Signora Presidente del Consiglio,ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie. Questo momento è giunto per Gaza. Ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza. Gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l’orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi, che non ha nulla a che vedere con il diritto di Israele all’autodifesa e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio.
Le flagranti violazioni dei diritti umani e della dignità delle persone, che non risparmiano bambini, donne, anziani, ammalati, i crimini contro l’umanità, i crimini di guerra, la costante inosservanza della legalità internazionale e del diritto umanitario – di cui il governo israeliano, come avviene per tutti i governi, dovrà rispondere – minano le stesse fondamenta della comunità internazionale e cancellano conquiste etiche maturate in decenni di consuetudini internazionali.
Le inaccettabili restrizioni per l’accesso umanitario a Gaza, la riduzione a livelli minimi inaccettabili, senza reali alternative, delle attività
Dinanzi a tutto ciò, non servono più le dichiarazioni, pur necessarie, come quella firmata da 30 ministri degli Esteri (ed una commissaria UE) lo scorso 21 luglio, a cui l’Italia meritoriamente si è unita. Servono gesti politico-diplomatici concreti ed efficaci.
Dinanzi al ripetersi di eccidi e massacri di civili, chiediamo al Governo di adottare comportamenti conseguenti, in particolare i seguenti:
L’iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt’altro che meramente simbolica, è l’immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati. Chiediamo al governo di ripensarci. Questa decisione confermerebbe che da parte italiana la prospettiva di “due popoli, due Stati” non è solo uno slogan privo di senso compiuto e di qualunque credibilità, ma che si tratta di un percorso negoziale da riprendere immediatamente. Le relazioni con Israele devono essere strettamente condizionate a questa prospettiva. L’eventuale annessione in tutto o in parte dei territori palestinesi, ad esempio, dovrebbe comportare la radicale revisione delle relazioni diplomatiche con Israele.
Signora Presidente del Consiglio, i lunghi anni spesi nel servizio diplomatico, tenendo fede alla causa della pace e del dialogo, nello spirito dell’articolo 11 della Costituzione repubblicana, ci hanno spinto a rivolgerle questo appello, non potendo rimanere in silenzio e inerti dinanzi alla sistematica negazione in atto da parte del governo israeliano di tutto quello in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo svolto la professione diplomatica.
Seguono firme degli ex Ambasciatori.
Carlo Poggiani
già direttore Terapia Intensiva Neonatale Azienda Ospedaliera di Cremona
2 risposte
grazie Dr Carlo Poggiani,
la sua premessa è a mio avviso fondamentale per “pesare” e analizzare anche “con freddezza” la situazione drammatica di Gaza.
Molte volte a mio avviso “il solo trasporto emotivo” crea poco dopo una assuefazione pericolosa che porta dopo qualche tempo a dimenticare tutto.
Non si possono rimuovere i “numeri della sofferenza” che lei ha citato.
Le soluzioni ad ogni problema per me partono anche o forse soprattutto da qui !
Tacere o mistificare la realtà dei dati non consente di trovare una soluzione, e tutto ciò che li determina viene accettato in ragione di una minimizzazione dei danni che si sono determinati.
Non credo che i capi del terrorismo palestinese (Hamas ed Hesbollah) che hanno costretto il loro popolo al martirio di questi ultimi due anni, avessero a cuore in modo particolare i nati prematuramente dalle loro mamme. Miravano solo a far rinascere nel mondo l’ odio razziale antiebreo i cui effetti abbiamo ben conosciuto nell’ Europa del nazifascismo . Purtroppo ci stanno riuscendo per un incredibile e colpevole indebolimento della consapevolezza di sé da parte degli Stati democratici liberali dell’ Occidente.