”Cinque ore fa ho ricevuto una telefonata da Antonio Rossi, neo presidente della Federazione Italiana Canoa e Kayak. Mi ha chiesto se voglio entrare nella Commissione Tecnica Federale. La mia risposta è stata affermativa”. L’ha detto ieri sera Oreste Perri, ospite della conviviale organizzata dal Lions Casalbuttano, presidente Jessica Tamagni, al ristorante Il Gabbiano a Corte de’ Cortesi.
La Commissione Tecnica non è una struttura rigida: le funzioni sono distribuite tra diverse figure e settori, quali il responsabile del Settore tecnico internazionale e nazionale e i coordinatori di specifiche aree. Esistono anche altri settori di rilevanza tecnica, come il Settore arbitrale e il Settore scuola, che lavorano a stretto contatto con la struttura centrale. Si tratta di un’organizzazione complessa con diverse specializzazioni tecniche volte a soddisfare le diverse discipline della canoa e del kayak.
Con questo ruolo prestigioso, Perri resta nella ‘stanza dei bottoni’ della Federazione alla quale ha dedicato gran parte della sua vita: pluricampione iridato e protagonista di 11 olimpiadi, da Monaco 1972 a Parigi 2024, tre come atleta, otto come tecnico.
Dopo un palmares tra i più ricchi nella storia del remo, lasciate canoa e pagaia nell’hangar, Perri ha impresso la svolta decisiva nelle pratiche d’allenamento, mutuando tecniche acquisite anche da altri sport, quale l’atletica. Tali innovazioni hanno prodotto vittorie che hanno segnato la fine del dominio assoluto degli atleti dell’Est Europa. Rossi, Scarpa, Bonomi, Idem sono stati gli alfieri del nuovo corso aperto dal ct cremonese.
Ragazzo di campagna, nato a Marzalengo nel ’51 nell’appartamento al piano superiore della trattoria Fioni, Oreste è riuscito a ‘scalare la montagna’ come ieri sera all’affollata riunione del Lioins ha definito l’impresa che nella vita tutti troviamo davanti a noi. Ciò che conta non è raggiungere la cima ma accettare la sfida. Grazie alle straordinarie doti fisiche e alla ferrea volontà, Perri, ragazzino gracile che alla scuola media incassò un cinque in pagella in educazione fisica, è diventato un campione. Con analoga determinazione ha affrontato tutte le prove che la vita gli ha riservato, da quella di insegnante a quella, più ardua di ogni altra, di sindaco tra il 2009 e il 2014.
Filo conduttore delle domande rivoltegli in sala da Vittoriano Zanolli, è stato l’intervista concessa al giornalista Gilberto Bazoli e raccolta nel libro ‘Io Oreste Perri’, edito da Cremonabooks srl e stampato da Fantigrafica Cremona.
Dopo la presentazione degli ospiti da parte della presidente Tamagni, Perri ha sviluppato il tema ‘La forza dell’acqua, la nascita di un campione’, una metafora che sintetizza sotto ogni profilo la sua vita, ma che si può estendere a tutti.
Resilienza: la goccia, pur non essendo forte, riesce nel suo intento attraverso la continuità e rappresenta la capacità di mantenere la motivazione e l’impegno costanti necessari per raggiungere la meta.
In sintesi: non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e alle sfide, ma procedere con determinazione e regolarità per ottenere ciò che si desidera.
Questa metafora può applicarsi in ogni ambito: dallo studio, al lavoro, allo sport. E sottolinea come anche piccoli e costanti progressi che, se uniti, portano a grandi miglioramenti nel tempo.
”Una montagna altissima si può scalare, ma solo con un passo alla volta – è l’insegnamento conclusivo di Perri -. Spesso la paura di non farcela ci impedisce di agire con l’efficacia che vorremmo. Questo vale soprattutto per i giovani”.
Nella foto centrale Palmiro Fanti, Oreste Perri e Jessica Tamagni
Fotoservizio Mino Boiocchi
3 risposte
Sono, come tanti, un grandissimo ammiratore dell’Oreste Perri, instancabile e straordinario atleta ed allenatore di atleti.
Ma non solo; ho avuto la fortuna d’incontrarlo, conoscerlo ed apprezzarlo quando era Sindaco della Città di Cremona ed amministrava la cosa pubblica con rispetto, intelligenza ed accorta sagacia, riuscendo a raggiungere risultati insperati per i comuni amministratori.
Sereno, tranquillo ma freddamente risoluto e determinato nel raggiungere gli obiettivi che si era prefisso.
Ho anche avuto modo di condividere con lui dei momenti sportivi: in moto, sui bei percorsi della Vernasca, dove ho apprezzato il motociclista elegante ma, allo stesso tempo, efficace e performante; ad un simulatore di voga, nel corso di un’attività benefica, dove – dato il via- Oreste si è distratto ed io ho avuto l’occasione di vincere la gara della mia vita contro il grande Campione.
Grazie, caro Oreste, per tutti quello che hai fatto e che fai, e, con un caro saluto a Te ed a quelli che hanno felicemente voluto onorarti, un arrivederci a presto.
Tancredi Bruno di Clarafond
Ho sempre avuto una grande stima per Oreste Perri. Un campione vero, non solo nello sport ma anche nella vita.
L’ho conosciuto come atleta, l’ho visto impegnarsi come sindaco della nostra città e continuo ad apprezzarlo oggi, sempre disponibile al confronto con tutti, senza barriere, con quella naturalezza che appartiene solo ai grandi.
La sua lezione è semplice e potente: costanza, pazienza, resilienza. Valori che Perri ha incarnato remando in canoa, guidando Cremona da sindaco e oggi accettando nuove sfide per la crescita della Federazione.
Grazie Oreste, perché sai ricordarci che una montagna si scala un passo alla volta. Un esempio che vale per lo sport ma anche per la vita quotidiana di ciascuno di noi.
Al grande campione chiedo se ultimamente ha avuto a che fare con ragazzi e soprattutto genitori non ancora inseriti in ambiti di rilevanza nazionale. Spesso infatti gli uni credono di essere particolarmente bravi e gli altri li incoraggiano nelle loro fantasie megalomani. E vediamo episodi tremendi che nulla hanno a che vedere con lo sport. I genitori spesso rovinano i loro figli e hanno pretese e speranze non adeguate alla realtà, impedendo l’applicazione delle ‘ricette’ di cui leggo nell’articolo. Non crede?