Si è svolto lunedì 10 marzo a Castelleone un interessante e costruttivo incontro organizzato dal “Collettivo Lucia Piloni “ riguardo al nuovo ddl 1660 approvato il 18 settembre 2024 alla Camera e ora all’esame del Senato che verrà sicuramente approvato.
Sono intervenuti gli avvocati Massimiliano Capra e Sergio Pezzucchi che hanno illustrato e approfondito i nuovi reati, le aggravanti introdotte e l’inasprimento delle pene contenute nel pacchetto di misure restrittive voluto dal governo Meloni.
I nuovi articoli rappresentano un vero e proprio giro di vite repressivo che si abbatterà sui diritti individuali e sulle libertà sociali. Sotto il pretesto della sicurezza colpiscono in modo particolarmente duro la povertà, il disagio sociale e il dissenso politico. Le misure vengono presentate come interventi per la sicurezza dei cittadini ma in realtà aumentano il controllo sulle fasce più vulnerabili della popolazione e criminalizzano forme di protesta e di resistenza.
In questo disegno di legge si posso individuare tre filoni di intervento.
Il primo si rivolge contro i diritti sociali e le fasce più deboli della popolazione come il reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui senza avere uno spazio abitativo alternativo, reato punibile dai due ai sette anni di carcere che potrà estendersi anche a coloro daranno solidarietà agli occupanti.
Un secondo filone contempla le mobilitazioni di piazza a favore del lavoro, dell’ambiente, dei diritti, delle lotte sociali e le forme di protesta contro le politiche del governo.
Il ddl 1660 prevede che i blocchi stradali diventino reati con pene fino a due anni di reclusione, criminalizza le proteste pacifiche con aggravanti per chi manifesta contro la costruzione di grandi opere pubbliche.
La misura introduce pene carcerarie fino a vent’anni per gli stranieri con il permesso di soggiorno non in regole che protestano all’ interno dei Cpr, i Centri di detenzione amministrativa, mentre i detenuti saranno perseguiti in caso di atti di resistenza o protesta passiva anche senza aver commesso atti di violenza.
Il terzo filone riguarda le forze dell’ ordine e più in generale le autorità di pubblica sicurezza alle quali viene riconosciuto un privilegio, in ragione del ruolo che essi svolgono in quanto rappresentanti dell’autorità costituita nella “pubblica piazza”, privilegio che di fatto si trasforma sul piano giuridico in una vera e propria immunità funzionale.
La serata si è conclusa con diversi interventi da parte del pubblico presente sottolineando che l’unica “messa in sicurezza” del ddl è quella delle politiche di governo che usa il grimaldello del diritto penale per disincentivare e reprimere il dissenso, proprio da parte di chi lamenta sempre la presunta “politicizzazione della giustizia”.
Circolo Rifondazione Comunista collettivo Lucia Piloni