Corazzi: via i probiviri Baldesio e io non chiedo i danni

27 Giugno 2025

Ai signori Probiviri della Canottieri Baldesio

È questo che volete per la Baldesio?

Pagine intere sui giornali che parlano di veleni e radiazioni?

Mi avete radiato. Senza processo, senza ascolto, senza confronto. Con un provvedimento deliberato due giorni prima dell’assemblea, ma notificato due giorni dopo.

Avete ignorato 96 pagine di memoria difensiva, 193 allegati, una sentenza che mi dà ragione, e decine di testimonianze.

Non avete letto nulla. Non avete sentito nessuno. Non avete nemmeno risposto.

Nel frattempo, questa mattina, la Baldesio è tornata sui giornali. Una pagina intera di cronaca. Non per meriti sportivi, ma per magliette volgari, diffamazioni e radiazioni.

Chiunque legga oggi la cronaca capisce che qualcosa non torna. Qualcosa è sfuggito di mano. E mentre voi tacete, i soci parlano. Si mobilitano. In 105 hanno già firmato un appello contro la mia esclusione. E sono firme vere, trasversali, consapevoli. Ci sono ex presidenti, vice, revisori, consiglieri, sportivi. La parte viva e sana della Baldesio. Quella che non accetta che si cacci un socio solo perché ha preteso trasparenza.

A questo punto, è vostro dovere fermarvi a riflettere.

Voi siete tre semplici soci, eletti da altri soci per tutelare l’interesse della collettività.

Non siete un ordine superiore.

Non siete infallibili.

Avete ricevuto un mandato dalla base sociale, e quando quella stessa base vi contesta apertamente, non potete fare finta di nulla. Il vostro compito non è proteggere un Consiglio, ma servire la verità e la giustizia all’interno della nostra comunità.

E la comunità ha parlato.

Ricordate bene: il vostro incarico dura solo quattro anni.

E poiché ne sono già passati due, resterete in carica ancora per poco.

Ma i danni che potete arrecare alla Baldesio sopravviveranno al vostro mandato.

Per questo la vostra responsabilità oggi pesa più che mai.

Avete due strade e ogni giorno che passa rende più chiaro dove portano.

Potete restare ostinati e costringere la Baldesio ad affrontare una battaglia legale che la danneggerà sotto ogni profilo perché io farò valere i miei diritti, e con me lo faranno i miei legali. Il reintegro è scontato. Ma chiederò anche un risarcimento per i danni morali, associativi e personali che mi avete già arrecato.

E questi danni non possono che essere ingenti.

La Baldesio già da due anni sta pagando laute parcelle all’avvocato Tresoldi — basti pensare alla causa che avete perso, con sentenza favorevole al sottoscritto — e continuerà a pagarne altre per difendere una decisione che i soci respingono.

E pagherà domani le conseguenze della vostra ostinazione, in sede civile.

Il patrimonio della Baldesio verrà quindi intaccato per colpa vostra, non certo per colpa mia.

Io, al contrario, ho sempre agito per il bene dell’associazione.

E per questo, lo dico con chiarezza: per il bene della Baldesio, sarei pronto anche a rinunciare a chiedere i danni. Non perché non ne abbia diritto, ma perché sopra ogni altra cosa metto il futuro della nostra associazione, e il rispetto che le è dovuto.

Non si tratta più di Corazzi.

Si tratta del futuro della Baldesio.

Del rispetto della verità che oggi è sotto gli occhi di tutti.

E del patrimonio morale — ed economico — che rischiate di intaccare ogni giorno in più che lasciate in piedi questo provvedimento assurdo.

Scegliete voi, oggi.

Ma non dite domani che non sapevate dove stavate portando la Baldesio.

 

Alberto Corazzi

socio Baldesio dal 1966

16 risposte

  1. Caro Corazzi, il consiglio è stato confemrato dalla maggioranza dei soci, e con lui il suo operato passato presente e futuro, progetto Esco inclusa. Lei non è più socio Baldesio e quindi non ha titolo per chiedere nulla ai probiviri che spero usino la sua lettera/minaccia come merita di essere usata, come carta da griglia, e sono stato elegante. Minacciare i probiviri ed il consiglio è come mimacciare la maggioranza dei soci, rammenti questa cosa.
    E con questa precisazione la saluto pure io perché non essendo più, finalmente, socio Baldesio, per me rappresenta solo una cosa, il nulla. Mi stia bene e se ne faccia una ragione. Game Over.

    1. Caro (si fa per dire) Sceriffo,

      ho letto il suo messaggio con la stessa partecipazione emotiva con cui si sfoglia un dépliant di detersivi.
      Quel misto di noia, imbarazzo e incredulità che si prova davanti a chi crede davvero di fare paura con un nickname da cartone animato e frasi da film western di terza mano.

      Lei scrive che “non sono più socio”.
      Curioso. Perché non basta certo la delibera di tre soci investiti di una carica temporanea per decidere chi può o non può far parte della Baldesio.
      Questo lo stabilirà un giudice. In tribunale. Con atti, prove e diritto.
      E già che ci siamo, chiederemo anche i danni. Economici, morali, e anche simbolici. Perché a un certo punto, anche il ridicolo va risarcito.

      Lei parla di “minacce”.
      No, gentile Sceriffo.
      La mia era una riflessione. Fredda, limpida, documentata.
      Una riflessione su un provvedimento assurdo.
      Minaccia, lei dice? Ma dai… lo sanno perfino le pecore che impugnerò la radiazione e porterò la questione davanti al giudice.
      Altro che minaccia: è una certezza. Una promessa. Un diritto.

      Lei poi si lascia andare a un’ode al “consiglio legittimato dai soci”.
      Già. Peccato che si dimentichi un dettaglio: il 45% dei votanti ha detto NO.
      Un dato enorme, storico, che da solo dovrebbe far riflettere.
      E quell’assemblea, di “legittimo”, ha ben poco:
      – voto segreto aperto prima del dibattito,
      – deleghe
      – ordine del giorno finalizzato a evitare il confronto.
      Ma su questo, come dicevo, parlerà il tribunale. E non ci sarà cappello da cowboy che tenga.

      E ora, la parte migliore.
      Lei – da vero duro – chiude con Game Over.
      Che tenerezza.

      No, caro Sceriffo. Il gioco è appena cominciato.
      GAME OPEN.
      E stavolta non si gioca in chat, ma in aula. Con regole vere, e senza maschere.

      Già, le maschere.
      Lei firma da sempre come “sceriffo”, come se bastasse un soprannome da film per dare autorevolezza a un messaggio.
      Ma, sa com’è, a forza di scrivere, qualche dettaglio le è scappato.
      E forse più di qualcuno, tra i soci, ha iniziato a farsi un’idea.

      E questo, mi consenta, rende il tutto ancora più penoso.
      Perché ci vuole davvero poco coraggio a sparare giudizi dall’anonimato, sapendo che nessuno (ufficialmente) potrà risponderle per nome.

      Cosa penso di lei ?
      Che è un vigliacco.
      Perché chi si nasconde dietro uno pseudonimo per lanciare accuse e offese, è un vigliacco per definizione.
      Non ha il coraggio di firmarsi. Non ha il coraggio di metterci la faccia.
      Non ha il coraggio, punto.

      Io invece sono qui. Nome, cognome, storia personale, e battaglia alla luce del sole.
      E questo fa tutta ka differenza del mondo

  2. Dal 1887, non è mai successo in Baldesio, che venisse radiato un socio con le risibili, discutibilissime e strumentalizzate motivazioni con le quali si è allontanato Alberto Corazzi.
    Inutile a mio parere , disquisire e fare considerazioni di carattere etico,morale, comportamentale, culturale, filosofico e umano con persone che nulla c’entrano con tutto ciò e in un contesto che purtroppo, è degenerato oltre il prevedibile: a parlare sarà, ahimé, solo il linguaggio dei tribunali.
    Usando una metafora, se dovessimo sottoporre consiglio e probiviri alla macchina della verità chiedendo loro il perché delle loro all’epoca candidature, credo uscirebbero risposte e referti sconcertanti se non veri e propri best seller della comicità.
    Nonsono mai giunte, dai due succitati organismi, serie motivazioni e argomentazioni a sostegno delle loro pur legittime tesi, solo giudizi perentori, assordanti silenzi e faziosità.
    Senza tanti giri di parole, sapete perché viene osteggiato Corazzi che tra l’altro è anche portavoce di tantissimi soci? Perché ha mezzi e possibilità di intralciare una gestione discutibile, individuare eventuali scorrettezze negli appalti, ridimensionare boria e potere, leggere i bilanci, comprenderli e riportarli corretti ai soci, operare per il bene della Baldesio e non per interessi di parte o per visibilità politica, opportunismi professionali, ecc.
    P.S. Ignorerò volutamente qualsiasi commento a questo mio intervento, se non identificato con reale nome e cognome: pseudoni, nickname e nomi di fantasia o solo nomi di battesimo, li considererò come i tedeschi considerarono i dinamitardi di Via Rasella.
    Lorenzo Grandi

    1. Grandi…. tu, oltre ad ignorare i commenti che ci saranno a corredo del tuo delirante post, ignori anche molto altro, educazione, competenze giuridiche ed economiche, ignori la funzione dell’assemblea come principale organo societario, la funzione del consiglio delegato da quest’ultima, la funzipne dei probiviri e tanto, troppo, altro. Ti mancano proprio le basi del tutto, ciò premesso continui pure a pontificare dall’alto di legalità trasparenza e altro.
      Alla prossima scadenza elettorale presenta una tua lista, assieme a quella degli altri soloni sulle competenze altrui, poi se verrai eletto vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Altrimenti ti porrai agli occhi di tutti come quello che tendenzialmente dimostri ad oggi di sembrare, un quaraqquaqua
      P. S. Sempre in tema di legalità e trasparenza alle chiamate dei probiviri si risponde non ci si fa sempre trovare assenti altrimenti, Grandi cade tutto il castello di carte. La stessa cosa vale per il tuo collega di merende Cerra, il metterci nome e cognome non vuol dire che poi è tutto concesso….

      1. Risposta allo “sceriffo” (l’anonimato dei vigliacchi al servizio del potere)

        Il commento dello “sceriffo”, che attacca Lorenzo Grandi dopo il suo intervento lucido, onesto e coraggioso, è l’ennesimo esempio di quanto la Baldesio sia precipitata in un clima inquinato da codardi senza volto, che offendono e diffamano nascosti dietro un soprannome da western.

        Grandi ha parlato da uomo libero, da socio pensante, da persona che firma le proprie idee. Lo “sceriffo” invece si limita a ringhiare nell’ombra, lanciando insulti da dietro una maschera, senza portare uno solo dei fatti che contano.

        E allora glieli ricordo io.

        Questo Consiglio Direttivo – che lui difende con tanto zelo – è stato condannato dal Tribunale di Cremona il 23 dicembre 2024 per avermi negato l’accesso ai documenti sociali. Una sentenza chiara, con condanna alle spese. Altro che legalità e trasparenza: censura e abuso di potere, certificati da un giudice.

        Da quella documentazione, oggi finalmente in mio possesso, ho già estratto elementi concreti per un esposto formale al Collegio dei Revisori, in cui ho documentato oltre 200.000 euro di spese improprie, riferite esclusivamente alla gestione di questo Consiglio. Ne ho parlato pubblicamente in assemblea, con numeri alla mano. Nessuno ha osato contraddirmi. Silenzio.

        E che dire dell’assemblea del 21 giugno? Il “caro sceriffo” la cita come fosse un trionfo. Ma la realtà è ben diversa: il 45% dei soci ha votato contro il bilancio. Mai successo prima. Ed è successo nonostante una serie di irregolarità:
        • un ordine del giorno sconclusionato;
        • il voto segreto anziché palese, in violazione dello statuto (che prevede il voto palese per bilanci e delibere ordinarie);
        • deleghe ‘strane’;
        • e il voto ai minorenni.

        Quella sera, il Consiglio si sarebbe dimesso. Ecco invece la mia radiazione, votata dai probiviri due giorni prima dell’assemblea, ma notificata soltanto dopo che io avevo dichiarato pubblicamente l’intenzione di impugnarla. Una coincidenza che parla da sola.

        E oggi, lo “sceriffo” tenta di ridicolizzare Lorenzo Grandi, solo perché dice la verità. Gli dà del “quaquaraquà”. Ma guardate chi parla: uno che non ha nemmeno il coraggio di firmarsi con nome e cognome.

        Io sì, mi firmo. E ci metto la faccia. Come Lorenzo Grandi. Come Federico Cerra. Come i 120 soci che hanno sottoscritto un documento pubblico di solidarietà nei miei confronti. Come chi crede ancora nella dignità delle parole e nella responsabilità delle idee.

        A questo punto, invito pubblicamente Lorenzo Grandi a rivolgersi alla Polizia Postale per identificare l’autore del messaggio firmato “sceriffo”. Perché l’insulto anonimo, soprattutto quando è diffamatorio, non è libertà di parola. È solo viltà.

        E la viltà – quella vera – non si misura con le pistole. Ma con l’incapacità di guardare qualcuno negli occhi mentre lo si insulta.

        Grandi invece guarda tutti un faccia. Sempre

        .

  3. Quindi ora il giocattolino si è rotto e Corazzi passa alle non tanto velate minacce travestite da bene sociale (non c’è fine al peggio ed alla travisazione). Da par mio posso contribuire come quota, anche sostenendo una rata straordinaria, per pagare eventuali spese legali. Lo farò volentieri, per il bene della Baldesio ed anche della certezza del diritto, quella però reale non quella che va bene solo quando è utile per la propria causa, vero Corazzi?

    1. Il giocattolino si è rotto”, scrive lei con tono compiaciuto, signor Adami.
      No, si sbaglia. Qui non si è rotto nessun giocattolo.
      Qui si è rotta la legalità.
      Si è rotta quando tre soci qualunque, eletti per garantire giustizia, hanno radiato un socio senza ascoltarlo, senza leggere, senza nemmeno fingere un contraddittorio.
      Si è rotta quando si è calpestato il diritto di difesa. Quando si è ignorata una sentenza. Quando si è violato lo Statuto. Quando si è deciso di trasformare un’associazione sportiva in un tribunale contro il libero pensiero.

      E quanto alla “certezza del diritto”, si legga i documenti. La “certezza del diritto” non è quella che si inventa al bisogno per colpire un avversario. È quella che impone trasparenza, ascolto, regole uguali per tutti. Regole che oggi sono state infrante, e che domani saranno ristabilite in tribunale, volenti o nolenti.

      1. Corazzi lei è solo chiacchere sui massimi sistemi, nulla di più. Aggiungerei che è anche solo una miniera di inutili PEC. Forse i probiviri non l’hanno sentita perché era già successo ed aveva pure firmato un memorandum di intesa subito ritracciato il giorno successivo? Comodo omettere i fatti se sono a sfavore. Si deve solo vergognare. Le PEC alle autorità vogliamo diacutere anche di quelle?

  4. Il suo commento sig.zanolli “finalmente qualcuno con la schiena dritta ” è sicuramente offensivo nei confronti di tutti gli altri soci che secondo lei sarebbero succubi di chi sta alla guida della società. Ho seguito molto attentamente la faccenda e trovo molto travisante il racconto che ne fa’ il suo “uomo dalla schiena dritta ”
    Prima di lanciare accuse sarebbe meglio informarsi.

    1. Gentile signora Rita, ha travisato la mia replica: la schiena dritta, come ho scritto, è relativa esclusivamente al fatto che il commento in questione è firmato. L’autore, ho precisato, ”ci mette la faccia”. Non entro nel merito della disputa tra chi ”è alla guida della società” e chi è contrario

    2. Siamo al paradosso: dopo aver tollerato magliette volgari, telecamere ovunque, una condanna in tribunale e una radiazione senza processo, adesso si passa ad attaccare… il direttore…
      Zanolli, col suo blog, ha dato voce a tutti: anche a chi scrive sotto pseudonimo come lo “Sceriffo”. E ora arriva Rita, con nome da battesimo e toni da catechismo, a farci la lezione di morale.
      È commovente vedere tanta etica risvegliarsi… proprio quando serve a zittire chi parla.

  5. Concordo chi scrive deve qualificarsi con nome e cognome. Basta commenti offensivi parandosi dietro pseudonimi ecc. Poi il fatto stesso di offendere, a parer mio, già squalifica chi scrive e rende nulli i suoi commenti

    1. In assenza di notizie e fatti nuovi che giustifichino la prosecuzione del dibattito in corso sulla Baldesio, la pubblicazione dei commenti termina qui.

  6. Io invece invito chi ha investito in soldi dei soci perdendo la causa, a rimettere i soldi in cassa.
    Così si dovrebbe fare!
    Basta cause con i miei soldi. Faccio presente che è solo da quando c’è questo consiglio abbiamo cause in corso, finiamo sui giornali per questioni che non c’entrano con l’amministrazione sana della NS associazione. Voglio vedere i miei soldi ben investiti nella riqualificazione delle NS strutture (spogliatoi, piscina ad esempio) comunque nel rispetto delle esigenze manifestate dai soci

  7. Egr. Direttore Zanolli
    La ringrazio per aver apprezzato il mio essermi identificato con le mie reali generalità e per dare a tutti noi un ulteriore mezzo di dibattito (il suo blog) in merito alle tristemente note vicende Baldesio.
    Fidandomi della sua professionalità e non conoscendo io le regole del giornalismo, immagino che se Lei pubblica interventi anche sotto pseudonimi o nomi fittizi, è perché lo si può fare: sarebbe comunque buona cosa se si potessero pubblicare solo espressioni di chi si identifica anche agli occhi dei lettori.
    Era palese il significato della Sua risposta alla mia, ma lo era per persone serene e aperte al dibattito leale, non a maschere prevenute e cariche di rabbia repressa, che vorrebbero tacitare e ridicolizzare banalmente il dissenso: già l’atteggiamento di questi soggetti, è sintomatico del loro stato d’animo.
    Quanto a questo/a anonimo/a (Rita), rispondo indirettamente dicendo avere io si la schiena dritta, ma non solo in questa dialettica attraverso la comunicazione digitale, bensì anche quando a testa alta e con orgoglio, mi presento ogni anno a celebrare i caduti RSI innanzi alle forze dell’ordine.
    Distinti Saluti
    Lorenzo Grandi

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