Partenza dalla Luna e arrivo su Marte. Sarebbe meglio dire attorno e non su Marte. La differenza è enorme. Partire dalla Luna è più facile perché la velocità di fuga è solo 2,38 km\s, sulla Terra 11,2 km\s e su Marte 5,03 km\s. Ma sulla Luna bisognerebbe realizzare il combustibile in loco e stessa cosa se si dovesse scendere su Marte. L’ideale sembrerebbe fare un solo giro o poco di più attorno al pianeta rosso e via al più presto di ritorno sulla nostra Terra. Allora il viaggio in totale potrebbe durare solo 18 mesi. Se invece ti fai trascinare attorno al Sole dovranno passare poco meno di 2 anni per avere ancora la minima distanza dalla Terra, 55 milioni di km, e quindi andremmo verso i 4 anni: l’anno di Marte dura appunto poco, meno di 2 anni terrestri. Jules Verne diceva dalla Terra alla Luna; ora l’uomo ha allungato il passo.
Lo spazio è costoso e pericoloso e quindi a chi dobbiamo concretamente il primo sviluppo di tale prospettiva? Sicuramente a Herman Oberth, maestro di Wernher Von Braun che rifugiatosi in America, potenziando la V2, progettò e realizzò il gigantesco razzo Saturno V. Non si sa come, ma Oberth trovò invece rifugio in Italia, con la figlia e il genero ingegner Max Staller, collaborando con la Marina Militare a La Spezia ma le nostre autorità riuscirono a trovare il modo di lasciarsi scappare questo genio assoluto. Famose le foto di Oberth e Von Braun, al tempo il suo miglior allievo, anni ’30, quando nei campi attorno a Berlino, tentano di lanciare i primi razzi-missili rudimentali. Ma quasi in contemporanea ai due scienziati tedeschi, il russo Kostantin Tiolkovskji e l’americano Robert Goddard stavano battendo lo stesso sentiero.
Ma per andare sulla Luna ci voleva il super razzo Saturno V, alto 111 metri, diametro1o identico nelle misure al nostro Torrazzo, 13 motori, 3.000 tonnellate di peso. Combustibile una miscela di kerosene, idrogeno e ossigeno liquido che costituiva il 97\98 per cento del peso totale. Siamo verso la fine anni ’50 e c’era la guerra fredda. Nella corsa allo spazio i russi avevano ottenuto notevoli successi iniziali. Tutto iniziò il 4 ottobre 1957 con il lancio dello Sputnik, una piccola sfera
di 58 cm di diametro per 83,6 kg di peso rimasta in orbita bassa per 3 settimane. Inebriati dal successo i russi dopo un mese lanciarono nello spazio la cagnolina Laika, il primo essere vivente morto nel rientro a terra, bruciata o asfissiata per un incendio scoppiato sulla navicella. Laika consigliò ai russi maggior prudenza ma il 12 aprile del 1961 aumentarono il loro vantaggio sull’America con il lancio del primo uomo, il maggiore Jurji Gagarin che compì un solo giro attorno alla Terra in orbita bassa a circa 200 km d’altezza. E infine la prima cosmonauta Valentina Tereskova.
Era troppo per gli Americani e alla fine del ’61 il presidente John Kennedy annuncia al Congresso che entro la fine degli anni ’60 un americano arriverà sulla Luna e tornerà sano e salvo sulla Terra. Dichiarazione avventata perché la Nasa non aveva un lanciatore così potente per arrivare sulla luna. Ed ecco che allora bisogna fidarsi e affidarsi al progettista geniale Von Braun che realizzerà la meravigliosa macchina del Saturno, allora la più grande opera meccanica mai costruita. Il miracolo divenne realtà e il 21 luglio 1969, Amstrong e Aldrin mettono i piedi sulla Luna. Gli americani torneranno ancora 5 volte sulla Luna, un solo insuccesso quello quasi drammatico di Apollo 13.
L’ultima missione è quella dell’Apollo 17, alla fine del ’72, e da quel momento la Luna ò stata dimenticata e abbandonata. Perché? Troppo costose le missioni, si parla di 50\60 miliardi di
dollari d’allora nei 7 tentativi, troppo pericolosa e con poco interesse scientifico. La Luna si è rivelata simile alla Terra, nata 4,6 miliardi di anni fa come tutto il Sistema Solare. Anche gli ultimi
111 kg di rocce portate dall’Apollo 17 non hanno fornito rivelazioni eclatanti. Ora americani, russi e cinesi vogliono tornare sulla Luna. Perché? Direi per un altro sogno folle dell’uomo: creare la base di lancio verso Marte. Andata e ritorno Terra – Luna: 8 giorni, Marte da 18 a 40 mesi. Andare su Marte perché sulla Terra tra 50 anni non ci saranno più cibo ed energia per tutti e invece le rocce del pianeta rosso potrebbero essere commestibili…meglio prenderla sorridendo. Marte si presenta molto inospitale: praticamente senza atmosfera e campo magnetico, gravità 1\3 di quella terrestre, acqua zero, forse solo ghiaccio, pressione atmosferica 7 millibar, temperatura media meno 24°. Niente da dire, un bel posto per viverci dentro cupole lunari.
Pietro De Franchi