Biblioteca della Cattolica a servizio della formazione della classe dirigente

30 Ottobre 2025
Pubblichiamo l’intervento di Antonio Agazzi al Rotary Club Soresina
Un’università è anzitutto una comunità di studiosi, docenti e discenti, il cui operare necessita di un notevole apparato di strumenti: la qualità della ricerca e della didattica non è, infatti, estranea ai mezzi che ne rendono possibile l’attuazione. Nel caso di specie – quello dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – due sono gli strumenti a mio giudizio fondamentali: la casa editrice Vita e Pensiero (la prima University press – si direbbe oggi – italiana), punto di riferimento – con le sue riviste e collane – di un vasto pubblico di cattolici e di studiosi, che va ben oltre la comunità universitaria e la Biblioteca, con il suo Catalogo unico (OPAC) in cui è riversato tutto il patrimonio bibliografico e documentale – cartaceo ed elettronico – delle diverse sedi dell’Ateneo dei cattolici italiani: Milano, Brescia, Piacenza-Cremona, Roma. Si tratta di un patrimonio – nel senso etimologico del termine, ovvero ‘ciò che abbiamo ereditato dai…padri’ –  che arricchisce non solo la comunità universitaria che ne è depositaria ma l’intera cittadinanza e collettività nazionale.
Il mio compito è quello di provare a farvi cogliere l’apporto cruciale – ieri e oggi – di una biblioteca universitaria, quale quella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, alla formazione integrale – ovvero alla trasmissione di nozioni e competenze scientifiche ma anche all’arricchimento culturale, umano e spirituale – della classe dirigente e dei professionisti del Paese. Se pensiamo all’università come a un’universitas studiorum, cioè a una comunità di docenti e studenti legati dall’interesse per la conoscenza, si fatica a immaginare che possano esistere università senza libri; invece il rapporto tra libri e università non è ovvio, specie in un tempo in cui prendono piede le università telematiche o quelle decentrate – con sedi periferiche in cui è assente una dotazione libraria adeguata – o in relazione a Facoltà scientifiche, mediche o economiche che, fortemente proiettate sull’attualità, paiono superare la staticità del libro, in direzione di una dipendenza informativa da fonti – anche autorevolissime – esclusivamente di tipo elettronico. E, infatti, le odierne biblioteche universitarie non sono più le biblioteche tradizionalmente intese – monografie, periodici e catalogo cartacei – ma sono biblioteche a tutti gli effetti elettroniche, nelle quali gli e-books, gli e-journals, le banche dati affiancano e integrano i supporti un tempo largamente prevalenti. Il catalogo, poi, è ormai esclusivamente digitale: OPAC, infatti, significa ‘online public access catalog’, proprio perché è un portale internet che ha sostituito i cassettini con le schedine cartacee in ordine alfabetico, ancora parzialmente in uso quando, nel 1995, ho iniziato la mia avventura professionale presso la Biblioteca UCSC, a Milano. Per altro, la stessa didattica sta evolvendo, è sempre più mista (in presenza e online): gli anni del covid 19 hanno molto accelerato mutamenti su cui possiamo avere anche molte giuste riserve ma che sono ormai ineluttabilmente in atto, si pensi alla didattica a distanza, piuttosto che al lavoro cosiddetto ‘agile’ o ‘da remoto’ (lo smartworking).
Tuttavia, tornando al rapporto tra università e biblioteca, non è ovvio non solo con riferimento all’attualità ma anche storicamente: molte biblioteche non nascono come dotazioni originarie degli atenei ma come biblioteche conventuali, a volte statali, poi evolute a biblioteche universitarie, incorporate negli atenei. Non è il caso della Biblioteca dell’Università Cattolica che, per volontà del fondatore (padre Agostino Gemelli), costituisce la dotazione centrale di un sistema di ricerca e di insegnamento che ha il suo fondamento nello studio e nell’aggiornamento costante. E, infatti, l’idea di una “Biblioteca degna di un Istituto di Studi Superiori, adeguata all’ideale di cultura che l’Università Cattolica si propone” è contestuale all’attuazione “dell’idea di fondare in Milano l’Università Cattolica”.
Il nucleo iniziale è costituito dai doni – che testimoniano del fervore che accompagnò, nel mondo cattolico, la nascita dell’Università Cattolica -, successivamente da veri e propri ‘fondi librari’, cui si affiancano gli scambi (presto fondamentali per l’internazionalizzazione del patrimonio librario) e gli acquisti programmati, figli di una scrupolosa consultazione di cataloghi e bibliografie italiani e internazionali; una vocazione internazionale – quella della Biblioteca dell’Università Cattolica – testimoniata anche dal fatto che, dal 1969, è sede depositaria delle pubblicazioni dell’ONU. Inoltre, fin dall’inizio, la struttura bibliotecaria è pensata come riservata non solo a studenti e professori ma come “accessibile a tutti” e – con il suo patrimonio di libri e di periodici – come cruciale rispetto all’opera di creazione di un centro di insegnamento e di ricerca che si vuole sia d’eccellenza.
La dotazione bibliografica – altra peculiarità – non è raccolta in un unico luogo ma dislocata nelle diverse sale, come del resto è ancora oggi: una sorta di ‘Biblioteca pervasiva’, quasi a sottolineare il legame tra la lettura e la ‘lectio’, lo studio e la didattica.
Trattandosi della Biblioteca dell’Università Cattolica, la disponibilità di uno specifico fondo di pubblicazioni voluto da padre Gemelli porta alla nascita dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico.
Il vero gioiello della Biblioteca diviene, nel tempo, la Sala di Consultazione, dove sono allocati volumi scelti con l’intenzione di fornire gli strumenti di ricerca più autorevoli nel campo degli studi umanistici. E, nel contesto della medesima, la cosiddetta Sala delle Cinquecentine: vi trovano collocazione preziosi volumi dei padri Oblati di Rho, giunti in Università Cattolica tra il 1970 e il 1972, tra cui spiccano – oltre a numerose edizioni settecentesche (per la precisione, opere edite dal 1601 al 1850) – libri del Quattrocento (incunaboli) e, appunto, del Cinquecento.
Per quanto riguarda i fondi librari, oltre all’assorbimento di quello già costituito presso l’Apostolico Istituto di Castelnuovo Fogliani, va menzionato il dono di singole librerie antiquarie, come la Hoepli; per il resto si tratta principalmente di fondi librari donati da docenti dell’Università o da studiosi, piuttosto che di lasciti o depositi, provenienti dalla nobiltà milanese o da istituzioni religiose.
Il fondo più notevole è costituito dalla Biblioteca Negri da Oleggio – conservato nella sala annessa al Rettorato -, donato dal conte Vincenzo Negri da Oleggio all’Istituto Toniolo e dallo stesso ‘affidato’ all’Università Cattolica. Si tratta di una ricca collezione di oltre cinquemila documenti – manoscritti e libri a stampa – dedicati all’area lombarda e milanese. Tornando ai depositi della Biblioteca, di grande preziosità – oltre alle raccolte di manoscritti latini, soprattutto frammenti -, sono i manoscritti orientali, le tavolette a caratteri cuneiformi e l’ampia collezione di papiri.
Un cenno alle Biblioteche delle altre sedi dell’Università Cattolica. La Facoltà di Medicina, a Roma, con il Policlinico Gemelli, viene dotata fin dalla fondazione, di una specifica Biblioteca. A Piacenza, con la costituzione della Facoltà di Agraria, nasce anche la relativa Biblioteca specialistica, munita di una ricca serie di abbonamenti a riviste di settore. Dal 1978, è anche depositaria di una parte delle pubblicazioni della FAO. Anche la sede di Brescia è stata dotata di una propria Biblioteca, con interessanti fondi afferenti a discipline pedagogiche, storiche, filologiche (con una significativa presenza di libri antichi), alla germanistica. Dal 1971, le è stata aggregata la cosiddetta Biblioteca di storia delle scienze ‘Carlo Viganò’, importantissima raccolta appartenuta appunto all’ingegner Viganò.
Per quanto concerne Cremona, siamo reduci dalle celebrazioni dei 40 anni di un campus che si fonda sul legame forte e virtuoso con il territorio, avendo come fulcro, quindi, gli studi e la ricerca applicata nell’ambito delle Scienze agrarie, alimentari e ambientali; l’Alta Scuola in Management ed Economia Agro-Alimentare (SMEA) è nata proprio per dare risposte alle principali sfide del settore agroalimentare, notoriamente perno del tessuto economico cremonese. Non meno importante il Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale (CERSI), con un ruolo strategico a sostegno del tessuto produttivo cremonese e delle sue eccellenze, una fra tutte la liuteria. Oggi a Santa Monica sono ben rappresentate tre Facoltà: Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Economia e Giurisprudenza e Psicologia. Crescendo il campus, cresce necessariamente la Biblioteca che, comunque, ribadisco, converge nel catalogo unico del sistema bibliotecario di ateneo (ovvero di tutta l’Università Cattolica del Sacro Cuore).
Dalla biblioteca tradizionale alla biblioteca elettronica
Tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta ha preso avvio anche in Italia una serie di progetti volti all’automazione dei sistemi bibliotecari, con un ritardo di almeno un decennio rispetto al gli Stati Uniti e al mondo anglosassone, in generale. Si è trattato di un’autentica rivoluzione che, oltre a trasformare le procedure delle biblioteche, ha influito sui vari ambiti delle loro attività, dall’acquisizione alla catalogazione, dalla gestione dei dati alla circolazione dei prestiti. L’informatizzazione massiccia ha riguardato in particolar modo i cataloghi, generando basi di dati bibliografiche caratterizzate da una ricchezza d’informazione potenziale superiore a quella dei tradizionali cataloghi cartacei. Tali indirizzi innovativi sono stati prontamente recepiti dalla Biblioteca dell’Università Cattolica, che è divenuta automatizzata nella gestione di ogni fase riguardante il libro: accessione, collocazione, ricerca bibliografica, prestito, conservazione del patrimonio, agevolando gli utenti nel rapido reperimento e nella conseguente fruizione delle informazioni bibliografiche. E che ha potuto varare – dopo un lavoro imponente – il catalogo elettronico unico e completo di tutto il patrimonio bibliografico posseduto dalle varie sedi dell’Università. È stato così rivoluzionato l’accesso all’informazione che, con il catalogo cartaceo, per secoli, ha poggiato unicamente sull’ordinamento alfabetico dell’autore, piuttosto che del titolo o del soggetto… Grazie all’automazione, l’interrogazione è potuta avvenire anche per ‘parole significative’ (parole chiave), trasformando il catalogo – fino ad allora una lista di notizie bibliografiche ordinate alfabeticamente – in un immenso serbatoio di informazioni. Ma l’informatizzazione non ha solo consentito la valorizzazione delle raccolte a stampa; l’avvento, nelle Università, della rete Internet e del Web ha aperto all’utenza accademica le porte dell’informazione bibliografica on line, che è venuta ad affiancarsi alla fruizione classica del patrimonio delle Biblioteche. Ecco che nei primi anni Novanta viene attivato il Servizio di consultazione banche dati, che offre consulenza per l’interrogazione delle banche dati, all’inizio su CD-ROM in seguito on line, e dei cataloghi elettronici, servizio divenuto ben presto essenziale per i tesisti – per la preparazione delle tesi di laurea – e per la ricerca scientifica del personale accademico. Oggi le Banche dati disponibili sono raggiungibili dall’OPAC della Biblioteca e costituiscono uno strumento indispensabile per la ricerca e la didattica, settori che la Biblioteca ha il compito di supportare. Comunque, è nel 1995 che viene istituito formalmente il Sistema bibliotecario e documentale d’Ateneo, di cui fanno tuttora parte le Biblioteche di tutte le sedi dell’Università Cattolica. A ridosso del 2000 sembra entrare in crisi il concetto tradizionale di biblioteca, intesa come luogo in cui si acquisisce e si conserva una raccolta selezionata di documenti. La missione aggiornata della biblioteca diviene quella di essere “nodo” di accesso all’informazione prodotta dalla ricerca scientifica, dall’evoluzione sociale e dallo sviluppo culturale, organizzando le modalità di reperimento e di fruizione dell’informazione. La Biblioteca si arricchisce, quindi, di nuovi servizi quali lo ‘sviluppo delle collezioni’, il Reference, il Document delivery, la gestione del sistema informatico di documentazione, la Mediateca (la Biblioteca UCSC è anche depositaria delle Teche della RAI, oltre 1.300.000 ore di materiale televisivo e circa 1.500.000 ore di materiale radiofonico, cui si aggiungono fotografie, copioni, opere letterarie quali l’Approdo, la raccolta del Radiocorriere, manifesti pubblicitari e molto altro).
Il Sistema bibliotecario e documentale d’ateneo si assume il compito di sostenere e migliorare l’attività didattica e di ricerca dell’Ateneo tutto – mediante un’attenta e condivisa politica di sviluppo delle collezioni a stampa ed elettroniche – ma anche di integrare le risorse possedute, consentendo agli utenti di fruire dell’insieme del patrimonio cartaceo, elettronico, multimediale, attraverso una strumentazione unificata. Ora è possibile interrogare il Catalogo unico ma, in alternativa, utilizzando appositi filtri di ricerca, anche consultare separatamente il catalogo di ogni singola sede. I filtri consentono altresì di effettuare una ricerca anche per tipologia di documenti. Nel corso degli anni, lo sviluppo tecnologico e le necessità di ricerca e di didattica hanno condotto all’acquisizione sempre più massiccia di formati bibliografici non cartacei, strumenti che garantiscono un accesso facile e immediato alle fonti. Per agevolare il lavoro dei fruitori istituzionali della Biblioteca, un ulteriore passo è stato quello di garantire l’accesso alle risorse elettroniche anche in modalità off-campus, da qualunque dispositivo anche personale, in ogni parte del mondo, purché l’utente sia riconosciuto dal sistema dell’Università Cattolica. Un cenno merita anche l’archiviazione digitale delle tesi di dottorato di ricerca e delle tesi di laurea, fruibili sulla base di una precisa regolamentazione; nonché la conservazione a lungo termine dei contenuti dell’editoria elettronica, distribuita via Internet, assicurata da archivi web localizzati in 13 ‘nodi’ (biblioteche) dislocati in tutto il mondo: l’Università Cattolica è l’undicesimo nodo; e, da ultimo, gli archivi digitali (repository) istituzionali che consentono al personale accademico di depositare e rendere visibili i dati relativi alle proprie pubblicazioni e, laddove è possibile, previa autorizzazione dell’editore, il testo completo delle stesse. C’è poi tutto il tema della cura e della conservazione del patrimonio della Biblioteca (che rappresenta la sua storia), che va preservato dal possibile deterioramento, sovente rendendolo disponibile in versione digitale o in copia anastatica. Tutto ciò ha cambiato la funzione del bibliotecario cui è richiesto di essere un professionista dell’informazione, sempre più competente e aggiornato, essendo oggi molto più vasta e articolata l’offerta di servizi”.
Patrimonio del Sistema bibliotecario e documentale d’ateneo
(dati aggiornati al 31/12/2024):
1.437.189 monografie a stampa;
33.026 periodici a stampa;
17.811 opere multimediali (dvd, CD-ROM, vhs);
928 banche dati;
84.000 e-journals (periodici in formato elettronico);
724.900 e-books (monografie in formato elettronico).
Antonio Agazzi

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