Le origini di Bella Ciao, canto della libertà diffuso nel mondo

1 Maggio 2025

Pur essendo un canto partigiano, Bella Ciao era poco diffusa, se non addirittura inesistente, durante la Resistenza. Oggi è considerata un simbolo della lotta partigiana ed è cantata da innumerevoli movimenti di liberazione e gruppi indipendentisti in tutto il mondo.

Bella Ciao è un canto popolare dedicato alla Resistenza italiana contro il nazismo e il fascismo. Il testo racconta la storia di un partigiano che lascia la donna amata per andare a combattere contro gli invasori. Il canto è diventato popolare negli anni ’60, in particolare dopo essere stato eseguito al Festival dei Due Mondi di Spoleto del 1964. Non è noto se fosse già diffuso durante la Seconda Guerra Mondiale: secondo alcuni studiosi, era l’inno di alcune formazioni partigiane, secondo altri non esisteva ancora ed è diventato un inno alla Resistenza solo dopo la liberazione. Quel che è certo è che oggi Bella Ciao è popolare in tutto il mondo come simbolo di libertà e indipendenza.

Il successo di Bella Ciao, che racconta la storia di un partigiano che saluta la sua amata prima andare a combattere contro gli invasori, incurante dei rischi che questo comporta, è dovuto al fatto che è una canzone per tutti i partigiani. La Resistenza era un movimento eterogeneo, composto da movimenti politici molto diversi tra loro: comunisti, cattolici, monarchici e altri. Bella Ciao, a differenza di altri canti, non ha riferimenti ideologici precisi, ma parla genericamente della lotta contro l’invasore e della libertà. Per questo, può essere cantata da persone di diverse ideologie. La canzone, del resto, ha superato i confini nazionali ed è diventata popolare in tutto il mondo, sia con il testo italiano, sia in versioni tradotte.

L’autore di Bella Ciao non è noto. Il testo trae origine da un canto popolare diffuso in Piemonte, Fior di tomba (che a sua volta deriva probabilmente da un canto francese attestato già nel XV secolo), dedicata a una donna che vuole seguire l’uomo amato, anche se questo comporta rischiare la vita, perché è certa che sulla sua tomba crescerà un fiore. Il canto inizia con le parole «Sta mattina, mi sun levata», un verso ripreso interamente nell’incipit di Bella Ciao.

La melodia di Bella Ciao, secondo una delle ipotesi più accreditate, trae origine da una canzone yiddish (cioè degli ebrei europei) del 1919; un’altra teoria vuole invece che derivi da un canto per bambini diffuso in Lombardia, La me nòna l’è vecchierèlla, il cui ritornello richiamerebbe, anche nel testo, quello della canzone della Resistenza, il testo è seguente:

la me fa ciau
la me dis ciau
la me fa ciau ciau ciau.
Ecco il testo di Bella Ciao nella sua versione attualmente più diffusa:

«Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor. O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir. E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir. E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior. E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!» «È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»

Nonostante sia considerato il canto partigiano per eccellenza, non è sicuro che Bella Ciao fosse cantata durante la Resistenza. Secondo un celebre studioso, Cesare Bermani, il canto era l’inno di una formazione partigiana, la Brigata Majella, attiva in Abruzzo nel 1944, e in seguito si diffuse in alcune bande dell’Italia centrale.

L’ipotesi, però, non è suffragata da prove fondate e, anche ammettendo che Bella Ciao fosse conosciuta durante la Resistenza, era diffusa solo presso una piccola parte dei partigiani. Altri studiosi ritengono che il canto sia nato in epoca successiva, mentre tra i combattenti erano celebri altri canti, come Fischia il Vento, che era l’inno semi-ufficiale delle Brigate Garibaldi (le formazioni legate al Partito comunista italiano). Il testo di Bella Ciao comparve per la prima volta negli anni ’50 e le prime esecuzioni certe avvennero nei primi anni ’60. In particolare nel 1964 la canzone fu eseguita al Festival dei Due Mondi di Spoleto dal gruppo Nuovo Canzoniere Italiano e da allora ha guadagnato sempre più popolarità.

Esiste una versione di Bella Ciao cantata dalle mondine, cioè le operaie stagionali che lavoravano nelle risaie. Il canto racconta quanto era duro il loro lavoro:

Alla mattina, appena alzata
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
Alla mattina, appena alzata
In risaia mi tocca andar

Dopo aver raccontato i tormenti e i soprusi subiti dalle mondine, la canzone si chiude con una prospettiva di speranza:

Ma verrà un giorno che tutte quante
O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
Ma verrà un giorno che tutte quante
Lavoreremo in libertà

Anche il canto delle mondine fu eseguito al Festival di Spoleto del 1964, non è noto, però, se si sia affermato prima o dopo la Bella Ciao partigiana e, di conseguenza, non sappiamo quale delle due canzoni ha ispirato l’altra.

La Bella Ciao partigiana, molto più popolare di quella delle mondine, è stata cantata da numerosi artisti famosi, sia italiani, sia di altri Paesi. Solo per citarne alcuni: Milva, Modena City Ramblers, Goran Bregovic, Giorgio Gaber, Yves Montand, Manu Chao, Tom Waits. Inoltre, è stata “adottata” da numerosi movimenti politici, anche internazionali: per esempio, nel 2013 fu cantata in Turchia durante le proteste contro il regime di Erdogan; dal movimento indipendentista catalano; dai ribelli curdi durante la guerra civile in Siria; dai cittadini cileni che protestavano contro il presidente Piñera nel 2019; dai ribelli sudanesi; da alcuni soldati ucraini dopo l’invasione russa. Una versione particolare, nella quale il ritornello Bella Ciao è sostituito dalle parole Do it now, è stata un inno del movimento ambientalista Fridays for future.

In Italia, Bella Ciao è cantata da numerosi movimenti e partiti politici, appartenenti soprattutto all’area progressista. Sebbene sia talvolta percepita come un canto di parte, Bella Ciao è in realtà un inno alla libertà, che celebra la lotta contro la dittatura e contro l’invasione nazista.

 

 

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