente sulla stampa locale, la consigliera regionale Rozza ha sostenuto che gli ospedali vecchi (ma l’ospedale di Cremona ha soltanto 50 anni) sono ricettacoli di virus, il responsabile della sanità per il PD regionale, consigliere Borghetti, ha dichiarato di non conoscere il progetto del nuovo ospedale ma di approvarlo visto che molti esperti sostengono che un ospedale non possa vivere più di vent’anni mentre il consigliere Piloni, portavoce e rappresentante del territorio Cremonese in Consiglio regionale, confermava e ribadiva le posizioni espresse con forza dai colleghi. Sulle stesse identiche posizioni è schierata la CGIL locale, cosa di cui abbiamo dato ampiamente conto. Tutti questi contatti e confronti, che sono costati mesi di istruttorie e che hanno riguardato sia il livello locale cioè quello dei sindaci (50 contatti) che quello provinciale e regionale fino ad arrivare ai massimi vertici del PD nazionale, non hanno lasciato margini di incertezza: il PD vuole il nuovo ospedale. Questo non ci ha fermato e non ci scoraggia tanto che abbiamo puntato a dare vita ad una rete di otto comitati Lombardi alle prese con lo stesso problema e abbiamo allacciato rapporti di collaborazione con un Comitato Piacentino e con un attrezzatissimo Comitato Piemontese nati con gli stessi nostri obiettivi. Lavoriamo con le sole nostre forze e in forma rigorosamente apartitica in nome del diritto di tutti i Cremonesi e Casalaschi a fruire dei servizi di un ospedale efficiente e a misura dei bisogni del territorio, perché non è la bellezza che cura ma la professionalità del personale, che è fatta di competenza e disponibilità, insieme alla buona organizzazione del servizio.
    ” Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell’ospedale di Cremona”

  3. Con tristezza e un po’ di rassegnazione il Dr Pietro Cavalli ci dice “Tutto così assurdo da sembrare irreale, anche se ormai siamo abituati ( gli ultimi dati del Ministero lo certificano) ad una sanità pubblica lombarda in continuo e inesorabile declino.”
    NO, non dobbiamo abituarci al declino. Nel PD sono molti coloro che non condividono la scelta di costruire un nuovo ospedale.
    Se l’Ospedale è un luogo che appartiene a tutti e nel quale tutti ci riconosciamo per i valori intrinseci che ha, dobbiamo uscire dalle scelte di “opportunismo politico” che nella lecita competizioni tra i partiti sempre più prevalgono su altre funzione che i partiti dovrebbero avere.
    Gli obiettivi posti per un “nuovo ospedale” tre anni fa dall’Asst nel “documento di indirizzo della programmazione” si possono raggiungere per vie diverse e contrapposte come “curare e guarire una struttura trascurata da anni” piuttosto che “sopprimerla” sostituendola con una specie “aliena” nel nostro territorio e foriera di un tentativo di rendere normale una logica privatistica e discriminatoria del comune benessere che dovrebbe essere eguale per ognuno di noi.
    Tutti i cremonesi devono poter verificare se la sola strada possibile è una nuova costruzione. La fattibilità e l’economicità di una riqualificazione dell’attuale Ospedale trascende da un puro dato economico. Fa parte di una mentalità che mostra un approccio prudente, attento a considerare anche altre realtà sanitarie ritenute marginali. Il territorio sguarnito sempre più da presidi essenziali e da personale sanitario, costringe interi paesi a migrare in paesi accanto e sempre più lontani per poter incontrare un medico. Il recupero di risorse finanziarie è anche rivolto a questa scelta di condivisione del poco, troppo poco, che in questi anni è stato stanziato da questo governo e da governi precedenti per la sanità.
    Ci sono alternative, e il nostro “movimento per la riqualificazione dell’attuale Ospedale” in questi due anni di lotta ha concretizzato una controinformazione, e ora anche proposte, che dai politici e sanitari non vogliono essere minimamente considerate. Fuggono da un confronto, lo temono. Ma la realtà dei fatti si farà presto palese e il movimento chiederà conto dei silenzi e delle cose non dette in merito a questo nuovo progetto, un AVATAR, che mostrerà la sua natura tecnica ed economica alla fine dell’analisi in corso della “fattibilità tecnica ed economica”.
    Aumentiamo la forza del movimento e contribuiamo in tutti i modi possibili, nella legalità e nella trasparenza, a FERMARE questo progetto.
    Per informazioni e per sottoscrivere la nostra petizione : movimentoriqualificahcr@gmail.com https://chng.it/Zs4ZgsrMLQ

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