Ieri il sindaco di Rovato Tiziano Belotti ha ritirato le dimissioni che aveva presentato lo scorso 2 dicembre a seguito del suo coinvolgimento nell’inchiesta della procura della Corte dei conti sulla vendita di Lgh ad A2a. Come previsto dalla legge, il primo cittadino aveva 15 giorni di tempo per recedere dal suo proposito e l’ha fatto con una lettera indirizzata al segretario comunale, che poi ha pubblicato sul suo profilo Facebook nella quale motiva la decisione che ha maturato. ‘Ricostruirò con calma alla magistratura tutta la vicenda per filo e per segno – scrive Belotti – raccontando esattamente come sono andati i fatti e chi, in realtà, ha voluto e approvato senza alcuna condizione (quindi senza reclamare alcuna evidenza pubblica, come invece il sottoscritto ha sempre fatto) l’operazione di cessione del 51% di Lgh ad A2a. A partire dal mio caro amico sindaco di Cremona Gianluca Galimberti (area Pd), del sindaco Stefania Bonaldi di Crema (area Pd), del sindaco Simone Uggetti di Lodi (area Pd), del sindaco Massimo Depaoli di Pavia (area Pd). E anche dei tanti sindaci di Cogeme (quasi tutti di area Pd) che si sono battuti strenuamente per lo stesso risultato incondizionato’. Belotti chiama anche giustamente in causa i consigli di amministrazione delle rispettive società partecipate di Cremona, Crema, Lodi, Pavia e Cogeme, Ricorda contestualmente che tutti sono direttamente nominati dai primi cittadini, ad eccezione del cda di Cogeme Rovato, nominato non da Belotti ‘ma da una assemblea di 70 soci sindaci che hanno proceduto concretamente alla vendita del 51% di LGH ad A2A senza condizioni’. Lo stesso consiglio d’amministrazione di Cogeme ha deliberato in tal senso nonostante, ricorda Belotti, l’indirizzo del consiglio comunale di Rovato fosse chiarissimo ed è scritto nella delibera: ‘… l’eventuale accettazione dell’offerta vincolante sia effettuata nel rispetto della procedura prevista dalla normativa in vigore per le dismissioni di partecipate detenute direttamente o indirettamente dagli enti locali’.
Belotti ha sempre sostenuto, ed è documentato, il dovere di rispettare il vincolo dell’asta pubblica nella vendita delle azioni di Lgh ad A2a. ‘Spero tanto che la magistratura vada a fondo in tutta questa vicenda – così chiude la lettera del sindaco di Rovato – perché nella mia vita ho sbagliato tanto, ma questa partita l’ha sbagliata qualcun altro. E quel qualcun altro è giusto che paghi’. A ragion veduta Belotti ritorna sui suoi passi. Si sfoga coi concittadini e confessa di ‘avere perso d’impulso la tramontana’ dimettendosi, non essendo avvezzo a ricevere atti ufficiali dalla Guardia di finanza che nei giorni scorsi gli ha notificato l’atto di costituzione in mora per conto della magistratura contabile con l’ipotesi di reato di danno erariale dato che la vendita di Lgh non è avvenuta con evidenza pubblica, cioè al miglior offerente ma direttamente ad A2a. La società di servizi bresciano-milanese era stata scelta invocando il principio di infungibilità, cioè l’assenza di potenziali acquirenti alternativi ad A2a sul mercato in cui opera Lgh. Infungibilità nella vendita, ma fungibilità nell’inchiesta scaturita da presunti illeciti, che investe anche persone come il sindaco di Rovato che sarà in grado di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestatigli.
Al contrario di Belotti, il sindaco di Cremona e quello di Crema e diversi altri di Cogeme hanno appoggiato incondizionatamente l’intera operazione, dalla cessione del controllo sino alla vendita del restante 49 per cento delle rispettive municipalizzate. Questi sono i fatti. Emerge chiara e incontestabile la responsabilità politica del Pd che ha spinto, volenti o nolenti, i suoi amministratori ad approvare la cessione delle società di servizi senza offrire alternative. I membri dei consigli d’amministrazione e i consiglieri comunali che hanno rispettato gli ordini di partito sono stati mandati al massacro ora rischiano di dovere risarcire in solido l’eventuale danno erariale. Anche nei loro confronti il Pd, nelle sue rappresentanze locali e nazionali, ha precise e oggettive responsabilità.
Non è logico che si dimetta chi si è sempre dichiarato estraneo a un’operazione di dubbia legittimità ma che eventualmente lo faccia chi l’ha avallata incondizionatamente e che ancora oggi ne proclama la regolarità. Attiene poi alla sensibilità individuale la decisione dei sindaci di autosospendersi dall’incarico in attesa dell’esito definitivo dell’inchiesta giudiziaria o restare in trincea, difendendosi dalle accuse. Oggi pomeriggio ne discuterà il consiglio comunale di Cremona. Vedremo se i recenti sviluppi di questa vicenda avranno indotto il sindaco Galimberti ad essere più prudente.
Vittoriano Zanolli
Una risposta
Vergogna!!!