La Delegazione cremonese dell’Accademia Italiana della Cucina ha celebrato l’annuale cena ecumenica presso il ristorante Il Gingko in via Manzoni a Cremona. Come è noto la cena ecumenica per gli accademici è un momento molto importante e sentito: prevede che nella data prescelta dalla sede centrale di Milano dell’AIC tutte le delegazioni del mondo si riuniscano. Per i cremonesi ha avuto una rilevanza ancora maggiore perché al termine della conviviale è avvenuta la presentazione del Quaderno curato dalla storica e accademica Carla Bertinelli Spotti che anche quest’anno, come ormai è tradizione da 19 anni, ha raccolto i suoi studi sull’argomento scelto per il 2025 dal centro studi Franco Marenghi: i bolliti, gli umidi e gli arrosti nella tradizione regionale, declinato in forma cremonese.
Il Quaderno, che sarà presentato oggi, 13 novembre 2025 alle ore 17, nella Sala Mercanti della Camera di commercio, spazia dai cenni storici, alle usanze tipicamente cremonesi, alle ricette, alle poesie, ai modi di dire con completezza e perizia, per realizzare i quali la curatrice si è avvalsa della collaborazione di amici ed esperti come Agostino Melega, Giorgio Maggi e Valerio Ferrari. La pubblicazione a sua volta è stata resa possibile dall’intervento della Camera di Commercio, mentre il progetto grafico è stato curato da Fantigrafica dei fratelli Fanti e la stampa dalla cooperativa Antares. La copertina, realizzata da Grafiche Mauri, è opera dell’artista Franco Cimardi. Un lavoro molto accurato e prezioso che arricchisce di significato il senso dell’Accademia riconosciuta a livello nazionale e internazionale come protagonista della cultura della cucina italiana. Il quaderno sarà presentato alla cittadinanza il 13 novembre prossimo, presso la Saletta Mercanti della Camera di Commercio.
La cena si è svolta nel ristorante, aperto da 10 mesi, del quale chef e patron è Lorenzo Barbieri. Si tratta di un locale molto elegante e ricercato, unico a Cremona, in cui è stata data attenzione e importanza anche ai minimi particolari. Presentandosi agli accademici, il giovane chef ha affermato di aver voluto realizzare un sogno: quello di avviare nella sua città un ristorante di alto livello, nel quale si possa coniugare la tradizione principalmente presa dalla cucina francese, di cui è estimatore, con l’innovazione e la rivisitazione a modo suo di ricette del territorio.
L’antipasto è consistito in una tartare di carne bovina con salsa di parmigiano e nocciole. Come primo piatto è stato servito un risotto mantecato al burro affumicato con carpaccio di cervo e ginepro. Per secondo è stata preparata la pancia di maialino con raviolo di verza ripieno di guanciale. Un semifreddo al mandarino ha concluso la cena. I vini scelti per accompagnare i piatti serviti sono stati
Gli accademici hanno apprezzato l’eleganza del locale, il servizio preciso attento e l’entusiasmo del giovane intraprendente chef che ha lanciato una sfida innanzi tutto con se stesso, nella speranza che anche i colleghi siano spronati a seguirlo nelle sue proposte di rinnovamento anche a beneficio di tutta la città e non solo della già apprezzata e conosciuta cucina cremonese.
Buona la partenza, buono l’intento, c’è un po’ da lavorare per ottenere i risultati che si intendono perseguire.
Nella foto centrale Lorenzo Barbieri

