Caso Tamoil di Cremona. Degli Angeli (M5s Lombardia) presenta una richiesta ufficiale alla Regione: ‘Troppe le criticità emerse e i dati sanitari allarmanti. Si riapra lo studio epidemiologico sulla Tamoil e si completi quello su Cremona’.
‘Sono molto preoccupato a seguito dei dati allarmanti emersi sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, nonché a seguito delle criticità emerse sullo studio epidemiologico effettuato per la ex raffineria Tamoil di Cremona’. A dirlo è Marco Degli Angeli, consigliere pentastellato di Regione Lombardia, che in tal senso ha predisposto una interrogazione scritta indirizzata alla giunta e, al contempo, ha scritto una lettera al sindaco di Cremona. ‘Il mio obiettivo – spiega il consigliere – da una parte è stato quello di chiedere a Regione se, a fronte di quanto emerso, non si ritenga opportuno riaprire lo studio epidemiologico sulla Tamoil. Dall’altra parte ho voluto chiedere al primo cittadino di Cremona, in quanto garante della salute pubblica, di farsi promotore e portavoce di tale istanza’.
Le preoccupazioni del consigliere trovano riscontro pratico e teorico rispetto a quanto è emerso durante la conferenza sul caso Tamoil, organizzata dallo stesso Degli Angeli presso palazzo Pirelli lo scorso mercoledì 15 settembre. Stando alla relazione fatta dal professor Paolo Ricci, ex direttore dell’Osservatorio epidemiologico di Cremona, sarebbero emerse diverse criticità.
Spiega il consigliere: ‘Lo studio epidemiologico in questione ha provato a raffrontare lo stato di salute della coorte dei lavoratori, con lo stato di salute generale della popolazione. In realtà si tratta di una inesattezza dal valore scientifico poco solido. In prima istanza perché la popolazione lavorativa considerata non è confrontabile con la popolazione generale, il cui stato di salute, tra l’altro, è influenzato da altri fattori che nel suddetto studio epidemiologico non sono stati presi in considerazione. Inoltre – precisa Degli Angeli -, sempre attenendosi alle dichiarazioni del professor Ricci, la coorte dei lavoratori della ex Tamoil, circa 800 dipendenti tra l’altro tutti maschi, non è stata distinta in base alle mansioni e ai ruoli, ovvero non sono stati distinti gli impiegati dagli operai: soggetti esposti in modo differente alle eventuali contaminazioni’.
Conclude Degli Angeli: ‘L’Università degli Studi di Milano ha sicuramente lavorato in modo egregio. Il problema sono i dati insufficienti forniti dall’allora Asl di Cremona all’Istituto. Ne consegue che, la non correttezza dei dati, ha creato un’uniformità irrealistica, diluendo quindi i dati anziché restituire un’informazione puntuale. Per questo motivo sono a chiedere che il caso venga riaperto e affrontato in modo più analitico assieme al già avviato, ma non ancora concluso, studio epidemiologico di Cremona’.